Idea Luce
Vivere secondo lo spirito delle beatitudini.
Vivere secondo lo spirito delle beatitudini.
Introduzione
La liturgia di questa sesta domenica ci invita a porre solo in Dio la nostra fiducia. Chi confida nel Signore e non nell’uomo o nelle ricchezze o nelle sue stesse forze non rimane deluso, ma avrà la vera vita, Accogliamo il messaggio che Gesù oggi ci dà attraverso le Beatitudini, cammino di santità per ogni cristiano. Saremo beati se ci apriamo all’amore, se saremo capaci di affrontare con fede ogni ostacolo e avversità, se concretamente percorriamo la strada che il Signore ci indica, se seguiamo Lui, unica fonte di salvezza che ci rende liberi fratelli, santi, se contempliamo il volto di Cristo risorto, per risorgere con Lui.
La liturgia di questa sesta domenica ci invita a porre solo in Dio la nostra fiducia. Chi confida nel Signore e non nell’uomo o nelle ricchezze o nelle sue stesse forze non rimane deluso, ma avrà la vera vita, Accogliamo il messaggio che Gesù oggi ci dà attraverso le Beatitudini, cammino di santità per ogni cristiano. Saremo beati se ci apriamo all’amore, se saremo capaci di affrontare con fede ogni ostacolo e avversità, se concretamente percorriamo la strada che il Signore ci indica, se seguiamo Lui, unica fonte di salvezza che ci rende liberi fratelli, santi, se contempliamo il volto di Cristo risorto, per risorgere con Lui.
Liturgia della Parola
LETTURE:
Ger 17,5-8;
Sal 1 – Rit. Beato l’uomo che confida nel Signore;
1 Cor 15, 12.16-20;
Lc 6, 17.20-26
Antico e Nuovo testamento parlano all’unisono in questa Liturgia della Parola del desiderio di Dio di una vita per noi piena di benedizione e di frutti di bellezza. Il segreto è stargli vicino, accogliere con totalità la sua legge d’amore, meditare notte e giorno le sue parole, confidare in Lui più che sulle forze umane, avere speranza in Cristo non solo per le cose di questa vita ma un destino di santità che Egli ci prospetta con le Beatitudini.
LETTURE:
Ger 17,5-8;
Sal 1 – Rit. Beato l’uomo che confida nel Signore;
1 Cor 15, 12.16-20;
Lc 6, 17.20-26
Antico e Nuovo testamento parlano all’unisono in questa Liturgia della Parola del desiderio di Dio di una vita per noi piena di benedizione e di frutti di bellezza. Il segreto è stargli vicino, accogliere con totalità la sua legge d’amore, meditare notte e giorno le sue parole, confidare in Lui più che sulle forze umane, avere speranza in Cristo non solo per le cose di questa vita ma un destino di santità che Egli ci prospetta con le Beatitudini.
Traccia di riflessione
Il Vangelo che la liturgia ci propone è quello delle beatitudini secondo Luca, differenti da quelle di Matteo perché oltre alle quattro beatitudini rivolte ai poveri, agli affamati, a chi è nel pianto e a chi vive persecuzioni a causa del Vangelo, sono presenti quattro annunci di sventura rivolti a coloro che possiedono ricchezze e confidano nelle proprie forze. Questa contrapposizione nasce da una verità di fondo: tutti siamo poveri, nessuno di noi può dire di avere ricchezze se non riconoscendo che tutto è dono di Dio. Solo chi riconosce questa verità in sé stesso, pone tutta la sua fiducia nel Signore, che conosce veramente il nostro cuore. Allora sarà come un albero piantato lungo un corso d’acqua che non smette di produrre frutti.
Gesù ha sempre lo sguardo rivolto verso i suoi amici. Non ha tempo per sé ma ne ha molto per loro, infatti si siede sul monte delle beatitudini per ammaestrarli, per spiegargli la vita, il vero senso delle cose, per far comprendere cosa è necessario seguire e cosa si deve abbandonare perché non serve, non è utile, non è santo. Che cosa dobbiamo fare noi? Avere il desiderio di avvicinarci a Lui per ascoltarlo, per capire quale strada devono percorrere i nostri passi, per imparare da Cristo ad avere un cuore libero per amare e servire il Padre e i fratelli.
L’inversione dei valori che Gesù ha predicato e vissuto per primo è stata la più spettacolare nella storia della umanità. Basta leggere le beatitudini per convincersene. L’uomo è istintivamente portato al piacere, alla ricchezza, al plauso, al comodo; Cristo fa scoprire valori nuovi proprio nella negazione di tali esigenze istintive. Egli, anzi, da perfetto capo ha voluto vivere per primo quanto ha insegnato agli altri, rimanendo in mezzo a noi esemplare perfetto delle beatitudini. (G. Giaquinta).
