Poche sono le notizie storiche su questo Santo, che fu uno dei più illustri del 1300 ed uno dei più cari a tutta la cristianità. Di lui si hanno poche notizie. Nato a Montpellier (Francia), a vent’anni, rimase orfano del padre e della madre e, spinto dalla carità cristiana distribuì tutti i suoi beni ai poveri e una parte li donò a uno zio paterno. Poi, da pellegrino, si avviò alla volta di Roma, mosso dal desiderio di vivere vicino al Papa nel centro del Cristianesimo.
Nel viaggio attraverso l’Italia, incontrò la terribile peste che mieteva moltissime vittime. Si stabilì, infine, ad Acquapendente dove venne accolto con affetto dalla popolazione ed operò, consolatore dei poveri ammalati, miracoli e tanti gesti di carità cristiana. Si avvicinava alle persone indebolite dalla peste e, con un abbraccio o una benedizione, le liberava dai dolori e dalla malattia. Infine Rocco da Montpellier venne contagiato dal male che tante volte aveva guarito nei suoi fratelli. Si trovava a Piacenza e lì, per non essere di peso a nessuno si ritirò, esule, in una grotta fuori dalla città, deciso a raggiungere il Padre prima possibile. Ma ancora una volta la Misericordia di Dio operò l’inaspettato: un cane, si, proprio un cane, portava quotidianamente cibo a Rocco, fino a che guarì.
Da Piacenza ripartì allora alla volta della Francia per passare gli ultimi anni nella terra natia, ma qui venne imprigionato con l’accusa di essere una spia. Anche in questa occasione Rocco abbracciò con serenità la sua croce.
Alla sua morte, avvenuta il 16 agosto 1327, furono udite voci di fanciulli che gridavano: “È morto il Santo!”, le campane suonarono a festa da sole. Rocco era tornato alla casa del Padre, ed era così un giorno di festa.
La devozione a S. Rocco è oggi universale, ed è invocato contro le malattie contagiose e quale protettore degli animali. In alcuni paesi il giorno della festa del Santo, 16 Agosto, i devoti accompagnano i loro animali in piazza per ricevere la benedizione del parroco, uno spettacolo sempre emozionante, dove gli animali tornano ad essere mezzo della provvidenza e accompagnano i loro umani a ricevere la benedizione, sempre foriera di Spirito e Grazia.
Nel viaggio attraverso l’Italia, incontrò la terribile peste che mieteva moltissime vittime. Si stabilì, infine, ad Acquapendente dove venne accolto con affetto dalla popolazione ed operò, consolatore dei poveri ammalati, miracoli e tanti gesti di carità cristiana. Si avvicinava alle persone indebolite dalla peste e, con un abbraccio o una benedizione, le liberava dai dolori e dalla malattia. Infine Rocco da Montpellier venne contagiato dal male che tante volte aveva guarito nei suoi fratelli. Si trovava a Piacenza e lì, per non essere di peso a nessuno si ritirò, esule, in una grotta fuori dalla città, deciso a raggiungere il Padre prima possibile. Ma ancora una volta la Misericordia di Dio operò l’inaspettato: un cane, si, proprio un cane, portava quotidianamente cibo a Rocco, fino a che guarì.
Da Piacenza ripartì allora alla volta della Francia per passare gli ultimi anni nella terra natia, ma qui venne imprigionato con l’accusa di essere una spia. Anche in questa occasione Rocco abbracciò con serenità la sua croce.
Alla sua morte, avvenuta il 16 agosto 1327, furono udite voci di fanciulli che gridavano: “È morto il Santo!”, le campane suonarono a festa da sole. Rocco era tornato alla casa del Padre, ed era così un giorno di festa.
La devozione a S. Rocco è oggi universale, ed è invocato contro le malattie contagiose e quale protettore degli animali. In alcuni paesi il giorno della festa del Santo, 16 Agosto, i devoti accompagnano i loro animali in piazza per ricevere la benedizione del parroco, uno spettacolo sempre emozionante, dove gli animali tornano ad essere mezzo della provvidenza e accompagnano i loro umani a ricevere la benedizione, sempre foriera di Spirito e Grazia.
Gianluca Ludovici
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