Idea luce
La santità, dono e scelta per essere speranza e costruttore di pace.
La santità, dono e scelta per essere speranza e costruttore di pace.
Introduzione
Oggi, Solennità di tutti i Santi, la Chiesa celebra la Giornata Mondiale della Santificazione Universale, ideata e promossa fin dal 1957 dal Servo di Dio Guglielmo Giaquinta.
Siamo invitati a rivolgere il nostro sguardo a tutti gli uomini e le donne che hanno contribuito con l’Amore a cambiare il corso della storia; quelle dei Santi sono vite che brillano come stelle nel corso dei secoli, sono esempi di una umanità libera, autentica e vitale. Guardando loro, non possiamo non ricordare che per ogni uomo Dio ha tracciato una strada di santità. Guardando loro, non possiamo non vedere la santità come risposta di cambiamento in un mondo lacerato da conflitti e ingiustizie.
“Pellegrini di speranza, costruttori di pace” è la riflessione che il Movimento Pro Sanctitate propone quest’anno. Vogliamo accogliere l’invito di Papa Francesco per l’Anno Giubilare che sta per iniziare, quello di
tenere accesa la fiaccola della speranza che ci è stata donata e fare di tutto perché ognuno riacquisti la forza e la certezza di guardare al futuro con animo aperto, cuore fiducioso e mente lungimirante.
Seminare speranza significa impegnarsi a costruire la pace. Come ci ricorda Papa Francesco, “tutto ciò sarà possibile se saremo capaci di recuperare il senso di fraternità universale, se non chiuderemo gli occhi davanti al dramma della povertà dilagante che impedisce a milioni di uomini, donne, giovani e bambini di vivere in maniera degna di esseri umani”.
Sia la Giornata della Santificazione Universale occasione per rinnovarci nella preghiera e nella comunione con Gesù, “speranza che non delude”.
Oggi, Solennità di tutti i Santi, la Chiesa celebra la Giornata Mondiale della Santificazione Universale, ideata e promossa fin dal 1957 dal Servo di Dio Guglielmo Giaquinta.
Siamo invitati a rivolgere il nostro sguardo a tutti gli uomini e le donne che hanno contribuito con l’Amore a cambiare il corso della storia; quelle dei Santi sono vite che brillano come stelle nel corso dei secoli, sono esempi di una umanità libera, autentica e vitale. Guardando loro, non possiamo non ricordare che per ogni uomo Dio ha tracciato una strada di santità. Guardando loro, non possiamo non vedere la santità come risposta di cambiamento in un mondo lacerato da conflitti e ingiustizie.
“Pellegrini di speranza, costruttori di pace” è la riflessione che il Movimento Pro Sanctitate propone quest’anno. Vogliamo accogliere l’invito di Papa Francesco per l’Anno Giubilare che sta per iniziare, quello di
tenere accesa la fiaccola della speranza che ci è stata donata e fare di tutto perché ognuno riacquisti la forza e la certezza di guardare al futuro con animo aperto, cuore fiducioso e mente lungimirante.
Seminare speranza significa impegnarsi a costruire la pace. Come ci ricorda Papa Francesco, “tutto ciò sarà possibile se saremo capaci di recuperare il senso di fraternità universale, se non chiuderemo gli occhi davanti al dramma della povertà dilagante che impedisce a milioni di uomini, donne, giovani e bambini di vivere in maniera degna di esseri umani”.
Sia la Giornata della Santificazione Universale occasione per rinnovarci nella preghiera e nella comunione con Gesù, “speranza che non delude”.
Liturgia della Parola
LETTURE:
Ap 7, 2-4. 9-14;
Sal 23 – Rit. Ecco la generazione che cerca il tuo volto, Signore;
1Gv 3,1-3;
Mt 5, 1-12a
“Una moltitudine immensa, di ogni nazione, tribù, popolo e lingue”: bellissime parole per descrivere l’universalità della vocazione alla santità. I confini sono invenzioni umani, non appartengono al Regno di Dio. I santi attraversano la grande tribolazione, che è la vita, con una luminosa speranza nel cuore: vedere il Padre ed essere come Lui. Speranza che rende innocenti le loro mani e puro il loro cuore.
Le Beatitudini raccontano chi è Gesù e chi possiamo essere noi: una nuova ipotesi di umanità. Sono il desiderio di un tutt’altro modo di essere uomini e donne, il sogno di un mondo fatto di pace, di sincerità, di giustizia, di cuori limpidi.
