Mitezza
Parola di Dio
Il vostro ornamento non sia quello esteriore ma piuttosto, nel profondo del vostro cuore, un’anima incorruttibile, piena di mitezza e di pace: ecco ciò che è prezioso davanti a Dio.
(1Pt 3, 1-4)
Parola del Papa
La mitezza si manifesta nei momenti di conflitto, si vede da come si reagisce ad una situazione ostile. Chiunque potrebbe sembrare mite quando tutto è tranquillo, ma come reagisce “sotto pressione”, se viene attaccato, offeso, aggredito? (…) La mitezza di Gesù si vede fortemente nella sua Passione.
Nella Scrittura la parola “mite” indica anche colui che non ha proprietà terriere; e dunque ci colpisce il fatto che la terza beatitudine dica proprio che i miti “avranno in eredità la terra”. (…)
Ma guardiamo bene il verbo usato per indicare il possesso dei miti: essi non conquistano la terra; non dice “beati i miti perché conquisteranno la terra”. La “ereditano”. (…) Quella terra è una promessa e un dono per il popolo di Dio, e diventa segno di qualcosa di molto più grande di un semplice territorio. C’è una “terra” – permettete il gioco di parole – che è il Cielo, cioè la terra verso cui noi camminiamo: i nuovi cieli e la nuova terra verso cui noi andiamo (cfr. Is 65,17; 66,22; 2Pt 3,13; Ap 21,1). Allora il mite è colui che “eredita” il più sublime dei territori. Non è un codardo, un “fiacco” che si trova una morale di ripiego per restare fuori dai problemi. Tutt’altro! È una persona che ha ricevuto un’eredità e non la vuole disperdere. Il mite non è un accomodante ma è il discepolo di Cristo che ha imparato a difendere ben altra terra. Lui difende la sua pace, difende il suo rapporto con Dio, difende i suoi doni, i doni di Dio, custodendo la misericordia, la fraternità, la fiducia, la speranza. Perché le persone miti sono persone misericordiose, fraterne, fiduciose e persone con speranza. (…)
La mitezza è conquista di tante cose. La mitezza è capace di vincere il cuore, salvare le amicizie e tanto altro, perché le persone si adirano ma poi si calmano, ci ripensano e tornano sui loro passi, e così si può ricostruire con la mitezza.
La “terra” da conquistare con la mitezza è la salvezza di quel fratello di cui parla lo stesso Vangelo di Matteo: «Se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello» (Mt 18,15). Non c’è terra più bella del cuore altrui, non c’è territorio più bello da guadagnare della pace ritrovata con un fratello. E quella è la terra da ereditare con la mitezza!
Nella Scrittura la parola “mite” indica anche colui che non ha proprietà terriere; e dunque ci colpisce il fatto che la terza beatitudine dica proprio che i miti “avranno in eredità la terra”. (…)
Ma guardiamo bene il verbo usato per indicare il possesso dei miti: essi non conquistano la terra; non dice “beati i miti perché conquisteranno la terra”. La “ereditano”. (…) Quella terra è una promessa e un dono per il popolo di Dio, e diventa segno di qualcosa di molto più grande di un semplice territorio. C’è una “terra” – permettete il gioco di parole – che è il Cielo, cioè la terra verso cui noi camminiamo: i nuovi cieli e la nuova terra verso cui noi andiamo (cfr. Is 65,17; 66,22; 2Pt 3,13; Ap 21,1). Allora il mite è colui che “eredita” il più sublime dei territori. Non è un codardo, un “fiacco” che si trova una morale di ripiego per restare fuori dai problemi. Tutt’altro! È una persona che ha ricevuto un’eredità e non la vuole disperdere. Il mite non è un accomodante ma è il discepolo di Cristo che ha imparato a difendere ben altra terra. Lui difende la sua pace, difende il suo rapporto con Dio, difende i suoi doni, i doni di Dio, custodendo la misericordia, la fraternità, la fiducia, la speranza. Perché le persone miti sono persone misericordiose, fraterne, fiduciose e persone con speranza. (…)
La mitezza è conquista di tante cose. La mitezza è capace di vincere il cuore, salvare le amicizie e tanto altro, perché le persone si adirano ma poi si calmano, ci ripensano e tornano sui loro passi, e così si può ricostruire con la mitezza.
La “terra” da conquistare con la mitezza è la salvezza di quel fratello di cui parla lo stesso Vangelo di Matteo: «Se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello» (Mt 18,15). Non c’è terra più bella del cuore altrui, non c’è territorio più bello da guadagnare della pace ritrovata con un fratello. E quella è la terra da ereditare con la mitezza!
(Udienza del 19.04.2020)
Parola del Fondatore, Servo di Dio Guglielmo Giaquinta
Il “Beati i miti, perché erediteranno la terra”. La mitezza del Cuore di Gesù, la mitezza di quel giovane che passa tranquillamente le sue giornate nel lavoro! (…)
Ciò che più colpisce in Gesù, nel tempo della vita pubblica, sono le virtù che potremmo chiamare sociali (…) che permettono il contatto con gli altri, contatto che è tanto difficile che sia dolce, comprensivo, affabile, generoso, mite! Ed è invece quello che noi troviamo in Gesù: la comprensione degli altri, la bontà verso gli altri, il saper sperare negli altri, il senso di ottimismo.
