Idea Luce
Prepararsi alle sorprese.
Prepararsi alle sorprese.
Introduzione
La liturgia di questa III domenica di Avvento ci insegna che chi decide di seguire Gesù deve prepararsi alle sorprese: è capitato anche a Giovanni Battista. Egli, che aveva predicato un intervento punitivo di Dio – “Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco… Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile” (Mt 3, 10.12) – è sconvolto dall’atteggiamento di Gesù, che accoglie i peccatori senza minacciarli! Gesù realizza il sogno delineato in Isaia 35: trasformare il deserto in un giardino. Coloro che vivono ai margini della società non solo troveranno il loro spazio, ma saranno ai primi posti nel regno di Dio.
La liturgia di questa III domenica di Avvento ci insegna che chi decide di seguire Gesù deve prepararsi alle sorprese: è capitato anche a Giovanni Battista. Egli, che aveva predicato un intervento punitivo di Dio – “Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco… Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile” (Mt 3, 10.12) – è sconvolto dall’atteggiamento di Gesù, che accoglie i peccatori senza minacciarli! Gesù realizza il sogno delineato in Isaia 35: trasformare il deserto in un giardino. Coloro che vivono ai margini della società non solo troveranno il loro spazio, ma saranno ai primi posti nel regno di Dio.
Liturgia della Parola
LETTURE: Is 35, 1-6a. 8a.10;
Sal 145 – Rit. Vieni, Signore, a salvarci;
Gc 5, 7-10;
Mt 11, 2-11
Facciamo fatica ad accettare i ritmi operativi di Gesù; ci riesce difficile accettare che dobbiamo essere noi ad eseguire la sua volontà e non Lui la nostra! Se ci può consolare, Gesù ha messo in crisi anche il Battista; tanto più noi che non siamo stati santificati nel seno materno come avvenne per Giovanni! Accogliamo la Parola.
LETTURE: Is 35, 1-6a. 8a.10;
Sal 145 – Rit. Vieni, Signore, a salvarci;
Gc 5, 7-10;
Mt 11, 2-11
Facciamo fatica ad accettare i ritmi operativi di Gesù; ci riesce difficile accettare che dobbiamo essere noi ad eseguire la sua volontà e non Lui la nostra! Se ci può consolare, Gesù ha messo in crisi anche il Battista; tanto più noi che non siamo stati santificati nel seno materno come avvenne per Giovanni! Accogliamo la Parola.
Traccia di riflessione
La prima lettura è tratta dal capitolo conclusivo della prima parte del libro di Isaia, che annuncia ai deportati il ritorno in patria; da quando nel 587 a.C. il re di Babilonia, Nabucodonosor, aveva condotto in esilio la parte più rappresentativa della società giudaica (2Re 25, 11). Questa situazione è durata fino al 538 a.C. quando Ciro il Grande permetterà ai deportati di rientrare nei loro paesi di origine (Es 1, 1-6). È questo sogno che viene annunciato dal testo di Isaia. Per questo “miracolo” attribuito dal profeta all’azione di Dio, Ciro diventerà un “messia”. Il vocabolo tradotto con “eletto” in ebraico è “messia, unto”, il titolo riservato ai re di Israele e poi a Gesù con l’appellativo di Cristo; esso, infatti, è la traduzione greca del termine ebraico messia. La gioia provocata nei reduci da questo annuncio è espressa nel Sal 126: “Quando il Signore ricondusse i prigionieri di Sion, ci sembrava di sognare …”. L’azione liberatrice operata dal re persiano diventa immagine della liberazione portata da Cristo.
La lettura del Vangelo ci offre un’immagine della crisi che molti giudei hanno affrontato di fronte al modo con cui Gesù realizzava il ruolo di Messia: Giovanni, come la stragrande maggioranza dei contemporanei di Gesù, aspettava un Messia politico che mettesse in ordine le cose; invece di pulire l’aia e tagliare dalle radici gli alberi cattivi, Gesù accoglieva i peccatori, aveva sempre una buona parola di conforto per tutti. E questo sua modo di comportarsi è la risposta diretta alle domanda di Giovanni, così come alle nostre: “Ma sei tu? Come facciamo a riconoscerti?”. Gesù risponde alla richiesta di Giovanni e consegna a noi il segreto per riconoscere la Sua venuta: “Ai poveri è annunciato il Vangelo”, la Parola buona che Dio dona ai suoi figli perché siano nella gioia.
Gesù illumina il suo precursore sulla vera missione sua, ma nello stesso tempo tesse l’elogio di uno che, nonostante i suoi limiti, si era dedicato totalmente alla sua missione, fino a rimetterci la testa.
La seconda lettura (Gc 5, 7-10) esorta a saper adeguare le proprie speranze al ritmo di Dio; il modello è quello del contadino che dopo aver fatto la propria parte, attende con pazienza che Dio, con il suo intervento faccia fruttificare il suo lavoro. Dio ha i suoi ritmi e l’uomo di fede li deve rispettare!