LETTURE:
Ap 7, 2-4. 9-14;
Sal 23 – Rit. Ecco la generazione che cerca il tuo volto, Signore;
1Gv 3,1-3;
Mt 5, 1-12a
“Una moltitudine immensa, di ogni nazione, tribù, popolo e lingue”: bellissime parole per descrivere l’universalità della vocazione alla santità. I confini sono invenzioni umani, non appartengono al Regno di Dio. I santi attraversano la grande tribolazione, che è la vita, con una luminosa speranza nel cuore: vedere il Padre ed essere come Lui. Speranza che rende innocenti le loro mani e puro il loro cuore.
Le Beatitudini raccontano chi è Gesù e chi possiamo essere noi: una nuova ipotesi di umanità. Sono il desiderio di un tutt’altro modo di essere uomini e donne, il sogno di un mondo fatto di pace, di sincerità, di giustizia, di cuori limpidi.
Traccia di riflessione
La santità è un dono, è l’amore che Dio riversa nei nostri cuori per guarirci, per salvarci, per elevarci. Non è per pochi predestinati, ma vocazione di tutti, perché Dio ama tutti ed è impensabile che questo Padre possa non volere che ogni suo figlio sia libero e felice.
La santità è anche una scelta e non ha niente a che vedere con quelle azioni straordinarie ed eroiche con cui spesso abbiamo colorato la vita dei santi. Metterli in una nicchia equivale ad allontanarle da noi, mettere una distanza abissale tra noi e loro, per poi dire: non fa per me. La santità non consiste nel fare cose straordinarie, ma nell’essere straordinari, non nel senso di sentirsi migliori degli altri, ma nel senso di “essere”, essere su altro livello, sintonizzati con le qualità divine, rese visibili in Gesù.
Guardando Gesù, guardando la vita dei Santi, dovrebbe scaturire in noi il desiderio di essere come loro e poi dovrebbe sorgere una domanda: come?
Il vangelo riassume in una sola parola il criterio della santità: “beati”.
Noi traduciamo quest’espressione tante volte presente nei Salmi e nella sapienza di Israele con “beati” ma purtroppo non abbiamo un termine italiano che ne sveli adeguatamente il contenuto. “Beati” non è un aggettivo, è un invito alla felicità, alla pienezza di vita, alla consapevolezza di una gioia che niente e nessuno può rapire né spegnere.
Il Vangelo delle Beatitudini è un Vangelo straordinario perché è il Vangelo che più di tutti dà speranza e forza a chi lo ascolta e lo mette in pratica. Perché se volessimo tradurre in maniera più vicina al greco antico quel “beati” che sta all’inizio di ogni frase, dovremmo meglio dire in questo modo: “imparate ad essere felici ogni volta che”. Se proviamo a cambiarlo in questo modo, il Vangelo risulterebbe più chiaro. Imparate ad essere felici in ogni circostanza, perché la felicità non è qualcosa che ci piove dall’alto, ma è una decisione che dobbiamo prendere in ogni circostanza.
Le Beatitudini sono un modo diverso di guardare la realtà; si è veramente felici non perché ci si rassegna difronte alle difficoltà, ma perché si è protagonisti.
La santità dunque non è una utopia, ma un progetto che il Signore ci propone: essere uomini e donne liberi dalla schiavitù dell’egoismo, del denaro e delle cose, che mettono la giustizia prima dei propri beni e dei propri interessi, che sanno essere solidali con la sofferenza di tutti, che sono capaci di perdono, che sanno essere fedeli alla loro coscienza, anche quando questo comporta il rischio di essere derisi, compatiti, emarginati. E diventare, così, luminosi seminatori di speranza.
La santità è un dono, è l’amore che Dio riversa nei nostri cuori per guarirci, per salvarci, per elevarci. Non è per pochi predestinati, ma vocazione di tutti, perché Dio ama tutti ed è impensabile che questo Padre possa non volere che ogni suo figlio sia libero e felice.
La santità è anche una scelta e non ha niente a che vedere con quelle azioni straordinarie ed eroiche con cui spesso abbiamo colorato la vita dei santi. Metterli in una nicchia equivale ad allontanarle da noi, mettere una distanza abissale tra noi e loro, per poi dire: non fa per me. La santità non consiste nel fare cose straordinarie, ma nell’essere straordinari, non nel senso di sentirsi migliori degli altri, ma nel senso di “essere”, essere su altro livello, sintonizzati con le qualità divine, rese visibili in Gesù.
