Idea Luce
Dalle tenebre alla luce.
Dalle tenebre alla luce.
Introduzione
La liturgia di questa III domenica del Tempo Ordinario continua il tema di Gesù luce del mondo. Quella luce misteriosa, che brillò improvvisamente e di cui Isaia ci parla nella prima lettura, è Gesù che è venuto a chiamarci dalle tenebre alla luce. Questo è il cammino che compiamo, se ci mettiamo alla sequela di Cristo, noi che siamo i suoi discepoli in questo tempo, che ancora soffre tante divisioni e tante contraddizioni.
La liturgia ci ricorda anche che tutti siamo chiamati alla sequela di Cristo, una chiamata che è al tempo stesso personale e comunitaria. Il Signore ci chiama per nome a seguirlo, ma poi ci manda insieme ad essere messaggeri del suo Regno. La comunione nella comunità è il segno più convincente della fede che professiamo.
La liturgia di questa III domenica del Tempo Ordinario continua il tema di Gesù luce del mondo. Quella luce misteriosa, che brillò improvvisamente e di cui Isaia ci parla nella prima lettura, è Gesù che è venuto a chiamarci dalle tenebre alla luce. Questo è il cammino che compiamo, se ci mettiamo alla sequela di Cristo, noi che siamo i suoi discepoli in questo tempo, che ancora soffre tante divisioni e tante contraddizioni.
La liturgia ci ricorda anche che tutti siamo chiamati alla sequela di Cristo, una chiamata che è al tempo stesso personale e comunitaria. Il Signore ci chiama per nome a seguirlo, ma poi ci manda insieme ad essere messaggeri del suo Regno. La comunione nella comunità è il segno più convincente della fede che professiamo.
Liturgia della Parola
LETTURE: Is 8, 23b-9, 3;
Sal 26;
1Cor 1, 10-13. 17;
Mt 4, 12-23
La Parola che ascolteremo è motivo di speranza: Cristo, nostra luce, viene per ciascuno di noi, per salvarci dalle tenebre, per indicarci la strada da seguire. È anche una Parola di gioia, perché la strada da percorrere non si fa da soli, ma insieme. Accogliamo questo invito a divenire portatori di speranza e di gioia in un mondo spesso immerso nello scoraggiamento e nella delusione.
LETTURE: Is 8, 23b-9, 3;
Sal 26;
1Cor 1, 10-13. 17;
Mt 4, 12-23
La Parola che ascolteremo è motivo di speranza: Cristo, nostra luce, viene per ciascuno di noi, per salvarci dalle tenebre, per indicarci la strada da seguire. È anche una Parola di gioia, perché la strada da percorrere non si fa da soli, ma insieme. Accogliamo questo invito a divenire portatori di speranza e di gioia in un mondo spesso immerso nello scoraggiamento e nella delusione.
Traccia di riflessione
La prima lettura tratta da Is 8 allude ad un fatto storico di cui ignoriamo i dettagli. Nel 733 a.C. il re assiro Tiglat-Pilezer III invase i territori del nord (Zabulon e Neftali) e deportò parte della popolazione. Mentre i prigionieri, incatenati, erano in cammino verso l’Assiria, ci fu una liberazione e riacquistarono la libertà. Questo brano, inserito nel libretto dell’Emmanuele (Is 7-11), divenne nel libro di Isaia simbolo della liberazione che il Messia avrebbe portato a Israele. Matteo interpreta il brano come immagine della predicazione di Gesù, che proprio nella Galilea iniziò la sua predicazione e chiamò i primi discepoli.
La seconda Lettura invece pone l’accento su un comportamento abbastanza frequente nelle comunità: quello di scambiare i predicatori del Vangelo per campioni dello sport; è un fenomeno che comporta immancabilmente divisioni e litigi. Paolo pone le cose nella giusta dimensione: ogni annunciatore del Vangelo è uno strumento nelle mani di Dio e deve considerarsi tale; qualunque sia la bravura dell’apostolo, solo Dio fa crescere nelle anime la pianta del Vangelo; coloro che seminano il seme della Parola sono semplici strumenti dell’azione divina; coloro poi che, utilizzando le persone che svolgono l’azione pastorale seminano divisioni, fanno a pezzi il corpo di Cristo! L’esempio di Paolo dovrebbe essere tenuto sempre davanti agli occhi: non bisognerebbe mai incoraggiare i propri sostenitori! Ciascuno di noi per portare la luce di Cristo deve continuamente ricaricarsi all’unica fonte dell’energia. Se trascuriamo questa fase, corriamo il rischio di sostituire la nostra luce a quella di Gesù.
