Abbà Padre di ognuno e di tutti
Parola di Dio
… non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli.
(Mt 23, 8)
Parola del Papa
Non c’è preghiera elevata a Dio che non sia la preghiera di una comunità di fratelli e sorelle, il noi: siamo in comunità, siamo fratelli e sorelle, siamo un popolo che prega, “noi”. (…) Nella preghiera, un cristiano porta tutte le difficoltà delle persone che gli vivono accanto: quando scende la sera, racconta a Dio i dolori che ha incrociato in quel giorno; pone davanti a Lui tanti volti, amici e anche ostili; non li scaccia come distrazioni pericolose. (…)
Ci possiamo chiedere: quando prego, mi apro al grido di tante persone vicine e lontane? Oppure penso alla preghiera come a una specie di anestesia, per poter stare più tranquillo? Butto lì la domanda, ognuno si risponda. In questo caso sarei vittima di un terribile equivoco. Certo, la mia non sarebbe più una preghiera cristiana. Perché quel “noi”, che Gesù ci ha insegnato, mi impedisce di stare in pace da solo, e mi fa sentire responsabile dei miei fratelli e sorelle.
Ci sono uomini che apparentemente non cercano Dio, ma Gesù ci fa pregare anche per loro, perché Dio cerca queste persone più di tutti. Gesù non è venuto per i sani, ma per i malati, per i peccatori (cfr Lc 5,31) – cioè per tutti, perché chi pensa di essere sano, in realtà non lo è. Se lavoriamo per la giustizia, non sentiamoci migliori degli altri: il Padre fa sorgere il suo sole sopra i buoni e sopra i cattivi (cfr Mt 5,45). Ama tutti il Padre! Impariamo da Dio che è sempre buono con tutti, al contrario di noi che riusciamo ad essere buoni solo con qualcuno, con qualcuno che mi piace.
Ci possiamo chiedere: quando prego, mi apro al grido di tante persone vicine e lontane? Oppure penso alla preghiera come a una specie di anestesia, per poter stare più tranquillo? Butto lì la domanda, ognuno si risponda. In questo caso sarei vittima di un terribile equivoco. Certo, la mia non sarebbe più una preghiera cristiana. Perché quel “noi”, che Gesù ci ha insegnato, mi impedisce di stare in pace da solo, e mi fa sentire responsabile dei miei fratelli e sorelle.
Ci sono uomini che apparentemente non cercano Dio, ma Gesù ci fa pregare anche per loro, perché Dio cerca queste persone più di tutti. Gesù non è venuto per i sani, ma per i malati, per i peccatori (cfr Lc 5,31) – cioè per tutti, perché chi pensa di essere sano, in realtà non lo è. Se lavoriamo per la giustizia, non sentiamoci migliori degli altri: il Padre fa sorgere il suo sole sopra i buoni e sopra i cattivi (cfr Mt 5,45). Ama tutti il Padre! Impariamo da Dio che è sempre buono con tutti, al contrario di noi che riusciamo ad essere buoni solo con qualcuno, con qualcuno che mi piace.
(Udienza 13.02.2019)
Parola del Fondatore, Servo di Dio Guglielmo Giaquinta
Diciamo “Padre nostro”, perché siamo unità, siamo comunità, siamo corpo di Cristo. Oltre al fatto comunitario, però, c’è il rapporto personale, intimo, con il Padre: “Padre mio, io ti amo, ti adoro, ti penso e so che tu mi ami, so che tu pensi a me”. (…) Quale serenità, quale fiducia deve darci il sapere di essere, nel Figlio, figli del Padre. (…) Il Padre ha però rapporto non solo con me, ma con quanti sono accanto a me; di qui il senso di rispetto, di amore, quasi di venerazione che dobbiamo avere per gli altri. Quando manchiamo di carità, manchiamo di rispetto e di delicatezza nei confronti dei figli di Dio. Allora si comprende meglio perché tante volte nella Scrittura questo rapporto di amore viene sottolineato: perché siamo figli di Dio e il Padre ci ama tutti!
