L’arte di attendere…
Parola di Dio
Giustificati dunque per fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo. Per mezzo di lui abbiamo anche, mediante la fede, l’accesso a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo, saldi nella speranza della gloria di Dio. E non solo: ci vantiamo anche nelle tribolazioni, sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza. La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.
(Rm 5, 1-5)
Parola del Papa
… Dio è paziente. Con la sua pazienza – afferma San Paolo – Egli ci «spinge alla conversione» (Rm 2,4). … Romano Guardini, diceva: la pazienza è un modo con cui Dio risponde alla nostra debolezza, per donarci il tempo di cambiare. E soprattutto il Messia, Gesù, (…) ci svela la pazienza di Dio, il Padre che ci usa misericordia e ci chiama fino all’ultima ora, che non esige la perfezione ma lo slancio del cuore, che apre nuove possibilità dove tutto sembra perduto, che cerca di fare breccia dentro di noi anche quando il nostro cuore è chiuso, che lascia crescere il buon grano senza strappare la zizzania. Questo è il motivo della nostra speranza: Dio ci attende senza stancarsi mai. Dio ci attende senza stancarsi mai. E questo è il motivo della nostra speranza. Quando ci allontaniamo ci viene a cercare, quando cadiamo a terra ci rialza, quando ritorniamo a Lui dopo esserci perduti ci aspetta a braccia aperte. Il suo amore non si misura sulla bilancia dei nostri calcoli umani, ma ci infonde sempre il coraggio di ricominciare. Ci insegna la resilienza, il coraggio di ricominciare. Sempre, tutti i giorni. Dopo le cadute, sempre, ricominciare. Lui è paziente.
E guardiamo alla nostra pazienza. (…) E ci chiediamo: che cos’è la pazienza? Certamente, non è la semplice tolleranza delle difficoltà o una sopportazione fatalista delle avversità. La pazienza non è segno di debolezza: è la fortezza d’animo che ci rende capaci di “portare il peso”, di sopportare: sopportare il peso dei problemi personali e comunitari, ci fa accogliere la diversità dell’altro, ci fa perseverare nel bene anche quando tutto sembra inutile, ci fa restare in cammino anche quando il tedio e l’accidia ci assalgono.
E guardiamo alla nostra pazienza. (…) E ci chiediamo: che cos’è la pazienza? Certamente, non è la semplice tolleranza delle difficoltà o una sopportazione fatalista delle avversità. La pazienza non è segno di debolezza: è la fortezza d’animo che ci rende capaci di “portare il peso”, di sopportare: sopportare il peso dei problemi personali e comunitari, ci fa accogliere la diversità dell’altro, ci fa perseverare nel bene anche quando tutto sembra inutile, ci fa restare in cammino anche quando il tedio e l’accidia ci assalgono.
(Omelia, 2 febbraio 2021)
Parola del Fondatore, Servo di Dio Guglielmo Giaquinta
La carità è paziente, come vorrei che comprendeste che la carità è paziente, che la carità è paziente, che la carità di Dio e l’amore di Dio è paziente quanto i secoli. Noi purtroppo non siamo pazienti, noi siamo impazienti, noi vorremmo che un seme appena piantato già desse frutti in abbondanza e non abbiamo la pazienza di saper attendere, e il Padre attende, e Cristo attende. (…) Così anche noi dobbiamo saper attendere, dobbiamo aiutare a maturare, dobbiamo dare tutti gli aiuti perché si maturi, perché si vada avanti. E poi dobbiamo saper attendere, attendere, il grande segreto dell’amore è la pazienza. Gesù ha pazienza con gli apostoli, con Giuda che chiama amico nel momento estremo del tradimento. Se Giuda avesse compreso la carica di amore che c’era in quella parola, amico, forse avrebbe trovato la forza di non disperarsi e di tornare indietro.
(Da Ritiro 25 aprile 1977)
Preghiamo con il cuore
Vergine Maria, figlia di Sion, tu che hai generato il Salvatore Gesù, donaci di comprendere il suo cuore per poter comprendere il nostro e il cuore delle persone che amiamo, delle persone che ci sono affidate, soprattutto il cuore di chi soffre e di chi vive senza speranza. Infondici il senso del tempo: del passato, del presente e dell’avvenire. Insegnaci la conoscenza del disordine della nostra vita per aprirci alle dimensioni del tempo di Dio, tempo della misericordia e dell’amore.
Amen.
Amen.
(Card. C. M. Martini da “All’alba ti cercherò”)
Il dono del di più
• In questo mese dedicato alla preghiera a S. Giuseppe preghiamo per la Pace. Sia lui, uomo giusto, a illuminare le menti dei governanti verso scelte di conciliazione e di pace.
• Preghiamo perché la Quaresima sia vissuta come tempo di riavvicinamento all’Amore di Dio.
• Preghiamo perché noi cristiani, di fronte alle nuove sfide della bioetica, promuoviamo sempre la difesa della vita con la preghiera e con l’azione sociale. (Apostolato della Preghiera)
• Chiediamo l’intercessione del Servo di Dio Guglielmo Giaquinta per tutti i papà perché possano realizzare i desideri di bene per i loro figli e da questi ricevano gratitudine e amore.
• Preghiamo perché la Quaresima sia vissuta come tempo di riavvicinamento all’Amore di Dio.
• Preghiamo perché noi cristiani, di fronte alle nuove sfide della bioetica, promuoviamo sempre la difesa della vita con la preghiera e con l’azione sociale. (Apostolato della Preghiera)
• Chiediamo l’intercessione del Servo di Dio Guglielmo Giaquinta per tutti i papà perché possano realizzare i desideri di bene per i loro figli e da questi ricevano gratitudine e amore.
Sussidio a cura di Tiziana Davico e Rosetta Di Bella
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