Quaresima: tempo favorevole per orientare lo sguardo verso Gesù, amore che salva, amore incondizionato, amore eterno. “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio”. (Gv 3, 16-18)
Quaresima: tempo favorevole per chiedere con forza un “cuore di carne” capace di combattere ogni forma di egoismo, rabbia, rancore. “Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti”. (Is 53, 2-5)
Quaresima: tempo favorevole per camminare dietro al Maestro e imparare da lui i suoi sentimenti. “Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti”. (Mt 11, 28-30)
Quaresima: tempo favorevole per invocare lo Spirito Santo che conduce ogni uomo all’accoglienza delle “divine esagerazioni dell’amore”: per ringraziare del dono dell’Eucaristia, del perdono sulla Croce e della vita eterna regalataci da Cristo Gesù.
Vieni Spirito Santo, insegnaci a dilatare il nostro cuore per contenere tutti perché ogni uomo è amato e salvato da Cristo Gesù che invita a ricominciare sempre nell’amore.
Accompagnati dalla Parola di Dio: Andando via di là, Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: Misericordia io voglio e non sacrifici. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori». (Mt 9, 9-12)
Nell’incontro con il Signore impariamo a lasciare tutto ciò che è di ostacolo nel cammino verso la Pasqua.
sussidio preparato da Maria Francesca Ragusa
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