Idea Luce
Il Padre ama e dona gioia.
Il Padre ama e dona gioia.
Introduzione
Il Padre ama e dona gioia. Ama perché convoca ogni domenica i suoi figli con la fiducia di sempre, donando sempre possibilità nuove, avendo a cuore il bene di tutti, consegnando serenità a chi lo segue. Egli non si stanca di indicare il cammino verso la santità, di fortificare nella fede, di abilitare i suoi figli ad un ascolto che diventa vita vissuta con la forza dell’Eucaristia. La Celebrazione di oggi sia un fare esperienza di un abbraccio tra l’Infinito e l’umano, per sperimentare la gioia di una relazione d’amore con il Padre che chiama, con il Figlio Gesù che salva e con lo Spirito Santo che santifica.
Il Padre ama e dona gioia. Ama perché convoca ogni domenica i suoi figli con la fiducia di sempre, donando sempre possibilità nuove, avendo a cuore il bene di tutti, consegnando serenità a chi lo segue. Egli non si stanca di indicare il cammino verso la santità, di fortificare nella fede, di abilitare i suoi figli ad un ascolto che diventa vita vissuta con la forza dell’Eucaristia. La Celebrazione di oggi sia un fare esperienza di un abbraccio tra l’Infinito e l’umano, per sperimentare la gioia di una relazione d’amore con il Padre che chiama, con il Figlio Gesù che salva e con lo Spirito Santo che santifica.
Liturgia della Parola
LETTURE:
Sof 3, 14-17;
Is 12, 2-6 – Rit. Canta ed esulta, perché grande in mezzo a te è il Santo d’Israele;
Fil 4, 4-7;
Lc 3, 10-18
Rallegrarsi, gioire, essere lieti: sono i doni spirituali suggeriti dalla terza domenica di Avvento. Una gioia testimoniata anche dal colore rosaceo degli abiti liturgici suggeriti per oggi. Gioia che non si attarda in superficiali atteggiamenti di spensieratezza ma che è chiamata ad essere la testimonianza della sollecitudine del Signore nel sostenerci nelle non facili scelte che la fede ci chiede di fare. Accogliamo la Parola come pane per il nostro cammino.
LETTURE:
Sof 3, 14-17;
Is 12, 2-6 – Rit. Canta ed esulta, perché grande in mezzo a te è il Santo d’Israele;
Fil 4, 4-7;
Lc 3, 10-18
Rallegrarsi, gioire, essere lieti: sono i doni spirituali suggeriti dalla terza domenica di Avvento. Una gioia testimoniata anche dal colore rosaceo degli abiti liturgici suggeriti per oggi. Gioia che non si attarda in superficiali atteggiamenti di spensieratezza ma che è chiamata ad essere la testimonianza della sollecitudine del Signore nel sostenerci nelle non facili scelte che la fede ci chiede di fare. Accogliamo la Parola come pane per il nostro cammino.
Traccia di riflessione
La venuta del Signore è l’evento di speranza più dirompente della storia di tutti i tempi. La schiavitù del peccato è finita, la vita trionfa sulla morte, la vera gioia prende il posto della tristezza di chi non riesce a vedere un futuro. Tutto si gioca in quello che Sant’Agostino definisce il “mirabile scambio” tra la nostra umanità e la divinità di Cristo.
Gesù nasce nel mondo e ci fa conoscere l’amore eterno del Padre in un abbraccio avvolgente. La liturgia della Parola di oggi realizza questo abbraccio a partire dai versetti di Sof 3 per passare dal cantico, reso in modo responsoriale, di Is 12 per arrivare, attraverso l’invito alla letizia espresso da Paolo in Fil 4, al passo di Lc 3 dove ritroviamo il Battista che “con esortazioni evangelizzava il popolo”. Evangelizzare vuol dire portare la buona notizia, tanto attesa, di un sogno che si realizza: quello di Dio, soprattutto, che desidera vedere le sue creature riconquistare quell’immagine somigliante, impressa nella creazione, perduta a causa del peccato e quella dell’uomo che desidera sperimentare la felicità autentica nella pienezza della vita.
Giovanni annuncia che ora tutto questo è possibile ed il tempo è compiuto. Ma come il peccato è entrato nel mondo per la scelta sbagliata dell’uomo, così la nuova opportunità che gli viene data può diventare realtà solo nell’impegno ad accogliere la grazia con la conversione della vita. Assaporiamo, dunque, la gioia che oggi ci viene offerta e manteniamo viva la domanda delle varie categorie di persone accorse da Giovanni: cosa dobbiamo fare?
