Idea Luce
Il Regno di Cristo “non è di questo mondo”.
Il Regno di Cristo “non è di questo mondo”.
Introduzione
In questa ultima domenica dell’anno liturgico, si celebra la regalità di Nostro Signore Gesù Cristo, Re dell’Universo. La regalità di Gesù non è terrena con il potere del comando, ma spirituale con il potere dell’Amore, della Misericordia e del Servizio. Il potere di Cristo viene dal Cielo e agisce nel cuore degli uomini donando la vita e l’incontro col Padre. Seguiamo Cristo, viviamo il Vangelo e doniamo ai fratelli l’amore del Padre manifestato a tutti attraverso il Figlio Gesù. Acclamiamo il Re e, come ci esorta Papa Francesco, “Santifichiamoci, accettando ogni giorno la via del Vangelo nonostante ci procuri problemi; questo è santità”.
In questa ultima domenica dell’anno liturgico, si celebra la regalità di Nostro Signore Gesù Cristo, Re dell’Universo. La regalità di Gesù non è terrena con il potere del comando, ma spirituale con il potere dell’Amore, della Misericordia e del Servizio. Il potere di Cristo viene dal Cielo e agisce nel cuore degli uomini donando la vita e l’incontro col Padre. Seguiamo Cristo, viviamo il Vangelo e doniamo ai fratelli l’amore del Padre manifestato a tutti attraverso il Figlio Gesù. Acclamiamo il Re e, come ci esorta Papa Francesco, “Santifichiamoci, accettando ogni giorno la via del Vangelo nonostante ci procuri problemi; questo è santità”.
Liturgia della Parola
LETTURE:
Dn 7, 13-14;
Sal 92 – Rit. Il Signore regna, si riveste di splendore;
Ap 1, 5-8;
Gv 18, 33b-37
Nel brano del profeta Daniele si preannuncia “uno simile a un figlio dell’uomo” che riceve forza e potere da Dio e il suo popolo trionferà su tutti i popoli. Solo Gesù realizzerà questa profezia, senza sottomettere nessuno. Con il sacrificio della propria vita ha istituito un regno la cui durata è senza tempo e la cui dimora è eterna. Nel suo Regno Egli rende gli uomini figli di Dio, fratelli in Cristo, animati dall’Amore del Padre. Il brano del Vangelo secondo Giovanni racconta l’incontro e il dialogo tra Gesù e Pilato in cui il Signore dichiara di essere Re di un Regno che “non è di questo mondo” e non si basa sul potere terreno, ma sul comandamento dell’amore. Anche noi, sull’esempio del Signore, non esercitiamo il potere sugli altri, ma, con grande generosità, doniamo umilmente il nostro amore e il nostro servizio ai fratelli.
LETTURE:
Dn 7, 13-14;
Sal 92 – Rit. Il Signore regna, si riveste di splendore;
Ap 1, 5-8;
Gv 18, 33b-37
Nel brano del profeta Daniele si preannuncia “uno simile a un figlio dell’uomo” che riceve forza e potere da Dio e il suo popolo trionferà su tutti i popoli. Solo Gesù realizzerà questa profezia, senza sottomettere nessuno. Con il sacrificio della propria vita ha istituito un regno la cui durata è senza tempo e la cui dimora è eterna. Nel suo Regno Egli rende gli uomini figli di Dio, fratelli in Cristo, animati dall’Amore del Padre. Il brano del Vangelo secondo Giovanni racconta l’incontro e il dialogo tra Gesù e Pilato in cui il Signore dichiara di essere Re di un Regno che “non è di questo mondo” e non si basa sul potere terreno, ma sul comandamento dell’amore. Anche noi, sull’esempio del Signore, non esercitiamo il potere sugli altri, ma, con grande generosità, doniamo umilmente il nostro amore e il nostro servizio ai fratelli.
Traccia di riflessione
Le letture di oggi descrivono le caratteristiche del Regno di Dio. Un Regno trascendente, indistruttibile, eterno che noi abbiamo potuto conoscere non tanto perché qualcuno ce ne ha parlato o lo ha presentato come progetto, ma perché è stato seminato nella nostra vita e nei nostri cuori da un inviato speciale venuto perché noi potessimo prenderne parte. Il passo del Vangelo di Giovanni della liturgia odierna ci offre un quadro molto eloquente: ci sono due uomini a confronto, Gesù e Pilato, uno di fronte all’altro. I due dialogano e l’argomento è la regalità di Cristo. A confrontarsi non sono due filosofie o mentalità differenti ma due livelli di vita assolutamente diversi: quello umano e quello divino. E mentre Pilato cerca di capire come possa essere re un uomo senza potere, senza denaro e ancor più senza esercito, Cristo gli annuncia la sua regalità pronta a farsi forza del trono della croce, della corona di spine e nella spogliazione totale di ogni bene terreno. È la regalità di chi dalla Croce tutti attira a sé. Innalzato su quel trono, Gesù pronuncerà quel “Ho sete!” che a noi suona come: “Eccomi, mi dono totalmente perché dove sono io possa essere anche tu per regnare insieme in questa vastità infinita di amore, di vita, di luce”. Alziamo, dunque, lo sguardo verso questo Regno con le mani tese verso il futuro definitivo ma col cuore e la mente ben radicati in ciò che ha iniziato in noi l’avventura della salvezza: il nostro Battesimo nel quale siamo stati inseriti nella vita di Cristo per essere con lui sacerdoti, re e profeti.
