Idea luce
Siamo pieni di fiducia.
Introduzione
“Un ramoscello io prenderò… e diventerà un cedro magnifico”. Il granello di senape “diventa più grande di tutte le piante dell’orto”. Come, l’uomo non lo sa. Ma ugualmente siamo pieni di fiducia perché “Io, il Signore, ho parlato e lo farò”. Con questa certezza iniziamo la celebrazione dei santi misteri.
Liturgia della Parola
LETTURE:
Ez 17, 22-24;
Sal 91 – Rit. È bello rendere grazie al Signore;
2Cor 5, 6-10;
Mc 4, 26-34
La parabola del granello di senape del Vangelo di Marco è un chiaro messaggio: il regno di Dio è paragonabile a un seme poco appariscente (cfr. anche la parabola del seminatore di Mc 4, 3-20) che si sviluppa in modo inaspettato e naturalmente produce un albero che offre riparo ad altre creature. Così la vita del cristiano e della Chiesa. Accogliamo la Parola che realizza nella nostra vita e nella nostra comunità questo mistero.
Ez 17, 22-24;
Sal 91 – Rit. È bello rendere grazie al Signore;
2Cor 5, 6-10;
Mc 4, 26-34
La parabola del granello di senape del Vangelo di Marco è un chiaro messaggio: il regno di Dio è paragonabile a un seme poco appariscente (cfr. anche la parabola del seminatore di Mc 4, 3-20) che si sviluppa in modo inaspettato e naturalmente produce un albero che offre riparo ad altre creature. Così la vita del cristiano e della Chiesa. Accogliamo la Parola che realizza nella nostra vita e nella nostra comunità questo mistero.
Traccia di riflessione
C’è una tensione evidente nelle letture di questa domenica: da una parte ci viene assicurato che il Signore, come pianta i ramoscelli e li fa diventare un albero magnifico, così anche è capace di trasformare il seme di senape, un granellino, nella più grande delle piante dell’orto. Dall’altra la seconda lettura ci ricorda che “dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo”, e quindi dobbiamo “sforzarci di essere a Lui graditi”. Non è una tensione tanto facilmente risolvibile, specialmente di questi tempi che si ribellano all’idea stessa del giudizio, di una ragione indipendente dall’esempio. Siamo noi quel granellino di senape? Questo è quanto ci viene chiesto dalle letture di oggi. Se vogliamo esserlo, saremo – siamo – parte di quel Regno di Dio che si sviluppa per vie che l’uomo non sa. Non c’è, quindi, annichilimento della dignità e della volontà umana in questo messaggio, anche se è presente un robusto richiamo ai limiti di ciò che noi possiamo e sappiamo fare. Il contrasto simbolico fra il ramoscello e l’albero, fra il granello e l’arbusto, incoraggia invece la nostra fiducia e la nostra determinazione di annunciare la fedeltà di Dio “lungo la notte”, come canta il Salmo. Noi infatti “camminiamo nelle fede e non nella visione”. È in questa prospettiva che dobbiamo sentirci “seminati” dal Regno di Dio, insieme suo oggetto ma anche soggetti vivi, capaci di scegliere e di realizzare anche ora le “opere” di cui parla san Paolo. Opere “in bene o in male”. Come rispondiamo alla chiamata del Regno di Dio?
Preghiera dei fedeli
• Per la Santa Chiesa: perché senza trionfalismi ma anche senza timori continui a proclamare il Regno di Dio, sforzandosi di essere gradita al Signore, preghiamo.
• Per il Papa, i Vescovi, i presbiteri e i diaconi, perché il popolo di Dio ad essi affidato non li lasci mai soli nell’annuncio del Regno e si lasci guidare dallo Spirito che lo fa crescere nonostante tutte le apparenze, preghiamo.
• Per tutti i fedeli laici, per noi presenti e per tutti i cristiani del mondo, perché sempre meglio prendiamo coscienza della missione che ci viene affidata nel nostro Battesimo che ci rende figli e coeredi del lavoro di Dio nella storia umana, preghiamo.
• Per il Papa, i Vescovi, i presbiteri e i diaconi, perché il popolo di Dio ad essi affidato non li lasci mai soli nell’annuncio del Regno e si lasci guidare dallo Spirito che lo fa crescere nonostante tutte le apparenze, preghiamo.
• Per tutti i fedeli laici, per noi presenti e per tutti i cristiani del mondo, perché sempre meglio prendiamo coscienza della missione che ci viene affidata nel nostro Battesimo che ci rende figli e coeredi del lavoro di Dio nella storia umana, preghiamo.
Dialogo eucaristico
Dove mai potremo ricercare un senso fuori di te, Signore? Tu hai parole di vita eterna. Tu sei nutrimento della nostra umanità, che ci tiene radicati nel significato della nostra esistenza. Con te, Gesù Eucaristia, il nostro stesso corpo, insignificante frammento di vita in trasformazione, assume la dignità e la libertà dell’eterno. Questo è il dono dell’amore del Padre, che ti ha dato a noi compagno della nostra finitezza, della nostra impotenza. Ma tu, Gesù, illumini con la tua Eucaristia il nostro cammino e ci dai la fiducia di poter diventare santi. Così sia.
Idea guida
Infinitamente piccoli, infinitamente grandi: viviamo questa contraddizione che è sciolta in Cristo nel servizio ai fratelli per il Regno di Dio.
Animazione liturgica preparata da Don Giovanni Deiana, biblista,
e da Antonella Baialardo e Alberto Hermanin
e da Antonella Baialardo e Alberto Hermanin
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