Avvento 2018 – I settimana

Ma quando il Figlio dell’uomo tornerà troverà ancora fede sulla terra?

2 dicembre
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina (Lc 21, 27-28).
La fede trasforma ogni singola azione, ogni singolo nostro comportamento, ogni singolo comportamento dell’anima consacrata, questa anima che in questa attesa escatologica tutta protesa verso Dio in ogni cosa vede Dio, vede la voce di Dio (G. Giaquinta)
Signore Gesù, tu sei la Via che porta al Padre. Affido a te il mio cammino terreno; fammi crescere nell’attesa amorosa e fiduciosa della Vita senza fine con te in seno al Padre (P. Lino Pedron)

3 dicembre
Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli» (Mt 8, 10-11)
Il centurione è un pagano che crede senza esitazione nel potere della parola di Dio. E la fede nella parola di Dio permette al Signore di agire in noi. La grande fede del centurione rende manifesta la mancanza di fede in Israele: a tutti è richiesta la fede che si manifesta nelle opere. L’incontro con il centurione offre a Gesù l’occasione per annunciare l’entrata di tutti i popoli nel regno di Dio. I pagani prenderanno posto alla tavola dei patriarchi nel regno dei cieli (P. Lino Pedron).
Signore Gesù, tu sei con noi, vivo e vero, nell’Eucaristia. Signore, accresci la nostra fede. Signore, donaci una fede che ama. Tu che ci vedi, tu che ci ascolti, tu che ci parli: illumina la nostra mente perché crediamo di più; riscalda il nostro cuore perché ti amiamo di più!
La tua presenza, mirabile e sublime ci attragga, ci afferri, ci conquisti. Signore, donaci una fede più grande. Signore, donaci una fede più viva (Giovanni Paolo II).

4 dicembre
Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono» (Lc 10, 24)
Accoglie il Regno di Dio chi si riveste ogni giorno di vera sapienza. La sapienza è luce. La stoltezza è tenebra. Se non si è illuminati dalla sapienza divina e celeste mai si potrà accogliere il regno di Dio che viene con potenza sulla nostra terra. Tutto è dalla sapienza. Questa verità è così rivelata dall’Antica Scrittura. Chi accoglie il regno di Dio? Chi è pieno della sapienza di Dio. Gli altri lo rifiuteranno. (Padri Silvestrini)
Beato l’uomo che ha trovato la sapienza e il mortale che ha acquistato la prudenza, perché il suo possesso è preferibile a quello dell’argento e il suo provento a quello dell’oro (Prov 3, 13-14)

5 dicembre
Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì, tanto che la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi guariti, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E lodava il Dio d’Israele. (Mt 15, 30-31)
Il Dio che è nato, il Dio che ancora deve nascere e rinascere nei nostri cuori è il Dio che prova compassione davanti al dolore e alla malattia. Non il Dio indifferente che guarda annoiato il destino degli uomini e li giudica con severità. Il Dio di Gesù opera, guarisce e restituisce salute e dignità. È lui che interviene, è lui che cambia, è lui che trasforma. E che chiede anche a noi un cambiamento, una conversione. Cambiare la nostra idea su Dio. (D. Paolo Curtaz)
Dio grande e misericordioso, prepara con la tua potenza il nostro cuore a incontrare il Cristo che viene, perché ci trovi degni di partecipare al banchetto della vita e ci serva egli stesso nel suo avvento glorioso. (Colletta della liturgia del giorno)

6 dicembre
Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. (Mt 7, 21)
La preghiera è un contatto dialogico, cioè di dialogo con Dio. Noi preghiamo quando iniziamo con Lui un dialogo che può essere delle forme più varie, ma è sempre un dialogo. Quindi, arriviamo ad una concezione più vasta, cioè la preghiera come tensione, come sforzo o come realtà di un dialogo personalizzato con Dio. Meditiamo un istante questi elementi. La tensione, cioè dev’esserci dentro di noi questo “sforzo di”, che a volte diventerà realtà, a volte sarà sofferenza, a volte sarà oscurità, a volte sarà gioia, non ha importanza, ma è tensione verso. (G. Giaquinta)
Ti preghiamo, Signore: dona la salvezza!
Ti preghiamo, Signore: dona la vittoria!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
Vi benediciamo dalla casa del Signore.
Il Signore è Dio, egli ci illumina  (Sal 117)

7 dicembre
In quel tempo, mentre Gesù si allontanava, due ciechi lo seguirono gridando: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi!». Entrato in casa, i ciechi gli si avvicinarono e Gesù disse loro: «Credete che io possa fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!». Allora toccò loro gli occhi e disse: «Avvenga per voi secondo la vostra fede». E si aprirono loro gli occhi. (Mt 9, 27-30)
Siamo ciechi, Signore. Non vediamo al di là del nostro naso, non sappiamo riconoscere la tua presenza e la tua azione nel nostro mondo incancrenito. Siamo ciechi, Signore, non vediamo la luce ma sempre e solo il negativo e il buio in noi e attorno a noi. Siamo ciechi e incapaci di leggere alla luce della fede cosa sta succedendo al nostro tempo. Siamo ciechi e non sappiamo vedere accanto a noi il fratello che soffre, preferiamo girare lo sguardo, alzare le spalle, impedendoci di capire e di intervenire, se possibile. E, allora, tu ci inviti a seguirti nella casa che è la Chiesa, la Chiesa dei santi e dei martiri. la Chiesa del fuoco e della passione, dello slancio e del cuore che va oltre l’ostacolo. In quella casa noi ritroviamo la vista, in quella casa noi veniamo. (Padri Silvestrini)
Innalziamo la nostra preghiera a Dio, chiediamogli con forza di venire guariti per poter dire ad ogni uomo che la luce esiste, che dobbiamo semplicemente aprire gli occhi per vederla; chiediamogli con forza di avere la guarigione perché sempre (e per sempre) necessitiamo di essere illuminati. (D. Paolo Cortaz)

8 dicembre
L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei. (Lc 1, 30-33. 38)
Il capitolo VII della «Lumen Gentium» ci presenta la Madonna come pienamente inserita nel mistero della Chiesa. Cristo si incarna in Lei che è la prima redenta che usufruisce, nel momento della incarnazione, dei meriti della redenzione ed è in tale momento che storicamente inizia la Chiesa di cui Maria è la prima creatura. La Madonna dunque è figlia, vertice, madre della Chiesa. E noi che di questa Chiesa siamo parte la sentiamo vicina perché, sia lei che noi, siamo Chiesa. (G. Giaquinta)
Esulto e gioisco nel Signore, l’anima mia si allieta nel mio Dio,
perché mi ha rivestito delle vesti di salvezza,
mi ha avvolto con il manto della giustizia,
come una sposa adornata di gioielli. (Antifona della liturgia del giorno)


sussidio preparato da Mariella e Giorgio Bersani

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