Guardando Gesù, guardando la vita dei Santi, dovrebbe scaturire in noi il desiderio di essere come loro e poi dovrebbe sorgere una domanda: come?
Il vangelo riassume in una sola parola il criterio della santità: “beati”.
Noi traduciamo quest’espressione tante volte presente nei Salmi e nella sapienza di Israele con “beati” ma purtroppo non abbiamo un termine italiano che ne sveli adeguatamente il contenuto. “Beati” non è un aggettivo, è un invito alla felicità, alla pienezza di vita, alla consapevolezza di una gioia che niente e nessuno può rapire né spegnere.
Il Vangelo delle Beatitudini è un Vangelo straordinario perché è il Vangelo che più di tutti dà speranza e forza a chi lo ascolta e lo mette in pratica. Perché se volessimo tradurre in maniera più vicina al greco antico quel “beati” che sta all’inizio di ogni frase, dovremmo meglio dire in questo modo: “imparate ad essere felici ogni volta che”. Se proviamo a cambiarlo in questo modo, il Vangelo risulterebbe più chiaro. Imparate ad essere felici in ogni circostanza, perché la felicità non è qualcosa che ci piove dall’alto, ma è una decisione che dobbiamo prendere in ogni circostanza.
Le Beatitudini sono un modo diverso di guardare la realtà; si è veramente felici non perché ci si rassegna difronte alle difficoltà, ma perché si è protagonisti.
La santità dunque non è una utopia, ma un progetto che il Signore ci propone: essere uomini e donne liberi dalla schiavitù dell’egoismo, del denaro e delle cose, che mettono la giustizia prima dei propri beni e dei propri interessi, che sanno essere solidali con la sofferenza di tutti, che sono capaci di perdono, che sanno essere fedeli alla loro coscienza, anche quando questo comporta il rischio di essere derisi, compatiti, emarginati. E diventare, così, luminosi seminatori di speranza.
Preghiera dei fedeli
• Per la Chiesa, perché sia famiglia che accoglie e dona speranza, che annuncia e favorisce un’esperienza piena dell’amore di Dio. Preghiamo.
• Per il Papa, i Vescovi, i presbiteri, i diaconi, perché nel loro ministero sacerdotale siano autentici testimoni della speranza che Gesù ci insegna nel messaggio delle Beatitudini. Preghiamo.
• Per ogni uomo e donna chiamati da Dio alla santità, perché camminino sulla terra con gli occhi rivolti al cielo e con il cuore pieno di compassione per la sofferenza dei fratelli. Preghiamo.
• Per i governanti e per chi ha in mano le sorti delle nazioni, perché possano trovare nuove vie per costruire la pace, a partire da una rinnovata consapevolezza della fraternità universale. Preghiamo.
• Per la pace nel mondo, perché popoli con ideologie e culture diverse sappiano convivere nel rispetto reciproco comprendendo che l’amore è l’unico bene che esalti e gratifichi l’uomo. Preghiamo.
• Perché la Giornata della Santificazione Universale richiami con gioia la coscienza di tutti gli uomini alla fiducia di poter creare un mondo di tutti santi e di tutti fratelli. Preghiamo.
• Per la Chiesa, perché sia famiglia che accoglie e dona speranza, che annuncia e favorisce un’esperienza piena dell’amore di Dio. Preghiamo.
• Per il Papa, i Vescovi, i presbiteri, i diaconi, perché nel loro ministero sacerdotale siano autentici testimoni della speranza che Gesù ci insegna nel messaggio delle Beatitudini. Preghiamo.
• Per ogni uomo e donna chiamati da Dio alla santità, perché camminino sulla terra con gli occhi rivolti al cielo e con il cuore pieno di compassione per la sofferenza dei fratelli. Preghiamo.
• Per i governanti e per chi ha in mano le sorti delle nazioni, perché possano trovare nuove vie per costruire la pace, a partire da una rinnovata consapevolezza della fraternità universale. Preghiamo.
• Per la pace nel mondo, perché popoli con ideologie e culture diverse sappiano convivere nel rispetto reciproco comprendendo che l’amore è l’unico bene che esalti e gratifichi l’uomo. Preghiamo.
• Perché la Giornata della Santificazione Universale richiami con gioia la coscienza di tutti gli uomini alla fiducia di poter creare un mondo di tutti santi e di tutti fratelli. Preghiamo.