La venuta del Signore è l’evento di speranza più dirompente della storia di tutti i tempi. La schiavitù del peccato è finita, la vita trionfa sulla morte, la vera gioia prende il posto della tristezza di chi non riesce a vedere un futuro. Tutto si gioca in quello che Sant’Agostino definisce il “mirabile scambio” tra la nostra umanità e la divinità di Cristo.
Gesù nasce nel mondo e ci fa conoscere l’amore eterno del Padre in un abbraccio avvolgente. La liturgia della Parola di oggi realizza questo abbraccio a partire dai versetti di Sof 3 per passare dal cantico, reso in modo responsoriale, di Is 12 per arrivare, attraverso l’invito alla letizia espresso da Paolo in Fil 4, al passo di Lc 3 dove ritroviamo il Battista che “con esortazioni evangelizzava il popolo”. Evangelizzare vuol dire portare la buona notizia, tanto attesa, di un sogno che si realizza: quello di Dio, soprattutto, che desidera vedere le sue creature riconquistare quell’immagine somigliante, impressa nella creazione, perduta a causa del peccato e quella dell’uomo che desidera sperimentare la felicità autentica nella pienezza della vita.
Giovanni annuncia che ora tutto questo è possibile ed il tempo è compiuto. Ma come il peccato è entrato nel mondo per la scelta sbagliata dell’uomo, così la nuova opportunità che gli viene data può diventare realtà solo nell’impegno ad accogliere la grazia con la conversione della vita. Assaporiamo, dunque, la gioia che oggi ci viene offerta e manteniamo viva la domanda delle varie categorie di persone accorse da Giovanni: cosa dobbiamo fare?
Preghiera dei fedeli
• Per coloro che soffrono, perché siano raggiunti dalla consolazione di Cristo e dei cristiani, perché possano sperimentare la vicinanza di chi si fa prossimo con la gioia di donare senza avere cura di ricevere qualcosa in cambio, preghiamo.
• Per i bambini: perché la loro infanzia non sia mai turbata da comportamenti di adulti che usano violenze verbali e non, sia rispettata la loro età con l’attenzione di farli crescere nell’amore, nella gioia e nell’educazione verso i valori più belli che l’umanità possa avere, preghiamo.
• Per i bambini: perché la loro infanzia non sia mai turbata da comportamenti di adulti che usano violenze verbali e non, sia rispettata la loro età con l’attenzione di farli crescere nell’amore, nella gioia e nell’educazione verso i valori più belli che l’umanità possa avere, preghiamo.
Dialogo eucaristico
Gesù, “che cosa dobbiamo fare”? Tu, nel nostro cuore, ripeti soltanto una Parola: amare. Amare te che sei gioia piena, forza che invita al “non temere”, speranza che sorregge e fa rallegrare il cuore. Gesù “custodisci i nostri cuori nella pace” e fa che il tempo di Avvento sia scandito da una preghiera più intensa, da un amore più grande, da una fedeltà a te e ai tuoi insegnamenti che ci renda testimoni di Te in un mondo che dimentica che il Natale è festa del Dio che si fa uomo, vicino, compagno nel cammino e meta futura. Amen.
Gesù, “che cosa dobbiamo fare”? Tu, nel nostro cuore, ripeti soltanto una Parola: amare. Amare te che sei gioia piena, forza che invita al “non temere”, speranza che sorregge e fa rallegrare il cuore. Gesù “custodisci i nostri cuori nella pace” e fa che il tempo di Avvento sia scandito da una preghiera più intensa, da un amore più grande, da una fedeltà a te e ai tuoi insegnamenti che ci renda testimoni di Te in un mondo che dimentica che il Natale è festa del Dio che si fa uomo, vicino, compagno nel cammino e meta futura. Amen.
Idea guida
Doniamo a tutti il sorriso di chi si sente amato e ama.
Doniamo a tutti il sorriso di chi si sente amato e ama.
Sussidio preparato da Don Roberto Manenti e da Valeria Angeloro,
Teresa Carboni, Stefania Castelli, Maria Francesca Ragusa e Mirella Scalia
Teresa Carboni, Stefania Castelli, Maria Francesca Ragusa e Mirella Scalia
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