Idea Luce
Il Signore farà tutto per me!
Il Signore farà tutto per me!
Introduzione
In questa V domenica dell’anno liturgico siamo chiamati a riascoltare la vocazione a seguire Gesù rivolta a ciascuno, ognuno con le sue caratteristiche e la sua propria specificità di forze, carattere, identità. Lasciamoci trasformare dalla presenza del Signore: con lui le nostre debolezze, le nostre impurità, i nostri dubbi scompariranno. Una salda certezza rinnovi la nostra fiducia: Il Signore farà tutto per me! Mettiamoci in profondo ascolto della sua Parola e della sua presenza: con Lui, per Lui ed in Lui possiamo diventare per gli altri il suo lieto annuncio.
In questa V domenica dell’anno liturgico siamo chiamati a riascoltare la vocazione a seguire Gesù rivolta a ciascuno, ognuno con le sue caratteristiche e la sua propria specificità di forze, carattere, identità. Lasciamoci trasformare dalla presenza del Signore: con lui le nostre debolezze, le nostre impurità, i nostri dubbi scompariranno. Una salda certezza rinnovi la nostra fiducia: Il Signore farà tutto per me! Mettiamoci in profondo ascolto della sua Parola e della sua presenza: con Lui, per Lui ed in Lui possiamo diventare per gli altri il suo lieto annuncio.
Liturgia della Parola
LETTURE:
Is. 6, 1-2. 3-8;
Sal 137 – Rit. Cantiamo al Signore, grande è la sua gloria;
1 Cor 15, 1-11;
Lc 5, 1-11
La parola di Dio di questa domenica ha un denominatore comune: la chiamata di Isaia, Paolo e Pietro. Tutti si sono sentiti inadeguati: “sono un uomo dalle labbra impure; non sono degno di essere chiamato apostolo e sono un peccatore”. Ma il Signore interviene: “è scomparsa la tua colpa”; “la grazia di Dio che è in me non è stata vana”; “non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini”. Abbandoniamoci alla misericordia di Dio e sapremo ripetere anche noi: “ecco , Signore, manda me”.
LETTURE:
Is. 6, 1-2. 3-8;
Sal 137 – Rit. Cantiamo al Signore, grande è la sua gloria;
1 Cor 15, 1-11;
Lc 5, 1-11
La parola di Dio di questa domenica ha un denominatore comune: la chiamata di Isaia, Paolo e Pietro. Tutti si sono sentiti inadeguati: “sono un uomo dalle labbra impure; non sono degno di essere chiamato apostolo e sono un peccatore”. Ma il Signore interviene: “è scomparsa la tua colpa”; “la grazia di Dio che è in me non è stata vana”; “non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini”. Abbandoniamoci alla misericordia di Dio e sapremo ripetere anche noi: “ecco , Signore, manda me”.
Traccia di riflessione
Vocazione significa “chiamata”. Riconoscere una vocazione vuol dire sentirsi chiamati, ma ancor più invocati, implorati. Ma da chi? A fare cosa? La prima lettura ci offre quella che viene definita la vocazione di Isaia. L’esperienza forte della presenza del Signore nel Tempio porta Isaia a riconoscere la sua condizione di piccolezza e inadeguatezza di fronte alla maestosità di Dio. Ma è il Signore stesso a purificare e a rendere degno colui che potrà offrirsi per la missione che l’Eterno ha da compiere. E la paura diventa disponibilità espressa in quel “Eccomi, manda me” che risuona in tutto l’essere di chi lo pronuncia. Il Vangelo ci porta sulle sponde del lago di Tiberiade dove Gesù sta annunciando la Parola. A lato ci sono alcuni pescatori stanchi e delusi per l’inefficacia dei loro sforzi spesi nello svolgere il lavoro quotidiano. Gesù li nota, li coinvolge e fa fare a loro una esperienza della sua persona e della sua Parola che produce subito un duplice effetto: Pietro da un lato supera la diffidenza e con fiducia obbedisce al Maestro e dall’altro riconosce il suo peccato e la distanza tra lui e il Signore. Ma la misericordia divina, molto più grande del peccato, entra nel cuore di Pietro e degli altri che lasciano subito tutto per seguire Gesù. Essi diventano discepoli non di una dottrina o di un sistema sociale ma di una persona che porta in sé la forza della Parola creatrice di Dio. La seconda lettura ci ricorda che oggi siamo noi ad essere chiamati a seguire Gesù, ognuno nel suo modo specifico, ma anche insieme come comunità cristiana, chiamata essa stessa ad annunciare quella Parola di salvezza di Cristo Risorto.