Dialogo eucaristico
Gesù, divino modello di santità, che con l’esempio tuo, prima ancora che
con la parola, ci hai indicato, quale meta, la perfezione del Padre, qui raccolti
ai Tuoi piedi noi vogliamo oggi rimeditare e il tuo invito all’amore e il nostro
dovere di corrispondervi.
E che altro se non amore fu la tua vita, dalla povertà della grotta alla nudità della Croce?
Ma tutto questo sopportasti, Signore, affinché noi comprendessimo cosa
significhi amore e ricordassimo insieme che in esso sta la essenza della perfezione.
E numerose volte a questa umanità smarrita hai ripetuto che solo in
te è pace vera. Tu solo infatti sei fonte viva di acqua divina, che disseta e consola,
fino a diventare in noi polla che zampilla alla vita eterna.
Che noi l’abbiamo con abbondanza questa acqua, è il tuo desiderio più
vivo, fino al punto da soffrire sulla croce una sete martoriante. E lo facesti in
espiazione di tanti che pensano potersi dissetare all’acqua del peccato o che
amano contentarsi di poche gocce di quell’acqua che tu hai invece preparato
larghissima per le anime nostre.
Signore, in questo giorno sacro al ricordo della nostra vocazione alla
santità, noi non possiamo passare indifferenti accanto a te che ci inviti alla
perfezione e ad attingere con abbondanza alle fonti della grazia.
Ci costa fatica, lo confessiamo, il correggere i nostri passi inclini alla
mediocrità e seguire le orme del tuo eroismo fino a tendere alla perfezione
del Padre, ma se questo fu l’impegno primo del nostro Battesimo noi
non possiamo né vogliamo tradirlo.
Rinunciare a Satana, vivere la tua grazia, tendere con tutte le nostre forze
verso la santità: ecco il tuo desiderio ed è anche la nostra promessa che
oggi di cuore ti rinnoviamo.
E Tu, Vergine Immacolata, vivo modello di ogni santità, dona a noi e a
tutti i figli tuoi ferma fiducia e volontà costante di diventare santi. E così sia.
con la parola, ci hai indicato, quale meta, la perfezione del Padre, qui raccolti
ai Tuoi piedi noi vogliamo oggi rimeditare e il tuo invito all’amore e il nostro
dovere di corrispondervi.
E che altro se non amore fu la tua vita, dalla povertà della grotta alla nudità della Croce?
Ma tutto questo sopportasti, Signore, affinché noi comprendessimo cosa
significhi amore e ricordassimo insieme che in esso sta la essenza della perfezione.
E numerose volte a questa umanità smarrita hai ripetuto che solo in
te è pace vera. Tu solo infatti sei fonte viva di acqua divina, che disseta e consola,
fino a diventare in noi polla che zampilla alla vita eterna.
Che noi l’abbiamo con abbondanza questa acqua, è il tuo desiderio più
vivo, fino al punto da soffrire sulla croce una sete martoriante. E lo facesti in
espiazione di tanti che pensano potersi dissetare all’acqua del peccato o che
amano contentarsi di poche gocce di quell’acqua che tu hai invece preparato
larghissima per le anime nostre.
Signore, in questo giorno sacro al ricordo della nostra vocazione alla
santità, noi non possiamo passare indifferenti accanto a te che ci inviti alla
perfezione e ad attingere con abbondanza alle fonti della grazia.
Ci costa fatica, lo confessiamo, il correggere i nostri passi inclini alla
mediocrità e seguire le orme del tuo eroismo fino a tendere alla perfezione
del Padre, ma se questo fu l’impegno primo del nostro Battesimo noi
non possiamo né vogliamo tradirlo.
Rinunciare a Satana, vivere la tua grazia, tendere con tutte le nostre forze
verso la santità: ecco il tuo desiderio ed è anche la nostra promessa che
oggi di cuore ti rinnoviamo.
E Tu, Vergine Immacolata, vivo modello di ogni santità, dona a noi e a
tutti i figli tuoi ferma fiducia e volontà costante di diventare santi. E così sia.
(Servo di Dio Guglielmo Giaquinta)
Idea guida
Sviluppiamo in noi la virtù della speranza: impegniamoci a creare relazioni di pace proprio nelle situazioni conflittuali e difficili della nostra vita.
Sussidio preparato da Sonia Chiavaroli
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