Crociata della Preghiera e della Sofferenza

Aprile 2021



La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un’anima sola e nessuno considerava sua proprietà quello che gli apparteneva, ma fra loro tutto era comune. Con grande forza gli apostoli davano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù e tutti godevano di grande favore. Nessuno infatti tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano campi o case li vendevano, portavano il ricavato di ciò che era stato venduto e lo deponevano ai piedi degli apostoli; poi veniva distribuito a ciascuno secondo il suo bisogno.
Così Giuseppe, soprannominato dagli apostoli Bàrnaba, che significa “figlio dell’esortazione”, un levita originario di Cipro, padrone di un campo, lo vendette e ne consegnò il ricavato deponendolo ai piedi degli apostoli.
(At 4, 32-37)

Una società umana e fraterna è in grado di adoperarsi per assicurare in modo efficiente e stabile che tutti siano accompagnati nel percorso della loro vita.
Il desiderio e la ricerca del bene degli altri e di tutta l’umanità implicano anche di adoperarsi per una maturazione delle persone e delle società nei diversi valori morali che conducono ad uno sviluppo umano integrale.
Solidarietà è pensare e agire in termini di comunità, … è lottare contro le cause strutturali della povertà, la disuguaglianza, la mancanza di lavoro, della terra e della casa, la negazione dei diritti sociali e lavorativi.
Se ogni persona ha una dignità inalienabile, se ogni essere umano è mio fratello o mia sorella, e se veramente il mondo è di tutti, non importa se qualcuno è nato qui o se vive fuori dai confini del proprio Paese. Anche la mia Nazione è corresponsabile del suo sviluppo, benché possa adempiere questa responsabilità in diversi modi: accogliendolo generosamente quando ne abbia un bisogno inderogabile, promuovendolo nella sua stessa terra, non usufruendo né svuotando di risorse naturali Paesi interi favorendo sistemi corrotti che impediscono lo sviluppo degno dei popoli.
(Papa Francesco, Lettera enciclica “Fratelli tutti” (nn. 110, 112, 116,125))

La fraternità tra i cristiani non può essere un vago sentimento ma deve mettersi sul piano massimalista, giacché essi sono tutti chiamati a realizzare insieme il loro cammino di santità verso il Padre. Quando la fraternità diventi coscienza dei profondi e intimi legami che uniscono i chiamati all’amore totale verso Dio e si trasformi in una donazione concreta e generosa ai fratelli, allora parliamo di “fraternità spirituale”.
Come possiamo e dobbiamo parlare di santità così possiamo e dobbiamo parlare di fraternità spirituale.
(Da La Rivolta dei Samaritani p. 194)

O Dio amore, che infinitamente ci ami
e ti sei a noi rivelato nel volto di Gesù,
che nello Spirito ci dai la forza di corrispondere al tuo amore,
riguarda i tanti figli da te lontani o immersi nella mediocrità.
Suscita sacerdoti santi che siano diffusori del messaggio del Cenacolo,
devoti alla tua Chiesa e lievito di unità tra i confratelli.
Moltiplica le giovani che vogliano consacrarsi
all’apostolato della santità
e dona al mondo uomini che sappiano parlare non di sola giustizia
ma soprattutto di amore e di fraternità.
Crea fra tutti i fedeli il desiderio ardente di diventare santi
e di essere attivi animatori e diffusori del tuo amore
nella vita dei loro fratelli.
A quanti hanno già abbracciato tale vocazione
dona il coraggio della perseveranza
e, con l’aiuto di Maria, tua madre, la fiducia di saper creare
un mondo di santi e di fratelli. Amen.
Guglielmo Giaquinta

• Perché l’apertura, la disponibilità, la condivisione diventino concrete attraverso l’impegno di ogni cristiano.
• Alla luce di Cristo Risorto la comunità cristiana sia sempre più luogo in cui nessuno si senta escluso.
• Preghiamo per coloro che rischiano la vita lottando per i diritti fondamentali nelle dittature, nei regimi autoritari e persino nelle democrazie in crisi (cf AdP).

Sussidio a cura di Tiziana Davico


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