Vocazione significa “chiamata”. Riconoscere una vocazione vuol dire sentirsi chiamati, ma ancor più invocati, implorati. Ma da chi? A fare cosa? La prima lettura ci offre quella che viene definita la vocazione di Isaia. L’esperienza forte della presenza del Signore nel Tempio porta Isaia a riconoscere la sua condizione di piccolezza e inadeguatezza di fronte alla maestosità di Dio. Ma è il Signore stesso a purificare e a rendere degno colui che potrà offrirsi per la missione che l’Eterno ha da compiere. E la paura diventa disponibilità espressa in quel “Eccomi, manda me” che risuona in tutto l’essere di chi lo pronuncia. Il Vangelo ci porta sulle sponde del lago di Tiberiade dove Gesù sta annunciando la Parola. A lato ci sono alcuni pescatori stanchi e delusi per l’inefficacia dei loro sforzi spesi nello svolgere il lavoro quotidiano. Gesù li nota, li coinvolge e fa fare a loro una esperienza della sua persona e della sua Parola che produce subito un duplice effetto: Pietro da un lato supera la diffidenza e con fiducia obbedisce al Maestro e dall’altro riconosce il suo peccato e la distanza tra lui e il Signore. Ma la misericordia divina, molto più grande del peccato, entra nel cuore di Pietro e degli altri che lasciano subito tutto per seguire Gesù. Essi diventano discepoli non di una dottrina o di un sistema sociale ma di una persona che porta in sé la forza della Parola creatrice di Dio. La seconda lettura ci ricorda che oggi siamo noi ad essere chiamati a seguire Gesù, ognuno nel suo modo specifico, ma anche insieme come comunità cristiana, chiamata essa stessa ad annunciare quella Parola di salvezza di Cristo Risorto.
Preghiera dei fedeli
• Per la Santa Chiesa, affinché faccia sempre trasparire la presenza del Signore in cui crede e spera per la salvezza del suo popolo, preghiamo.
• Per i Vescovi, i presbiteri e i diaconi della nostra Chiesa, affinché il Signore li aiuti nella fedeltà della propria vocazione, preghiamo.
• Per i giovani che sono in cerca di Dio, affinché le nostre comunità siano testimonianza autentica e guida nel cammino della loro vita, preghiamo.
• Per le nostre famiglie, affinché sappiano accrescere il senso di ospitalità, di accoglienza e diventino luogo privilegiato per far nascere nuove vocazioni, preghiamo.
• Per i bambini, i ragazzi, i giovani delle nostre comunità, perché si sentano amati fin dal grembo materno e crescano nel desiderio di fare della propria vita un dono, preghiamo.
• Per tutti i malati, per i quali domani verrà celebrata la giornata a loro dedicata, perchè non si sentano mai soli e scoprano che la loro sofferenza non cade nel nulla ma è parte integrante nell’economia della salvezza del mondo, preghiamo.
• Per i Vescovi, i presbiteri e i diaconi della nostra Chiesa, affinché il Signore li aiuti nella fedeltà della propria vocazione, preghiamo.
• Per i giovani che sono in cerca di Dio, affinché le nostre comunità siano testimonianza autentica e guida nel cammino della loro vita, preghiamo.
• Per le nostre famiglie, affinché sappiano accrescere il senso di ospitalità, di accoglienza e diventino luogo privilegiato per far nascere nuove vocazioni, preghiamo.
• Per i bambini, i ragazzi, i giovani delle nostre comunità, perché si sentano amati fin dal grembo materno e crescano nel desiderio di fare della propria vita un dono, preghiamo.
• Per tutti i malati, per i quali domani verrà celebrata la giornata a loro dedicata, perchè non si sentano mai soli e scoprano che la loro sofferenza non cade nel nulla ma è parte integrante nell’economia della salvezza del mondo, preghiamo.
Dialogo eucaristico
Grazie Signore Gesù perché la tua misericordia ci trasforma in creature nuove, libere dalle impurità, dal nostro egoismo, per essere pronti a donarci ai fratelli! Vogliamo ripetere, come Isaia, “ecco Signore, manda me!”.
Tu rimani accanto a noi e non lasciare che la confusione e lo smarrimento di questo tempo che viviamo ci lascino in balia di noi stessi. Tu sei la nostra forza e la nostra guida: non abbandonare l’opera delle tue mani!
Grazie Signore Gesù perché la tua misericordia ci trasforma in creature nuove, libere dalle impurità, dal nostro egoismo, per essere pronti a donarci ai fratelli! Vogliamo ripetere, come Isaia, “ecco Signore, manda me!”.
Tu rimani accanto a noi e non lasciare che la confusione e lo smarrimento di questo tempo che viviamo ci lascino in balia di noi stessi. Tu sei la nostra forza e la nostra guida: non abbandonare l’opera delle tue mani!
Idea guida
Consapevoli della nostra vocazione andiamo e annunciamo l’amore infinito di Dio per ciascun uomo!.
Consapevoli della nostra vocazione andiamo e annunciamo l’amore infinito di Dio per ciascun uomo!.
Sussidio preparato da Don Roberto Manenti, Loretta Angelini
ed Alberto Hermanin
ed Alberto Hermanin
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