(da Il volto del Padre)
Preghiamo con il cuore
Gesù, fratello universale,
mandato a noi dal Padre
per rivelarci i misteri dell’amore infinito,
ti ringraziamo per averci chiamato a ripetere ad altri fratelli
il messaggio dell’amore tuo e del Padre.
Stacci accanto, Signore nostro fratello,
e quando la stanchezza e la nostalgia
o lo scoraggiamento dovessero sfiorarci
ricordaci che, se tu e la Madre tua per noi
avete accettato il peso della sofferenza,
possiamo anche noi fare lo stesso per i nostri fratelli.
Donaci di essere per gli altri, tuoi e nostri fratelli,
la tua luce, il tuo cuore, le tue mani
e di poter con essi camminare verso di te
e giungere così al Padre.
mandato a noi dal Padre
per rivelarci i misteri dell’amore infinito,
ti ringraziamo per averci chiamato a ripetere ad altri fratelli
il messaggio dell’amore tuo e del Padre.
Stacci accanto, Signore nostro fratello,
e quando la stanchezza e la nostalgia
o lo scoraggiamento dovessero sfiorarci
ricordaci che, se tu e la Madre tua per noi
avete accettato il peso della sofferenza,
possiamo anche noi fare lo stesso per i nostri fratelli.
Donaci di essere per gli altri, tuoi e nostri fratelli,
la tua luce, il tuo cuore, le tue mani
e di poter con essi camminare verso di te
e giungere così al Padre.
(Apostoli di fraternità da Preghiere di G. Giaquinta)
Il dono del di più
• Preghiamo per i membri del Movimento Pro Sanctitate perché siano consapevoli che il modo più efficace per annunciare la santità e la fraternità consiste nella testimonianza di una vita piena di amore per il Padre e per i fratelli e nel diventare con gioia un dono per tutti.
• Preghiamo per quanti soffrono a causa del male ricevuto da parte di membri della comunità ecclesiale: perché trovino nella Chiesa stessa una risposta concreta al loro dolore e alle loro sofferenze. (Apostolato della Preghiera)
• Affidiamo a San Giuseppe tutti i papà e le mamme nel loro impegno quotidiano a favore della vita. Sappiano come lui riempire di forza e di tenerezza il lavoro, il servizio e ogni gesto quotidiano, il loro cuore ami senza voler possedere, perché i figli possano crescere capaci di scelte libere di amore e di maturità.
• Chiediamo l’intercessione del Servo di Dio Guglielmo Giaquinta per le famiglie, perché siano fondate sull’amore reciproco che supera anche la logica del sacrificio per aprirsi a quella del dono di sé che genera fiducia e serenità, che crea ambienti capaci di accoglienza e di servizio autentico a ogni condizione di vita.
• Preghiamo per quanti soffrono a causa del male ricevuto da parte di membri della comunità ecclesiale: perché trovino nella Chiesa stessa una risposta concreta al loro dolore e alle loro sofferenze. (Apostolato della Preghiera)
• Affidiamo a San Giuseppe tutti i papà e le mamme nel loro impegno quotidiano a favore della vita. Sappiano come lui riempire di forza e di tenerezza il lavoro, il servizio e ogni gesto quotidiano, il loro cuore ami senza voler possedere, perché i figli possano crescere capaci di scelte libere di amore e di maturità.
• Chiediamo l’intercessione del Servo di Dio Guglielmo Giaquinta per le famiglie, perché siano fondate sull’amore reciproco che supera anche la logica del sacrificio per aprirsi a quella del dono di sé che genera fiducia e serenità, che crea ambienti capaci di accoglienza e di servizio autentico a ogni condizione di vita.
Sussidio a cura di Tiziana Davico e Rosetta Di Bella
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