Nelle Beatitudini c’è una vera e propria rivoluzione di vita e di pensiero sul modo di agire e di relazionarsi con gli altri nel sociale. È un invito e un programma di crescita e di trasformazione in Cristo che fa camminare verso la santità.
“Chi ama con tutto il cuore sente il sereno tormento di scoprire ogni giorno un di più da donare a Dio e sa soffrire serenamente le rinunce anche pesanti che la vita richiede.
Chi ama con tutta la mente vive lo sforzo costante di mettere a frutto le proprie doti intellettuali nella speranza di riuscire a fare cose utili per la gloria di Dio.
Chi ama con tutte le proprie forze non pensa mai di essersi stancato troppo e spera sempre di avere la forza di superare la stanchezza dell’oggi per potersi domani donare ancora, di più, se possibile: ha lavorato per amore e con amore, con tutte le proprie capacità, e questo è quanto basta per sentirsi felice sempre”. (G. Giaquinta)
Il Vangelo che la liturgia ci propone è quello delle beatitudini secondo Luca, differenti da quelle di Matteo perché oltre alle quattro beatitudini rivolte ai poveri, agli affamati, a chi è nel pianto e a chi vive persecuzioni a causa del Vangelo, sono presenti quattro annunci di sventura rivolti a coloro che possiedono ricchezze e confidano nelle proprie forze. Questa contrapposizione nasce da una verità di fondo: tutti siamo poveri, nessuno di noi può dire di avere ricchezze se non riconoscendo che tutto è dono di Dio. Solo chi riconosce questa verità in sé stesso, pone tutta la sua fiducia nel Signore, che conosce veramente il nostro cuore. Allora sarà come un albero piantato lungo un corso d’acqua che non smette di produrre frutti.
Gesù ha sempre lo sguardo rivolto verso i suoi amici. Non ha tempo per sé ma ne ha molto per loro, infatti si siede sul monte delle beatitudini per ammaestrarli, per spiegargli la vita, il vero senso delle cose, per far comprendere cosa è necessario seguire e cosa si deve abbandonare perché non serve, non è utile, non è santo. Che cosa dobbiamo fare noi? Avere il desiderio di avvicinarci a Lui per ascoltarlo, per capire quale strada devono percorrere i nostri passi, per imparare da Cristo ad avere un cuore libero per amare e servire il Padre e i fratelli.
L’inversione dei valori che Gesù ha predicato e vissuto per primo è stata la più spettacolare nella storia della umanità. Basta leggere le beatitudini per convincersene. L’uomo è istintivamente portato al piacere, alla ricchezza, al plauso, al comodo; Cristo fa scoprire valori nuovi proprio nella negazione di tali esigenze istintive. Egli, anzi, da perfetto capo ha voluto vivere per primo quanto ha insegnato agli altri, rimanendo in mezzo a noi esemplare perfetto delle beatitudini. (G. Giaquinta).
Nelle Beatitudini c’è una vera e propria rivoluzione di vita e di pensiero sul modo di agire e di relazionarsi con gli altri nel sociale. È un invito e un programma di crescita e di trasformazione in Cristo che fa camminare verso la santità.
“Chi ama con tutto il cuore sente il sereno tormento di scoprire ogni giorno un di più da donare a Dio e sa soffrire serenamente le rinunce anche pesanti che la vita richiede.
Chi ama con tutta la mente vive lo sforzo costante di mettere a frutto le proprie doti intellettuali nella speranza di riuscire a fare cose utili per la gloria di Dio.
Chi ama con tutte le proprie forze non pensa mai di essersi stancato troppo e spera sempre di avere la forza di superare la stanchezza dell’oggi per potersi domani donare ancora, di più, se possibile: ha lavorato per amore e con amore, con tutte le proprie capacità, e questo è quanto basta per sentirsi felice sempre”. (G. Giaquinta)
Preghiera dei fedeli
• Per la Chiesa, perché alla luce delle Beatitudini sia testimone e annuncio del messaggio di Cristo, si faccia solidale con i poveri, ascolti il grido di chi soffre, abbia parole di consolazione e gesti di vicinanza per coloro che vivono situazioni di disagio e sono sfiduciati. Preghiamo.
• Per il Papa, i vescovi, i presbiteri, i diaconi, perché sull’esempio di Cristo Gesù siano espressione dello spirito delle Beatitudini, per essere presenza di amore, di speranza, compagni di viaggio per il popolo loro affidato. Preghiamo.
• Per tutti coloro che sono impegnati in ruoli di responsabilità politica e sociale, perché possano ricoprire i loro incarichi nella consapevolezza di avere ricevuto una chiamata a essere collaboratori dell’opera di Dio nella storia. Preghiamo.
