Nella disperazione… fiducia

Idea luce

L’effetto della croce per Maria e gli apostoli è la disperazione: il figlio amato, il maestro era morto. Anche Giuda prova lo stesso sentimento, fa esperienza della stessa amarezza. Ma questi si ferma qui incapace di vedere oltre, incapace di vedere la croce; quelli invece mettono se stessi, le loro vite ed il loro futuro nelle mani di Dio, sono capaci di credere fino in fondo, pur nelle loro paure, alla promessa “dopo tre giorni risusciterò”. E noi? Ed io? La disperazione nasce dalla scoperta e dalla radicalizzazione, dalla paura di essere limitati, piccoli, soli. Eppure Dio ci ha fatti “poco meno degli angeli”, siamo suoi figli. C’è un filo rosso che può legare ciascuno di noi a quanti hanno saputo dire “SI” a Dio, a partire da Maria. È il filo rosso della fiducia in Dio e dello scoprire la traccia che ha preparato per noi, è il filo rosso del saper “prendere il largo” (“duc in altum”) confidando in Lui.

Dal Vangelo di Luca 24, 13-35

Ed ecco, in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute.

Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto». Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.

Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

Non lasciamoci scoraggiare nel cammino verso la santità

Non temete di gettarvi tra le braccia di Dio. Dio non vi chiederà nulla se non per benedirlo e ridonarvelo moltiplicato cento volte tanto! Non lasciatevi scoraggiare dai perdenti o dai paurosi che vi vogliono togliere il sogno, che vi vogliono rinchiudere nelle loro mentalità buie invece di lasciarvi volare nella luce della speranza! Per favore, non cadete nella mediocrità! In quella mediocrità che abbassa e che ci rende grigi, ma la vita non è grigia, la vita è per scommetterla per i grandi ideali e per le cose grandi.

La negatività è contagiosa ma anche la positività è contagiosa; la disperazione è contagiosa ma anche la gioia è contagiosa: non seguite persone negative ma continuate a irradiare intorno a voi luce e speranza! E sapete che la speranza non delude, non delude mai!

Nulla si perde con Dio ma senza di Lui tutto è perduto; aprite a Lui il vostro cuore e abbiate fiducia in Lui e i vostri occhi vedranno le sue vie e le sue meraviglie.

Papa Francesco, ai partecipanti al 36° pellegrinaggio a piedi Macerata-Loreto, 7 giugno 2014

 

Questa speranza, cari fratelli e sorelle, la speranza offerta dal Vangelo, è l’antidoto contro lo spirito di disperazione che sembra crescere come un cancro in mezzo alla società che è esteriormente ricca, ma tuttavia spesso sperimenta interiore amarezza e vuoto. A quanti nostri giovani tale disperazione ha fatto pagare il suo tributo! Possano i giovani che sono attorno a noi in questi giorni con la loro gioia e la loro fiducia, non essere mai derubati della loro speranza!

Papa Francesco, Omelia al World Cup Stadium (Daejeon), 15 agosto 2014

 

La disperazione è la negazione radicale, l’uccisione, la morte della speranza. In che modo si vince la disperazione se non attraverso la speranza, se non attraverso l’abbandono nelle mani di Dio, se non attraverso questo sguardo del domani, che apparentemente sembra senza luce e senza scopo, alla luce del divino? Umanamente parlando non c’è nulla, soprannaturalmente parlando c’è tutto, perché noi abbiamo fede in Dio, l’amore per Lui, la fiducia in Lui. Ecco allora che la virtù della speranza ci aiuta a superare questi ostacoli… Il tema della speranza ha dunque una importanza veramente grande. Dobbiamo noi stessi diventare creature piene di speranza; di speranza per noi, di speranza per gli altri. La speranza non ha semplicemente una dimensione personale, individuale, ma anche una dimensione apostolica, sociale. Tanto più svilupperemo in noi stessi questa virtù, tanto più potremo avvicinarci con fiducia al mondo.

Guglielmo Giaquinta, La speranza

Ecco allora dinanzi a noi la dilatazione massima della speranza: non più semplicemente la speranza del nostro amore, della nostra rispondenza all’amore di Cristo, non più semplicemente una dilatazione della fede nel futuro per ciò che mi riguarda personalmente, ma una dilatazione nel futuro dell’amore e della fede per quello che riguarda gli altri uomini. La fede mi dice che tutti sono chiamati alla santità, l’amore mi spinge ad attuare qualche cosa per gli altri, la speranza mi fa credere che in un domani più o meno lontano possiamo realizzare quanto desideriamo. Ecco allora che il nostro apostolato nasce, come espressione di speranza, dalla fede e dalla carità. Ed è la parola conclusiva: che il Signore e la Madonna santissima aumentino in noi la fede e la carità, perché da esse possa nascere la speranza, per noi e per gli altri.

Guglielmo Giaquinta, La speranza

Coraggio, fratelli che siete avviliti, stanchi, sottomessi ai potenti che abusano di voi.

Coraggio, disoccupati.

Coraggio, giovani senza prospettive, amici che la vita ha costretto ad accorciare sogni a lungo cullati.

Coraggio, gente solitaria, turba dolente e senza volto.

Coraggio, fratelli che il peccato ha intristito, che la debolezza ha infangato, che la povertà morale ha avvilito. Il Signore è Risorto proprio per dirvi che, di fronte a chi decide di “amare”, non c’è morte che tenga, non c’è tomba che chiuda, non c’è macigno sepolcrale che non rotoli via.

Auguri. La luce e la speranza allarghino le feritoie della vostra prigione.

Don Tonino Bello, Auguri per la Pasqua

Per tutti c’è una chiamata di Dio ed un dovere di rispondere attraverso la disponibilità e il coraggio di mettersi nella situazione di un’anima vuota che deve essere riempita dalla volontà di Dio e, contemporaneamente, con una volontà che sa di essere fragile, ma che vuole ancorarsi completamente a Dio.

Guglielmo Giaquinta, La chiamata

Approfondimenti

  • Hai mai provato la disperazione? Chi o cosa hai provato/incontrato dopo?
  • Quale posto/ruolo ha la comunità cristiana nel tuo cammino sulle tracce di Dio? Quale segno di fiducia ti ha donato?
  • La fiducia in Dio: vana speranza, l’unica via di fuga dalla disperazione, o la radice su cui fondare la mia vita?

SEGNO DA VIVERE INSIEME

Offrire un “pomeriggio della fiducia”: ad es. attraverso filmati, testi, cartelloni, fatti, eventi, situazioni, figure contemporanee di testimoni, prenda il via una riflessione sull’aver fiducia in Dio.

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