Servire
Parola di Dio
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
(Lc 1, 39-40.56)
Parola del Papa
Maria è la donna del servizio al prossimo e Maria è la donna che loda Dio. L’evangelista Luca, del resto, narra la vita stessa di Cristo come una salita verso l’alto, verso Gerusalemme, luogo del dono di sé sulla croce, e allo stesso modo descrive anche il cammino di Maria. Gesù e Maria percorrono insomma la stessa strada: due vite che salgono in alto, glorificando Dio e servendo i fratelli. Gesù come Redentore, che dà la vita per noi, per la nostra giustificazione; Maria come la serva che va a servire: due vite che vincono la morte e risorgono; due vite i cui segreti sono il servizio e la lode. Soffermiamoci su questi due aspetti: servizio e lode.
Il servizio. È quando ci abbassiamo a servire i fratelli che andiamo in alto: è l’amore che eleva la vita. Andiamo a servire i fratelli e con questo servizio andiamo “in alto”. Ma servire non è facile: la Madonna, che ha appena concepito, percorre quasi 150 chilometri per raggiungere, da Nazaret, la casa di Elisabetta. Aiutare costa, a tutti noi. Lo sperimentiamo sempre nella fatica, nella pazienza e nelle preoccupazioni che il prendersi cura degli altri comporta. Pensiamo, ad esempio, ai chilometri che tanti percorrono ogni giorno per andare e tornare dal lavoro e svolgere molte mansioni a favore del prossimo; pensiamo ai sacrifici di tempo e di sonno per accudire un neonato o un anziano; e all’impegno nel servire chi non ha da ricambiare, nella Chiesa come nel volontariato. Io ammiro il volontariato. È faticoso, ma è salire verso l’alto, è guadagnare il Cielo! Questo è servizio vero.
Il servizio. È quando ci abbassiamo a servire i fratelli che andiamo in alto: è l’amore che eleva la vita. Andiamo a servire i fratelli e con questo servizio andiamo “in alto”. Ma servire non è facile: la Madonna, che ha appena concepito, percorre quasi 150 chilometri per raggiungere, da Nazaret, la casa di Elisabetta. Aiutare costa, a tutti noi. Lo sperimentiamo sempre nella fatica, nella pazienza e nelle preoccupazioni che il prendersi cura degli altri comporta. Pensiamo, ad esempio, ai chilometri che tanti percorrono ogni giorno per andare e tornare dal lavoro e svolgere molte mansioni a favore del prossimo; pensiamo ai sacrifici di tempo e di sonno per accudire un neonato o un anziano; e all’impegno nel servire chi non ha da ricambiare, nella Chiesa come nel volontariato. Io ammiro il volontariato. È faticoso, ma è salire verso l’alto, è guadagnare il Cielo! Questo è servizio vero.
(Angelus, 15.08.2023)
Parola del Fondatore, Servo di Dio Guglielmo Giaquinta
In Maria la donazione di servizio è data dall’amore, da un amore che non possiamo dire infinito perché anche Maria è una creatura, ma certamente è massimo, verso il Padre, verso l’adorabile Trinità. Maria ama. E l’amore è cieco, non calcola.
Dall’amore nasce così una seconda nota caratteristica: la fede, l’abbandono senza riserve appunto perché l’amore è cieco, non calcola, ma si dà sino in fondo, senza riserve. È facile constatare quanto l’amore di Maria verso il Padre e verso i fratelli sia stato senza calcoli e pieno di fede. Un amore inoltre – è la terza caratteristica – che non mette condizioni anche se non sa dove questo lo porterà. All’angelo Gabriele Maria dice: “Va bene, è bello, ma dove andrò a finire, dove mi porterà?” Si dà e accetta sino in fondo, anche quando gradualmente vengono a profilarsi i momenti più tragici nella vita del Figlio e quindi nella sua.
E – quarta caratteristica – questa alleanza è un’alleanza definitiva; non si torna indietro, anche se ci sono le asprezze del cammino, anche se bisogna passare lungo l’erba del Calvario e arrivare ai piedi di una croce: non si torna indietro, costi quel che costi.
Questo è l’amore di servizio di Maria, e notate che è modellato esattamente su quell’amore che il Figlio, il Servus Javhè, ha vissuto nella sua vita.