• Per i giovani, perché imparino a non confidare solo sulle loro certezze, non si lascino condurre dai richiami delle apparenze, dei beni materiali, ma sia la Parola di Cristo l’unica loro guida in cui riporre sicurezza e speranza. Preghiamo.
• Per noi qui riuniti: la partecipazione a questa Eucarestia rinnovi la nostra vita e ci conduca a un ascolto sempre più assiduo e attento della Parola di Dio, perché possiamo sentirci amati ogni giorno da Lui a prescindere dai nostri meriti e dalle nostre povertà. Preghiamo.
• Per il Papa, i vescovi, i presbiteri, i diaconi, perché sull’esempio di Cristo Gesù siano espressione dello spirito delle Beatitudini, per essere presenza di amore, di speranza, compagni di viaggio per il popolo loro affidato. Preghiamo.
• Per tutti coloro che sono impegnati in ruoli di responsabilità politica e sociale, perché possano ricoprire i loro incarichi nella consapevolezza di avere ricevuto una chiamata a essere collaboratori dell’opera di Dio nella storia. Preghiamo.
• Per i giovani, perché imparino a non confidare solo sulle loro certezze, non si lascino condurre dai richiami delle apparenze, dei beni materiali, ma sia la Parola di Cristo l’unica loro guida in cui riporre sicurezza e speranza. Preghiamo.
• Per noi qui riuniti: la partecipazione a questa Eucarestia rinnovi la nostra vita e ci conduca a un ascolto sempre più assiduo e attento della Parola di Dio, perché possiamo sentirci amati ogni giorno da Lui a prescindere dai nostri meriti e dalle nostre povertà. Preghiamo.
Dialogo eucaristico
Grazie, Signore Gesù, che nell’Eucarestia ti incarni nella nostra vita, nella nostra storia. Solo tu sai parlare al cuore, toccare le nostre ferite e guarirle con il tuo amore. Grazie perché con te possiamo permetterci di non mostrarci perfetti, senza difetti, migliori degli altri. No. Con te possiamo mostrarci così come siamo, in tutte le nostre contraddizioni. Ma il tuo sguardo pieno di tenerezza non può non seguirci. Anche se a volte ci sentiamo smarriti, sappiamo di essere nelle tue mani. Come il salmista, anche noi così ti vogliamo pregare: “Una cosa ho chiesto al Signore, questa sola io cerco: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita, per contemplare la bellezza del Signore e ammirare il suo santuario. Nella sua dimora mi offre riparo, nel giorno della sventura. Mi nasconde nel segreto della sua tenda, sopra una roccia mi innalza” (Sal 27, 4-5). Grazie perché solo il tuo amore può salvarci.
C’è una strada per la gioia e ce l’ha tracciata Cristo:
la nostra povertà quotidiana, la nostra mitezza, la nostra azione di pace, la nostra sofferenza, la nostra fame e sete di giustizia, la nostra peregrinazione e la nostra attesa, la nostra misericordia, la nostra purificazione. (Lorenzo da Fara).
Grazie Signore di questa via che ci hai tracciato e della Eucaristia che ci conferma nel cammino. Amen
Grazie, Signore Gesù, che nell’Eucarestia ti incarni nella nostra vita, nella nostra storia. Solo tu sai parlare al cuore, toccare le nostre ferite e guarirle con il tuo amore. Grazie perché con te possiamo permetterci di non mostrarci perfetti, senza difetti, migliori degli altri. No. Con te possiamo mostrarci così come siamo, in tutte le nostre contraddizioni. Ma il tuo sguardo pieno di tenerezza non può non seguirci. Anche se a volte ci sentiamo smarriti, sappiamo di essere nelle tue mani. Come il salmista, anche noi così ti vogliamo pregare: “Una cosa ho chiesto al Signore, questa sola io cerco: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita, per contemplare la bellezza del Signore e ammirare il suo santuario. Nella sua dimora mi offre riparo, nel giorno della sventura. Mi nasconde nel segreto della sua tenda, sopra una roccia mi innalza” (Sal 27, 4-5). Grazie perché solo il tuo amore può salvarci.
C’è una strada per la gioia e ce l’ha tracciata Cristo:
la nostra povertà quotidiana, la nostra mitezza, la nostra azione di pace, la nostra sofferenza, la nostra fame e sete di giustizia, la nostra peregrinazione e la nostra attesa, la nostra misericordia, la nostra purificazione. (Lorenzo da Fara).
Grazie Signore di questa via che ci hai tracciato e della Eucaristia che ci conferma nel cammino. Amen
Idea guida
Diventiamo annunciatori coraggiosi del messaggio rivoluzionario di Gesù.
Diventiamo annunciatori coraggiosi del messaggio rivoluzionario di Gesù.
Sussidio preparato da Chiara Privitera, Rita Fichera
e Mirella Scalia
e Mirella Scalia
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