La prima lettura tratta da Is 8 allude ad un fatto storico di cui ignoriamo i dettagli. Nel 733 a.C. il re assiro Tiglat-Pilezer III invase i territori del nord (Zabulon e Neftali) e deportò parte della popolazione. Mentre i prigionieri, incatenati, erano in cammino verso l’Assiria, ci fu una liberazione e riacquistarono la libertà. Questo brano, inserito nel libretto dell’Emmanuele (Is 7-11), divenne nel libro di Isaia simbolo della liberazione che il Messia avrebbe portato a Israele. Matteo interpreta il brano come immagine della predicazione di Gesù, che proprio nella Galilea iniziò la sua predicazione e chiamò i primi discepoli.
La seconda Lettura invece pone l’accento su un comportamento abbastanza frequente nelle comunità: quello di scambiare i predicatori del Vangelo per campioni dello sport; è un fenomeno che comporta immancabilmente divisioni e litigi. Paolo pone le cose nella giusta dimensione: ogni annunciatore del Vangelo è uno strumento nelle mani di Dio e deve considerarsi tale; qualunque sia la bravura dell’apostolo, solo Dio fa crescere nelle anime la pianta del Vangelo; coloro che seminano il seme della Parola sono semplici strumenti dell’azione divina; coloro poi che, utilizzando le persone che svolgono l’azione pastorale seminano divisioni, fanno a pezzi il corpo di Cristo! L’esempio di Paolo dovrebbe essere tenuto sempre davanti agli occhi: non bisognerebbe mai incoraggiare i propri sostenitori! Ciascuno di noi per portare la luce di Cristo deve continuamente ricaricarsi all’unica fonte dell’energia. Se trascuriamo questa fase, corriamo il rischio di sostituire la nostra luce a quella di Gesù.
Preghiera dei fedeli
• Per il Papa, i Vescovi, i presbiteri, i diaconi, perché svolgano il loro ministero pastorale accanto ad ogni uomo che soffre, diventando ogni giorno di più strumenti di speranza e di comunione, preghiamo
• Per i governanti, perché la luce di Cristo vinca le tenebre del personalismo e li aiuti a creare tra i popoli una vera civiltà dell’amore, preghiamo
• Per le persone malate, per chi nella difficoltà si sente solo, perché faccia esperienza dell’amore di Cristo, che è più forte di ogni dolore, preghiamo
• Per noi qui riuniti, , per le nostre parrocchie e comunità, perché, allontanato ogni giudizio e ogni motivo di divisione, cresciamo nella comunione fraterna, gareggiando nello stimarci a vicenda, preghiamo.
• Per i governanti, perché la luce di Cristo vinca le tenebre del personalismo e li aiuti a creare tra i popoli una vera civiltà dell’amore, preghiamo
• Per le persone malate, per chi nella difficoltà si sente solo, perché faccia esperienza dell’amore di Cristo, che è più forte di ogni dolore, preghiamo
• Per noi qui riuniti, , per le nostre parrocchie e comunità, perché, allontanato ogni giudizio e ogni motivo di divisione, cresciamo nella comunione fraterna, gareggiando nello stimarci a vicenda, preghiamo.
Dialogo eucaristico
Signore Gesù, tu sei vivo nel dono del Pane Eucaristico che abbiamo ricevuto e la tua luce illumina le tenebre del nostro cuore. Ti vogliamo ringraziare per questo dono e ti chiediamo, in questo momento, di donare la Tua luce a tutti coloro che ancora non la vedono, di fare conoscere il Tuo amore a chi ancora non lo conosce. Ti ringraziamo per il dono della comunione, che metti nei nostri cuori: aiutaci a custodirlo e a coltivarlo ogni giorno, perché le nostre famiglie, le nostre comunità, possano divenire luoghi dove ogni persona si sente accolta, amata, perdonata. Amen.
Signore Gesù, tu sei vivo nel dono del Pane Eucaristico che abbiamo ricevuto e la tua luce illumina le tenebre del nostro cuore. Ti vogliamo ringraziare per questo dono e ti chiediamo, in questo momento, di donare la Tua luce a tutti coloro che ancora non la vedono, di fare conoscere il Tuo amore a chi ancora non lo conosce. Ti ringraziamo per il dono della comunione, che metti nei nostri cuori: aiutaci a custodirlo e a coltivarlo ogni giorno, perché le nostre famiglie, le nostre comunità, possano divenire luoghi dove ogni persona si sente accolta, amata, perdonata. Amen.
Idea guida
Viviamo come figli della luce.
Viviamo come figli della luce.
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