Le letture di oggi descrivono le caratteristiche del Regno di Dio. Un Regno trascendente, indistruttibile, eterno che noi abbiamo potuto conoscere non tanto perché qualcuno ce ne ha parlato o lo ha presentato come progetto, ma perché è stato seminato nella nostra vita e nei nostri cuori da un inviato speciale venuto perché noi potessimo prenderne parte. Il passo del Vangelo di Giovanni della liturgia odierna ci offre un quadro molto eloquente: ci sono due uomini a confronto, Gesù e Pilato, uno di fronte all’altro. I due dialogano e l’argomento è la regalità di Cristo. A confrontarsi non sono due filosofie o mentalità differenti ma due livelli di vita assolutamente diversi: quello umano e quello divino. E mentre Pilato cerca di capire come possa essere re un uomo senza potere, senza denaro e ancor più senza esercito, Cristo gli annuncia la sua regalità pronta a farsi forza del trono della croce, della corona di spine e nella spogliazione totale di ogni bene terreno. È la regalità di chi dalla Croce tutti attira a sé. Innalzato su quel trono, Gesù pronuncerà quel “Ho sete!” che a noi suona come: “Eccomi, mi dono totalmente perché dove sono io possa essere anche tu per regnare insieme in questa vastità infinita di amore, di vita, di luce”. Alziamo, dunque, lo sguardo verso questo Regno con le mani tese verso il futuro definitivo ma col cuore e la mente ben radicati in ciò che ha iniziato in noi l’avventura della salvezza: il nostro Battesimo nel quale siamo stati inseriti nella vita di Cristo per essere con lui sacerdoti, re e profeti.
Preghiera dei fedeli
• Per la Santa Chiesa, fortificata dal sacramento dell’Eucaristia, che sia luce per guidare i popoli sulle vie della giustizia, della pace e della fraternità fino alla santità della vita, preghiamo.
• Per il Sommo Pontefice, i pastori e i ministri della Chiesa che, proclamando il Vangelo di Cristo, possano far comprendere a tutti gli uomini la logica dell’amore e della fraternità, preghiamo.
• Per i governanti delle Nazioni, perché non si lascino sedurre dal potere del comando, ma si adoperino per il bene di tutti, soprattutto dei più bisognosi, in un’autentica prospettiva di giustizia, di solidarietà e di pace, preghiamo.
• Per coloro che soffrono nel corpo e nello spirito, che sappiano affidarsi a Gesù e trovare in Lui speranza, consolazione e pace, preghiamo.
• Per tutti noi che ogni domenica ci accostiamo con gioia all’Eucaristia, affinché, illuminati dalla Luce del Vangelo, possiamo entrare nella logica dell’amore e della giustizia, preghiamo.
• Per il Sommo Pontefice, i pastori e i ministri della Chiesa che, proclamando il Vangelo di Cristo, possano far comprendere a tutti gli uomini la logica dell’amore e della fraternità, preghiamo.
• Per i governanti delle Nazioni, perché non si lascino sedurre dal potere del comando, ma si adoperino per il bene di tutti, soprattutto dei più bisognosi, in un’autentica prospettiva di giustizia, di solidarietà e di pace, preghiamo.
• Per coloro che soffrono nel corpo e nello spirito, che sappiano affidarsi a Gesù e trovare in Lui speranza, consolazione e pace, preghiamo.
• Per tutti noi che ogni domenica ci accostiamo con gioia all’Eucaristia, affinché, illuminati dalla Luce del Vangelo, possiamo entrare nella logica dell’amore e della giustizia, preghiamo.
Dialogo eucaristico
O Signore Gesù, Re dei re, grazie del Pane di vita eterna e per averci chiamato alla realizzazione del tuo Regno costruito sulla fede. Con gioia, Signore, apriamo il nostro cuore a Te che ci inviti ad essere servitori del tuo Regno, mettendo a frutto i doni ricevuti, e a costruire nel tempo la dimora eterna. Riconosciamo il tuo Amore e la tua santa potenza in ogni momento nella nostra vita vissuta nel continuo tentativo di mettere in pratica i tuoi insegnamenti e di annunciare a tutti le tue promesse. Signore, noi confidiamo in te! Amen.
O Signore Gesù, Re dei re, grazie del Pane di vita eterna e per averci chiamato alla realizzazione del tuo Regno costruito sulla fede. Con gioia, Signore, apriamo il nostro cuore a Te che ci inviti ad essere servitori del tuo Regno, mettendo a frutto i doni ricevuti, e a costruire nel tempo la dimora eterna. Riconosciamo il tuo Amore e la tua santa potenza in ogni momento nella nostra vita vissuta nel continuo tentativo di mettere in pratica i tuoi insegnamenti e di annunciare a tutti le tue promesse. Signore, noi confidiamo in te! Amen.
Idea guida
Scegliamo Gesù come Re e guida della nostra vita; affidiamoci con totale fiducia ai suoi insegnamenti e mettiamoli in pratica nel nostro quotidiano.
Scegliamo Gesù come Re e guida della nostra vita; affidiamoci con totale fiducia ai suoi insegnamenti e mettiamoli in pratica nel nostro quotidiano.
Sussidio preparato da Don Roberto Manenti,
Loretta Angelini, Alberto Hermanin e Annamaria Garro.
Loretta Angelini, Alberto Hermanin e Annamaria Garro.
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