Rimetti a noi i nostri debiti
come noi li rimettiamo ai nostri debitori
come noi li rimettiamo ai nostri debitori
Parola di Dio
Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe.
(Mt 6, 14-15)
Parola del Papa
“Il cristiano che prega chiede anzitutto a Dio che vengano rimessi i suoi debiti, cioè i suoi peccati, le cose brutte che fa. Questa è la prima verità di ogni preghiera: fossimo anche persone perfette, fossimo anche dei santi cristallini che non deflettono mai da una vita di bene, restiamo sempre dei figli che al Padre devono tutto.
Da Lui abbiamo ricevuto tutto, in termini di natura e di grazia. La nostra vita non solo è stata voluta, ma è stata amata da Dio. Davvero non c’è spazio per la presunzione quando congiungiamo le mani per pregare. Non esistono nella Chiesa “self made man”, uomini che si sono fatti da soli. Siamo tutti debitori verso Dio e verso tante persone che ci hanno regalato condizioni di vita favorevoli. La nostra identità si costruisce a partire dal bene ricevuto. Il primo è la vita.
La relazione di benevolenza verticale da parte di Dio si rifrange ed è chiamata a tradursi in una relazione nuova che viviamo con i nostri fratelli: una relazione orizzontale. Il Dio buono ci invita ad essere tutti quanti buoni. Le due parti dell’invocazione si legano insieme con una congiunzione impietosa: chiediamo al Signore di rimettere i nostri debiti, i nostri peccati, “come” noi perdoniamo i nostri amici, la gente che vive con noi, i nostri vicini, la gente che ci ha fatto qualcosa di non bello.
Ma la grazia di Dio, così abbondante, è sempre impegnativa. Chi ha ricevuto tanto deve imparare a dare tanto e non trattenere solo per sé quello che ha ricevuto. Chi ha ricevuto tanto deve imparare a dare tanto ”.
Da Lui abbiamo ricevuto tutto, in termini di natura e di grazia. La nostra vita non solo è stata voluta, ma è stata amata da Dio. Davvero non c’è spazio per la presunzione quando congiungiamo le mani per pregare. Non esistono nella Chiesa “self made man”, uomini che si sono fatti da soli. Siamo tutti debitori verso Dio e verso tante persone che ci hanno regalato condizioni di vita favorevoli. La nostra identità si costruisce a partire dal bene ricevuto. Il primo è la vita.
La relazione di benevolenza verticale da parte di Dio si rifrange ed è chiamata a tradursi in una relazione nuova che viviamo con i nostri fratelli: una relazione orizzontale. Il Dio buono ci invita ad essere tutti quanti buoni. Le due parti dell’invocazione si legano insieme con una congiunzione impietosa: chiediamo al Signore di rimettere i nostri debiti, i nostri peccati, “come” noi perdoniamo i nostri amici, la gente che vive con noi, i nostri vicini, la gente che ci ha fatto qualcosa di non bello.
Ma la grazia di Dio, così abbondante, è sempre impegnativa. Chi ha ricevuto tanto deve imparare a dare tanto e non trattenere solo per sé quello che ha ricevuto. Chi ha ricevuto tanto deve imparare a dare tanto ”.
(Udienze 10.04.2019 e 24.04.2019)
Parola del Fondatore, Servo di Dio Guglielmo Giaquinta
Il Padre che, infinitamente buono, infinite volte ci perdona: quante volte ci siamo accostati al sacramento della Penitenza, al sacramento del perdono e il Padre ci ha perdonato e quante volte uscendo dal sacramento non abbiamo perdonato i nostri fratelli che a noi dovevano immensamente meno! E questo non può non dispiacere al Padre, il quale ci ha perdonato. La psicologia del Padre nei nostri confronti non può sopportare certi nostri atteggiamenti e, potremmo esprimerci con un termine umano, soffre di questi nostri atteggiamenti perché Egli ci ama e vuole che lo riamiamo, vuole che corrispondiamo al suo amore.
Il Padre ci attende per il ritorno autentico all’amore, per il ritorno alla pienezza della grazia, alla pienezza del fervore.
Il Padre ci attende per il ritorno autentico all’amore, per il ritorno alla pienezza della grazia, alla pienezza del fervore.
(Da Incontro al Padre – inedito)
Preghiamo con il cuore
Dammi oggi, il pane quotidiano… Il pane della speranza, per dare speranza.
Il pane della gioia, da poter spartire.
Il pane dell’intelligenza, per varcare l’impossibile.
Il pane del sorriso, da trasmettere agli altri.
Il pane della misericordia,
perché possa ricevere e dare perdono.
Il pane del dolore, da condividere.
Il pane della grazia, per non attaccarmi al male.
Il pane della fraternità, per diventare una cosa sola con i miei fratelli.
Il pane del tempo, per conoscerTi.
Il pane del silenzio, per amarTi.
Il pane della gioia, da poter spartire.
Il pane dell’intelligenza, per varcare l’impossibile.
Il pane del sorriso, da trasmettere agli altri.
Il pane della misericordia,
perché possa ricevere e dare perdono.
Il pane del dolore, da condividere.
Il pane della grazia, per non attaccarmi al male.
Il pane della fraternità, per diventare una cosa sola con i miei fratelli.
Il pane del tempo, per conoscerTi.
Il pane del silenzio, per amarTi.
Ernesto Olivero
Il dono del di più
• Preghiamo per tutti coloro che sono operano nella società e nel mondo del lavoro, perché maturino atteggiamenti di responsabilità e condivisione e impegnino le proprie energie per il bene di tutti, superando quotidianamente la tentazione dell’individualismo e della competizione.
• Preghiamo per la Chiesa, perché adotti l’ascolto e il dialogo come stile di vita a ogni livello, lasciandosi guidare dallo Spirito Santo verso le periferie del mondo. (Apostolato della Preghiera).
• Chiediamo l’intercessione* del Servo di Dio Guglielmo Giaquinta per gli operatori di pace e per chi desidera la pace, perché a tutti Dio doni forza e fiducia, capacità di vedere il bene e di combattere il male, una grande attenzione al presente e uno sguardo lungo pieno di speranza.
• Preghiamo per la Chiesa, perché adotti l’ascolto e il dialogo come stile di vita a ogni livello, lasciandosi guidare dallo Spirito Santo verso le periferie del mondo. (Apostolato della Preghiera).
• Chiediamo l’intercessione* del Servo di Dio Guglielmo Giaquinta per gli operatori di pace e per chi desidera la pace, perché a tutti Dio doni forza e fiducia, capacità di vedere il bene e di combattere il male, una grande attenzione al presente e uno sguardo lungo pieno di speranza.
Sussidio a cura di Tiziana Davico e Rosetta Di Bella
© 2023 Aggancio – Movimento Pro Sanctitate – Tutti i diritti riservati