Dall’amore nasce così una seconda nota caratteristica: la fede, l’abbandono senza riserve appunto perché l’amore è cieco, non calcola, ma si dà sino in fondo, senza riserve. È facile constatare quanto l’amore di Maria verso il Padre e verso i fratelli sia stato senza calcoli e pieno di fede. Un amore inoltre – è la terza caratteristica – che non mette condizioni anche se non sa dove questo lo porterà. All’angelo Gabriele Maria dice: “Va bene, è bello, ma dove andrò a finire, dove mi porterà?” Si dà e accetta sino in fondo, anche quando gradualmente vengono a profilarsi i momenti più tragici nella vita del Figlio e quindi nella sua.
E – quarta caratteristica – questa alleanza è un’alleanza definitiva; non si torna indietro, anche se ci sono le asprezze del cammino, anche se bisogna passare lungo l’erba del Calvario e arrivare ai piedi di una croce: non si torna indietro, costi quel che costi.
Questo è l’amore di servizio di Maria, e notate che è modellato esattamente su quell’amore che il Figlio, il Servus Javhè, ha vissuto nella sua vita.
(da Omelia, 01.05.1988)
Preghiamo con il cuore
Maria, tu sei beata perché hai detto di “sì”, però non hai conservato per te sola questa parola ma sei accorsa in fretta alla montagna di Ain Karim dove abitava tua cugina Elisabetta. La tua vita si è trasformata in un atto di carità, di servizio, perché tua cugina aveva bisogno di te. Tu le hai portato la gioia della salvezza; per questo Giovanni, il precursore, sussultò di gioia nel suo seno. Maria, tu hai visto come Dio compiva meraviglie nella tua povertà; la contemplativa è diventata la donna della missione, del servizio.
Signora, fa che la mia vita sia sempre un atto di amore, un’esperienza molto profonda del Padre che mi ama, un atto molto grande d’amore al Signore sopra tutte le cose, un gesto d’impegno quotidiano nell’amore, un amore che perdona, che comprende, che edifica la comunità-comunione, un amore che comunica costantemente Gesù agli altri per la gloria del Padre. Amen
Signora, fa che la mia vita sia sempre un atto di amore, un’esperienza molto profonda del Padre che mi ama, un atto molto grande d’amore al Signore sopra tutte le cose, un gesto d’impegno quotidiano nell’amore, un amore che perdona, che comprende, che edifica la comunità-comunione, un amore che comunica costantemente Gesù agli altri per la gloria del Padre. Amen
Beato Card. E.F. Pironio
Il dono del di più
• L’amore è autentico quando si mette a servizio con cuore filiale e fraterno. Chiediamo la maturità del cuore per saper vedere i bisogni dei fratelli e delle sorelle che ci sono vicini e per imparare a servire con semplicità, umilmente e generosamente.
• Santa Maria del Magnificat, nostra madre, ci insegni a esercitare il servizio della gioia. Ci aiuti a riconoscere nella nostra vita che siamo profondamente amati da Dio in Cristo Gesù e a riversare questa consapevolezza, come un seme di luce e di speranza, nei cuori sofferenti dei tanti fratelli e sorelle che incontriamo ogni giorno.
• Preghiamo perché le religiose, i religiosi e i seminaristi crescano nel proprio cammino vocazionale attraverso una formazione umana, pastorale, spirituale e comunitaria, che li porti a essere testimoni credibili del Vangelo (cfr Apostolato della Preghiera).
• All’intercessione del Servo di Dio Guglielmo Giaquinta affidiamo le comunità ecclesiali perché siano la casa accogliente in cui chi ciascuno possa sentirsi in famiglia e possa esprimere e mettere a servizio i propri doni nell’amore di Dio e dei fratelli.
• Santa Maria del Magnificat, nostra madre, ci insegni a esercitare il servizio della gioia. Ci aiuti a riconoscere nella nostra vita che siamo profondamente amati da Dio in Cristo Gesù e a riversare questa consapevolezza, come un seme di luce e di speranza, nei cuori sofferenti dei tanti fratelli e sorelle che incontriamo ogni giorno.
• Preghiamo perché le religiose, i religiosi e i seminaristi crescano nel proprio cammino vocazionale attraverso una formazione umana, pastorale, spirituale e comunitaria, che li porti a essere testimoni credibili del Vangelo (cfr Apostolato della Preghiera).
• All’intercessione del Servo di Dio Guglielmo Giaquinta affidiamo le comunità ecclesiali perché siano la casa accogliente in cui chi ciascuno possa sentirsi in famiglia e possa esprimere e mettere a servizio i propri doni nell’amore di Dio e dei fratelli.
Sussidio a cura di Tiziana Davico e Rosetta Di Bella
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