Il tema “Uno più uno: la santità è contagiosa” collega in un’unica frase due aspetti fondamentali del nostro carisma: la chiamata alla santità è un cammino da fare “uno più uno”, come dice Guglielmo Giaquinta, da fare “a due a due” come scrive Papa Francesco nell’Esortazione Apostolica “Gaudete et exsultate” (141), ed è rivolta a tutti perché Dio ha per ognuno un amore esclusivo che, toccando le corde più intime della vita, la cambia, la sana, la irradia, la realizza.
La risposta dell’uomo all’amore di Dio, se gioiosa e piena, trasforma e contagia di carità e di bene ciò che gli è intorno. La chiamata alla santità cresce e si concretizza, con la grazia dello Spirito Santo, attraverso i piccoli e grandi passi della vita quotidiana. La testimonianza cristiana contagia e sollecita il mondo. Ogni cristiano, nella misura in cui si santifica, realizza il disegno di essere sale della terra e luce del mondo, dovunque egli sia e qualunque sia il suo “status”. Proponiamo testi di riflessione che potranno sostenere la crescita personale ed essere riferimento per incontri comunitari. È scontato che la proposta a gruppi vada mediata da animazione e scelta dei testi. |
“Anche noi dunque, circondati da tale moltitudine di testimoni, avendo deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento. (Ebr 12, 1-2)
Quando l’Agnello aprì il quinto sigillo, vidi sotto l’altare le anime di coloro che furono immolati a causa della parola di Dio e della testimonianza che gli avevano reso. E gridarono a gran voce:
“Fino a quando, Sovrano,
tu che sei santo e veritiero,
non farai giustizia
e non vendicherai il nostro sangue
contro gli abitanti della terra?”.
tu che sei santo e veritiero,
non farai giustizia
e non vendicherai il nostro sangue
contro gli abitanti della terra?”.
Allora venne data a ciascuno di loro una veste candida e fu detto loro di pazientare ancora un poco, finché fosse completo il numero dei loro compagni di servizio e dei loro fratelli, che dovevano essere uccisi come loro. (Ap 6, 9-11)
… i santi tendono verso la santità e indicano a noi quale deve essere il nostro cammino. Per questo sono nostri fratelli e nostri modelli. Noi possiamo e dobbiamo imitarli perché sono uomini come noi, con la stessa possibilità di peccato e con la stessa realtà di miseria che noi sperimentiamo tanto spesso. I santi hanno ciascuno un proprio carattere di eccezionalità quale tratto specifico di quella infinita irradiazione che emana dal volto di Cristo. Dall’unione di tutti questi raggi e dalla lettura dei vari tasselli di mosaico della loro vita, si delinea la storia della Chiesa e, in questa storia, il volto di Cristo.
… I santi ci offrono ancora un altro insegnamento. Di solito ci si accosta al tema della chiamata alla santità e del massimalismo come ad un mondo utopico di sogno. I santi ci dicono che la santità è una realtà che esiste perché è stata da loro vissuta. Essa dunque non è una utopia nel senso di assurdità, fiaba, o chimera o sogno, ma una realtà a cui i santi sono giunti, che hanno realizzato e che quindi noi possiamo, come loro, e dietro loro e con il loro aiuto, realizzare. … Essi sono la dimostrazione che la Chiesa è santa e costituiscono la risposta della Chiesa alle sollecitazioni dello Spirito, ma insieme la risposta dello Spirito alle esigenze della Chiesa. Il mondo e la Chiesa hanno bisogno e lo Spirito suscita i santi; la Chiesa risponde dando ai suoi figli la capacità della risposta, realizzando così una interazione continua tra Chiesa e Spirito, Spirito e Chiesa, mondo e Spirito. I santi, questi nostri fratelli, dimostrano dunque la santità della Chiesa e la presenza dello Spirito Santo che dà la capacità di realizzare in pienezza il piano di amore massimalista oggetto di tutte le considerazioni fin qui fatte. Tutti noi siamo chiamati a vivere la santità, chiamati, cioè, secondo le possibilità individuali, a esercitare le virtù in grado eroico anche se non tutti siamo chiamati a compiere opere eccezionali.
… I santi ci offrono ancora un altro insegnamento. Di solito ci si accosta al tema della chiamata alla santità e del massimalismo come ad un mondo utopico di sogno. I santi ci dicono che la santità è una realtà che esiste perché è stata da loro vissuta. Essa dunque non è una utopia nel senso di assurdità, fiaba, o chimera o sogno, ma una realtà a cui i santi sono giunti, che hanno realizzato e che quindi noi possiamo, come loro, e dietro loro e con il loro aiuto, realizzare. … Essi sono la dimostrazione che la Chiesa è santa e costituiscono la risposta della Chiesa alle sollecitazioni dello Spirito, ma insieme la risposta dello Spirito alle esigenze della Chiesa. Il mondo e la Chiesa hanno bisogno e lo Spirito suscita i santi; la Chiesa risponde dando ai suoi figli la capacità della risposta, realizzando così una interazione continua tra Chiesa e Spirito, Spirito e Chiesa, mondo e Spirito. I santi, questi nostri fratelli, dimostrano dunque la santità della Chiesa e la presenza dello Spirito Santo che dà la capacità di realizzare in pienezza il piano di amore massimalista oggetto di tutte le considerazioni fin qui fatte. Tutti noi siamo chiamati a vivere la santità, chiamati, cioè, secondo le possibilità individuali, a esercitare le virtù in grado eroico anche se non tutti siamo chiamati a compiere opere eccezionali.
(La spiritualità del Movimento Pro Sanctitate, Guglielmo Giaquinta)
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