La prima lettura è tratta dal capitolo conclusivo della prima parte del libro di Isaia, che annuncia ai deportati il ritorno in patria; da quando nel 587 a.C. il re di Babilonia, Nabucodonosor, aveva condotto in esilio la parte più rappresentativa della società giudaica (2Re 25, 11). Questa situazione è durata fino al 538 a.C. quando Ciro il Grande permetterà ai deportati di rientrare nei loro paesi di origine (Es 1, 1-6). È questo sogno che viene annunciato dal testo di Isaia. Per questo “miracolo” attribuito dal profeta all’azione di Dio, Ciro diventerà un “messia”. Il vocabolo tradotto con “eletto” in ebraico è “messia, unto”, il titolo riservato ai re di Israele e poi a Gesù con l’appellativo di Cristo; esso, infatti, è la traduzione greca del termine ebraico messia. La gioia provocata nei reduci da questo annuncio è espressa nel Sal 126: “Quando il Signore ricondusse i prigionieri di Sion, ci sembrava di sognare …”. L’azione liberatrice operata dal re persiano diventa immagine della liberazione portata da Cristo.
La lettura del Vangelo ci offre un’immagine della crisi che molti giudei hanno affrontato di fronte al modo con cui Gesù realizzava il ruolo di Messia: Giovanni, come la stragrande maggioranza dei contemporanei di Gesù, aspettava un Messia politico che mettesse in ordine le cose; invece di pulire l’aia e tagliare dalle radici gli alberi cattivi, Gesù accoglieva i peccatori, aveva sempre una buona parola di conforto per tutti. E questo sua modo di comportarsi è la risposta diretta alle domanda di Giovanni, così come alle nostre: “Ma sei tu? Come facciamo a riconoscerti?”. Gesù risponde alla richiesta di Giovanni e consegna a noi il segreto per riconoscere la Sua venuta: “Ai poveri è annunciato il Vangelo”, la Parola buona che Dio dona ai suoi figli perché siano nella gioia.
Gesù illumina il suo precursore sulla vera missione sua, ma nello stesso tempo tesse l’elogio di uno che, nonostante i suoi limiti, si era dedicato totalmente alla sua missione, fino a rimetterci la testa.
La seconda lettura (Gc 5, 7-10) esorta a saper adeguare le proprie speranze al ritmo di Dio; il modello è quello del contadino che dopo aver fatto la propria parte, attende con pazienza che Dio, con il suo intervento faccia fruttificare il suo lavoro. Dio ha i suoi ritmi e l’uomo di fede li deve rispettare!
Preghiera dei fedeli
• Per il Papa, i vescovi, i presbiteri e i diaconi, perché come Giovanni Battista siano messaggeri di Cristo e sappiano preparare la sua venuta. Preghiamo.
• Per i governanti, perché siano costanti nel perseguire il bene comune e nella ricerca della giustizia e della pace per tutti. Preghiamo.
• Per i poveri e gli emarginati, perché siano oggetto dell’amore preferenziale di coloro che si dicono cristiani e che sanno accogliere e amare secondo la logica di Dio. Preghiamo
• Per noi qui riuniti, perché questa domenica della gioia ci faccia pregustare l’incontro con il Signore Gesù, che viene a salvare ogni uomo. Preghiamo.
• Per i governanti, perché siano costanti nel perseguire il bene comune e nella ricerca della giustizia e della pace per tutti. Preghiamo.
• Per i poveri e gli emarginati, perché siano oggetto dell’amore preferenziale di coloro che si dicono cristiani e che sanno accogliere e amare secondo la logica di Dio. Preghiamo
• Per noi qui riuniti, perché questa domenica della gioia ci faccia pregustare l’incontro con il Signore Gesù, che viene a salvare ogni uomo. Preghiamo.
Dialogo eucaristico
O Gesù Eucaristia, ti rendiamo grazie, perché sei il motivo della nostra gioia: la gioia di ogni volta che sperimentiamo la tua presenza, la gioia di sentirci amati da te, la gioia di portare questo lieto annuncio ai fratelli, specialmente ai piccoli e ai poveri. Con te ci sentiamo al sicuro, svanisce ogni paura e ogni amarezza del cuore, perché la tua dolce compagnia ci consola e ci conforta profondamente. In questo momento non abbiamo alcun dubbio su chi sei: Tu sei il Signore della nostra vita, Tu sei la nostra gioia. Vieni presto, Signore Gesù!
O Gesù Eucaristia, ti rendiamo grazie, perché sei il motivo della nostra gioia: la gioia di ogni volta che sperimentiamo la tua presenza, la gioia di sentirci amati da te, la gioia di portare questo lieto annuncio ai fratelli, specialmente ai piccoli e ai poveri. Con te ci sentiamo al sicuro, svanisce ogni paura e ogni amarezza del cuore, perché la tua dolce compagnia ci consola e ci conforta profondamente. In questo momento non abbiamo alcun dubbio su chi sei: Tu sei il Signore della nostra vita, Tu sei la nostra gioia. Vieni presto, Signore Gesù!
Idea guida
Portiamo a tutti la gioia del Vangelo.
Portiamo a tutti la gioia del Vangelo.
Animazione liturgica preparata da don Giovanni Deiana, biblista,
Roberta Fioravanti ed Alberto Hermanin
Roberta Fioravanti ed Alberto Hermanin
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