HO SETE

 

Acqua: H2O,due atomi di idrogeno e un atomo di ossigeno, un diritto riconosciuto dall’ONU e definito da papa Francesco determinante per la sopravvivenza delle persone (cfr Laudato Si’, 30) e decisivo per il futuro dell’umanità.

Eppure… nel 2030 quasi metà della popolazione mondiale, oltre 3 miliardi di persone, potrebbe rimanere senz’acqua, e già oggi si contano 8 milioni di morti l’anno, causati proprio dalla siccità e dalle malattie legate alla mancanza di servizi igienico-sanitari e di acqua potabile. Secondo alcuni dati dell’Onu, 3.900 bambini muoiono per questa ragione ogni giorno.

Senza acqua non si può vivere oltre una settimana: il fabbisogno minimo biologico pro-capite per la sopravvivenza umana è di 5 litri nelle 24 ore, ma secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per poter parlare di condizioni accettabili di vita, occorrono non meno di 50 litri d’acqua al giorno per ogni essere umano, al di sotto la situazione è di sofferenza.

“Ho sete”: un grido umano del Dio crocifisso. Lo scenario del Golgota si ripropone continuamente nella storia dell’uomo, una storia globale, ma anche storia di persone stanche, affaticate, dissanguate. E riandiamo al pozzo di Sicar dove il Divino assetato, icona dell’uomo di tutti i tempi, si fa mendicante di amore, con il segreto e meraviglioso scopo di riempire di acqua viva la brocca e la vita della donna di Samaria. È Gesù che ci parla: Chi crede in me; come dice la Scrittura: fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno (Giovanni 7, 38). Il dono dello Spirito, che celebriamo nella solennità della Pentecoste (4 giugno), è Fonte inesauribile per ciascuno e per tutti.

Il periodo dell’anno che viviamo è quello della primavera, esplosione di vita, e della stanchezza, perché la fatica dell’anno di lavoro si fa sentire.

La responsabilità della sete degli uomini ci raggiunge, ci coinvolge, ci educa, ci ridimensiona.

Ma di quale sete parliamo? La stessa del Cristo! Sete di acqua… e sete di amore.

Il nostro peso alla nascita è composto per l’80% di acqua. Basta a dirne l’importanza.

Si sta facendo strada, partendo dall’osservazione dei bisogni del bambino già nelle sue prime fasi di vita, la teoria che il contatto fisico sia uno dei bisogni primari e fondamentali, al pari e più dello stesso nutrimento. Questi studi quindi hanno dato il via a una serie di comportamenti cosiddetti “ad alto contatto”. In questo modo, il bambino, trova massima soddisfazione dei suoi bisogni di latte e amore, di nutrimento fisico ed emotivo, di contatto corporeo ed affettivo.

Sete d’acqua e… sete di amore.

Quella sete che attinge a sorsi lunghi e prolungati la fiducia e la speranza: perché come lievito fermentino la storia di novità. Sgorga dalle pieghe del Vangelo la Vita, che rende fecondo l’amore coniugale e lo apre all’accoglienza della vita. Quasi saltella il cuore al ritmo dolce e allegro delle canzoncine di San Felice di Cantalice e alla docile serenità di Paola Frassinetti, ritrova fiducia il cuore nella santità capace di attraversare il tunnel nella vita del beato Enrico e nella testimonianza di Chiara Corbella che “nata, non muore più”.

Come possiamo ignorare il grido stridente che ci raggiunge nei fatti di cronaca costantemente segnati da violenze inaudite, depressioni estreme, sentimenti disordinati anche nei legami più sacri? È mistero questo male che agisce da sempre sconvolgendo menti e cuori. Ma ecco, anche noi adesso, come la Chiesa dei primi tempi, siamo chiamati a riconoscere la Vittoria del Risorto e l’Ora dello Spirito. Tempo pasquale: per riscoprire il Mistero che solo sa saziarci e dissetarci, per esprimere la cura dell’altro con l’accoglienza e la vicinanza.

La gioia del Vangelo è la nostra forza! E ci è donata compagnia nel cammino: Maria, donna nuova, intrisa di Grazia. L’esempio di Maria ci trascina dolcemente dentro il Cuore di Gesù Eucaristia, e da lì, nella prospettiva giusta, guardiamo il mondo con i suoi problemi, riconosciamo che le seti di acqua e d’amore hanno entrambe urgente necessità di attenzione. La Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, che celebriamo quest’anno il 7 maggio, ci propone l’importanza di chi alla sete degli uomini presta speciale attenzione: le persone consacrate. Concludiamo il mese di giugno con la Giornata Mondiale della Santificazione Sacerdotale (23 giugno, solennità del Sacro Cuore), quasi a dirci che questo arco di tempo è tutto orientato alla richiesta di Gesù: “dammi da bere”. Il Servo di Dio Guglielmo Giaquinta, di cui ricordiamo il XXIII anniversario, ha trovato nell’espressione del Redentore “ho sete” il punto focale della sua spiritualità. Proprio lui, l’apostolo della santità, ci ricorda che la sete del Crocifisso, viva oggi nella sete degli uomini, ci chiede una risposta e un impegno. Ci accompagna ogni giorno la sua preghiera (Sitio pag. 50).

Teresa Carboni

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