Con gesti e sguardi di benevolenza
Parola di Dio
Vi dico dunque e vi scongiuro nel Signore: non comportatevi più come i pagani con i loro vani pensieri, accecati nella loro mente, estranei alla vita di Dio a causa dell’ignoranza che è in loro e della durezza del loro cuore. Così, diventati insensibili, si sono abbandonati alla dissolutezza e, insaziabili, commettono ogni sorta di impurità. Ma voi non così avete imparato a conoscere il Cristo, se davvero gli avete dato ascolto e se in lui siete stati istruiti, secondo la verità che è in Gesù, ad abbandonare, con la sua condotta di prima, l’uomo vecchio che si corrompe seguendo le passioni ingannevoli, a rinnovarvi nello spirito della vostra mente e a rivestire l’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella vera santità. Perciò, bando alla menzogna e dite ciascuno la verità al suo prossimo, perché siamo membra gli uni degli altri. Adiratevi, ma non peccate; non tramonti il sole sopra la vostra ira, e non date spazio al diavolo. Chi rubava non rubi più, anzi lavori operando il bene con le proprie mani, per poter condividere con chi si trova nel bisogno. Nessuna parola cattiva esca dalla vostra bocca, ma piuttosto parole buone che possano servire per un’opportuna edificazione, giovando a quelli che ascoltano. E non vogliate rattristare lo Spirito Santo di Dio, con il quale foste segnati per il giorno della redenzione. Scompaiano da voi ogni asprezza, sdegno, ira, grida e maldicenze con ogni sorta di malignità. Siate invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo.
(Ef 4,17-32)
Parola del Papa
Il primo passo che Dio compie verso di noi è quello di un amore anticipante e incondizionato. Dio ama per primo. Dio non ci ama perché in noi c’è qualche ragione che suscita amore. Dio ci ama perché Egli stesso è amore, e l’amore tende per sua natura a diffondersi, a donarsi. Dio non lega neppure la sua benevolenza alla nostra conversione: semmai questa è una conseguenza dell’amore di Dio. San Paolo lo dice in maniera perfetta: «Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi» (Rm 5,8). Mentre eravamo ancora peccatori. Un amore incondizionato. Eravamo “lontani”, come il figlio prodigo della parabola: «Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione…» (Lc 15,20). Per amore nostro Dio ha compiuto un esodo da Sé stesso, per venirci a trovare in questa landa dove era insensato che lui transitasse. Dio ci ha voluto bene anche quando eravamo sbagliati.
(Udienza 14.06.2017)
Parola del Fondatore, Servo di Dio Guglielmo Giaquinta
Se vogliamo cogliere il mistero pasquale in uno sguardo d’insieme – secondo quella che chiamiamo la nostra teologia e spiritualità Pro Sanctitate – dobbiamo affermare che in esso troviamo tre punti-vertice, massimi: il massimo dell’amore, il massimo del dolore, il massimo della trasformazione. Quando parliamo di mistero pasquale non possiamo ridurlo evidentemente né alla realtà della croce da sola, né alla realtà di una tomba vuota da sola, né ad un altare solo. Sono tutte e tre insieme queste realtà che costituiscono il mistero pasquale di allora, di oggi e di sempre.
Il massimo dell’amore: l’Eucaristia, il sacerdozio, l’intimità dell’Ultima Cena, il comando dell’amore, il “comandamento” nuovo. “Cum dilexisset suos qui erant in hoc mundo in finem dilexit eos – avendo amato i suoi che erano in questo mondo, li amò senza misura” (Gv 13,1).
Quante volte abbiamo meditato queste parole! È logico che, avendo Egli amato i suoi – e i “suoi” erano i Dodici, i discepoli, il mondo intero, la Chiesa potenziale – avendoli amati in modo infinito, poteva dare loro questo comando di un amore senza limiti: “Amatevi come Io vi ho amato” (cfr. Gv 13,24), cioè infinitamente.
Il massimo dell’amore: l’Eucaristia, il sacerdozio, l’intimità dell’Ultima Cena, il comando dell’amore, il “comandamento” nuovo. “Cum dilexisset suos qui erant in hoc mundo in finem dilexit eos – avendo amato i suoi che erano in questo mondo, li amò senza misura” (Gv 13,1).