(…).
Quindi, quando Egli ci dice: Imparate da me che sono mite ed umile di cuore (Mt 11,29), ci insegna una delle grandi componenti della sua anima, della sua mentalità, del suo pensiero, del suo carattere, del suo cuore; Gesù non sa che farsene della durezza, Egli vuole la dolcezza, la comprensione, la serenità, vuole l’affetto, l’amore perché se avesse voluto altre cose non sarebbe stata necessaria l’Incarnazione. L’onnipotenza infatti l’ha sempre avuta, ma era la bontà che Egli voleva dimostrare alla creatura umana, e in un modo eccezionale, sorprendente e unico.
Ciò che più colpisce in Gesù, nel tempo della vita pubblica, sono le virtù che potremmo chiamare sociali (…) che permettono il contatto con gli altri, contatto che è tanto difficile che sia dolce, comprensivo, affabile, generoso, mite! Ed è invece quello che noi troviamo in Gesù: la comprensione degli altri, la bontà verso gli altri, il saper sperare negli altri, il senso di ottimismo.
(…).
Quindi, quando Egli ci dice: Imparate da me che sono mite ed umile di cuore (Mt 11,29), ci insegna una delle grandi componenti della sua anima, della sua mentalità, del suo pensiero, del suo carattere, del suo cuore; Gesù non sa che farsene della durezza, Egli vuole la dolcezza, la comprensione, la serenità, vuole l’affetto, l’amore perché se avesse voluto altre cose non sarebbe stata necessaria l’Incarnazione. L’onnipotenza infatti l’ha sempre avuta, ma era la bontà che Egli voleva dimostrare alla creatura umana, e in un modo eccezionale, sorprendente e unico.
(Dal Corso di Esercizi Spirituali “I misteri dell’anima di Gesù”)
Preghiamo con il cuore
Signore il mio cuore non si è insuperbito, non ho alzato i miei occhi con orgoglio, non vado in cerca di grandezza né voglio imprese superiori alle mie forze.
Me ne sto nella pace e nel silenzio come un bambino al collo di sua madre.
Come un bimbo svezzato è in te il mio spirito.
Sia Dio la tua salvezza ora e sempre.
Me ne sto nella pace e nel silenzio come un bambino al collo di sua madre.
Come un bimbo svezzato è in te il mio spirito.
Sia Dio la tua salvezza ora e sempre.
(Sal 130)
Il dono del di più
• Preghiamo per il mondo che attraversa un tempo di grande sofferenza, perché il Signore della storia continui a spargere semi di speranza sempre nuovi a partire dal cuore degli uomini di buona volontà, perché maturino coscienze generose ed equilibrate che sappiano trovare le strade di un efficace rinnovamento per il bene di tutti.
• Preghiamo perché i cristiani, cercando di somigliare sempre di più al loro Signore mite e umile di cuore, riscoprano la bellezza del perdono che costruisce comunione, alimentino una nuova cultura della vita, siano promotori di pace.
• Preghiamo per le famiglie e per la Chiesa grande famiglia di Dio, perché facendo scelte di accoglienza, di servizio, di misericordia, di condivisione, di gioia si aiuti ciascuno a scoprire e valorizzare la dignità e la ricchezza della propria umanità.
• Chiediamo l’intercessione del Servo di Dio Guglielmo Giaquinta per il Movimento Pro Sanctitate e per tutti i suoi membri, perché con la forza dello Spirito del Signore siano voce creativa ed efficace di santità e di fraternità nel mondo.
• Preghiamo perché i cristiani, cercando di somigliare sempre di più al loro Signore mite e umile di cuore, riscoprano la bellezza del perdono che costruisce comunione, alimentino una nuova cultura della vita, siano promotori di pace.
• Preghiamo per le famiglie e per la Chiesa grande famiglia di Dio, perché facendo scelte di accoglienza, di servizio, di misericordia, di condivisione, di gioia si aiuti ciascuno a scoprire e valorizzare la dignità e la ricchezza della propria umanità.
• Chiediamo l’intercessione del Servo di Dio Guglielmo Giaquinta per il Movimento Pro Sanctitate e per tutti i suoi membri, perché con la forza dello Spirito del Signore siano voce creativa ed efficace di santità e di fraternità nel mondo.
Intenzioni dell’Apostolato della Preghiera
LUGLIO – Per gli anziani
“Preghiamo per gli anziani, che rappresentano le radici e la memoria di un popolo, affinché la loro esperienza e la loro saggezza aiutino i più giovani a guardare al futuro con speranza e responsabilità”.
“Preghiamo per gli anziani, che rappresentano le radici e la memoria di un popolo, affinché la loro esperienza e la loro saggezza aiutino i più giovani a guardare al futuro con speranza e responsabilità”.
AGOSTO – Per i piccoli e medi imprenditori
“Preghiamo perché i piccoli e medi imprenditori, duramente colpiti dalla crisi economica e sociale, trovino i mezzi necessari per proseguire la propria attività, al servizio delle comunità in cui vivono”.
“Preghiamo perché i piccoli e medi imprenditori, duramente colpiti dalla crisi economica e sociale, trovino i mezzi necessari per proseguire la propria attività, al servizio delle comunità in cui vivono”.
Sussidio a cura di Tiziana Davico e Rosetta Di Bella
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