Quante volte abbiamo meditato queste parole! È logico che, avendo Egli amato i suoi – e i “suoi” erano i Dodici, i discepoli, il mondo intero, la Chiesa potenziale – avendoli amati in modo infinito, poteva dare loro questo comando di un amore senza limiti: “Amatevi come Io vi ho amato” (cfr. Gv 13,24), cioè infinitamente.
(Omelia 19 marzo 19727)
Preghiamo con il cuore
Signore, siamo dinanzi a te, ai piedi del nuovo Calvario che è l’altare.
Dalle tue labbra sgorga ancora e di nuovo il tuo sitio: sete di anime.
Molti non lo ascoltano o non lo curano o lo disprezzano.
Noi vogliamo ascoltarlo, Signore, e farlo ormai legge della nostra vita.
Vogliamo tornare ai fratelli e parlare loro del tuo amore e condurli tutti al tuo cuore.
E la promessa che ti facciamo, è l’impegno che prendiamo dinanzi a Te.
Assistici con la grazia, donaci la forza dello Spirito, ricordaci la tua passione di anime.
Maria, nostra Madre, ci assista nel nostro ritorno tra i fratelli nel mondo;
sia lei a condurre di nuovo i nostri passi verso di Te. Così sia.
Dalle tue labbra sgorga ancora e di nuovo il tuo sitio: sete di anime.
Molti non lo ascoltano o non lo curano o lo disprezzano.
Noi vogliamo ascoltarlo, Signore, e farlo ormai legge della nostra vita.
Vogliamo tornare ai fratelli e parlare loro del tuo amore e condurli tutti al tuo cuore.
E la promessa che ti facciamo, è l’impegno che prendiamo dinanzi a Te.
Assistici con la grazia, donaci la forza dello Spirito, ricordaci la tua passione di anime.
Maria, nostra Madre, ci assista nel nostro ritorno tra i fratelli nel mondo;
sia lei a condurre di nuovo i nostri passi verso di Te. Così sia.
(G. Giaquinta, Impegno di fedeltà, in “PREGHIERE”)
Il dono del di più
• Continuiamo a pregare per la pace impegnandoci in gesti di pace.
• Preghiamo perché camminando con Cristo verso la Pasqua possiamo crescere nella comunione con i suoi sentimenti, nell’adesione alla volontà del Padre e nell’offerta di noi stessi per diventare come Lui presenza della misericordia di Dio per i fratelli.
• Preghiamo e offriamo per la famiglia Pro Sanctitate, perché sia presenza feconda di grazia e di bene nel mondo, perché lo Spirito ispiri la creatività e il coraggio di proporre gesti efficaci e parole vere di santità e di fraternità negli ambienti in cui è presente.
• Preghiamo perché l’impegno del personale sanitario nell’assistenza alle persone malate e agli anziani, soprattutto nei Paesi più poveri, sia sostenuto dai governi e dalle comunità locali. (Apostolato della Preghiera)
• Chiediamo l’intercessione del Servo di Dio Guglielmo Giaquinta perché gli operatori pastorali vivano il loro impegno con il cuore rivolto a Dio e pieno di benevolenza verso i fratelli
• Preghiamo perché camminando con Cristo verso la Pasqua possiamo crescere nella comunione con i suoi sentimenti, nell’adesione alla volontà del Padre e nell’offerta di noi stessi per diventare come Lui presenza della misericordia di Dio per i fratelli.
• Preghiamo e offriamo per la famiglia Pro Sanctitate, perché sia presenza feconda di grazia e di bene nel mondo, perché lo Spirito ispiri la creatività e il coraggio di proporre gesti efficaci e parole vere di santità e di fraternità negli ambienti in cui è presente.
• Preghiamo perché l’impegno del personale sanitario nell’assistenza alle persone malate e agli anziani, soprattutto nei Paesi più poveri, sia sostenuto dai governi e dalle comunità locali. (Apostolato della Preghiera)
• Chiediamo l’intercessione del Servo di Dio Guglielmo Giaquinta perché gli operatori pastorali vivano il loro impegno con il cuore rivolto a Dio e pieno di benevolenza verso i fratelli
Sussidio a cura di Tiziana Davico e Rosetta Di Bella
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