Papa Francesco frequentemente ci ricorda che il matrimonio è la | più bella che Dio ha creato. L’alleanza tra uomo e donna fa germogliare la terra, e rimanda all’immagine di Dio stesso, creatore e Padre amorevole. C’è un deserto oggi nelle nostre società; c’è ormai la necessità di lottare in difesa dell’alleanza uomo-donna, immagine dell’Alleanza tra Dio e l’umanità; c’è una guerra mondiale per distruggere il matrimonio: tanto per essere chiari Francesco lo ricorda senza mezzi termini. Ogni coppia che vive con autenticità la propria relazione è l’antidoto alla colonizzazione ideologica, un nemico che punta a “distruggere con le idee anziché con le armi”. In questo bel dialogo con sacerdoti, religiosi e operatori di pastorale a Tbilisi, il Papa ci invita come Chiesa e come comunità a non lasciare sole le coppie “perché quando si divide una sola carne, si sporca l’immagine di Dio”. Senza scontri frontali, ma allo stesso tempo senza eludere con falsi buonismi la lotta a teorie pericolose e distruttive, riceviamo l’invito amorevole del nostro pastore ad attuare un apostolato di sostegno concreto, ad essere Chiesa che accoglie, accompagna, discerne e integra. “Nella comunità cattolica si deve aiutare a salvare i matrimoni”: fare la pace al più presto possibile, è questo il modo per salvare il mondo. Un mondo in cui viviamo immersi, in cui corriamo il rischio di essere inconsapevolmente “colonizzati” da idee distruttive, e che vogliamo però amare con speranza e fiducia. “Il pensiero vola spontaneo al mondo, all’incontro tra la Chiesa e il mondo; e allora devo avere la fiducia che chi nella Chiesa ha l’autorità, ha la prima responsabilità, sia capace di suscitare, di creare, di plasmare quelle forze che sono nate appunto per animare il mondo.” (G. Giaquinta, La speranza)
“… Come è la fede nel matrimonio? Il matrimonio è la cosa più bella che Dio ha creato. La Bibbia ci dice che Dio ha creato l’uomo e la donna, li ha creati a sua immagine (cfr. Gen 1, 27). Cioè, l’uomo e la donna che diventano una sola carne sono immagine di Dio. Io ho capito, Irina, quando tu spiegavi le difficoltà che tante volte vengono nel matrimonio: le incomprensioni, le tentazioni… “Mah, risolviamo la cosa per la strada del divorzio, e così io mi cerco un altro, lui si cerca un’altra, e incominciamo di nuovo”. Irina, tu sai chi paga le spese del divorzio? Due persone, pagano. Chi paga?
Tutti e due? Di più! Paga Dio, perché quando si divide “una sola carne”, si sporca l’immagine di Dio. E pagano i bambini, i figli. Voi non sapete, cari fratelli e sorelle, voi non sapete quanto soffrono i bambini, i figli piccoli, quando vedono le liti e la separazione dei genitori! Si deve fare di tutto per salvare il matrimonio. Ma è normale che nel matrimonio si litighi? Sì, è normale. Succede. Alle volte “volano i piatti”. Ma se è vero amore, allora si fa la pace subito. Io consiglio agli sposi: litigate finché volete, litigate finché volete ma non finite la giornata senza fare la pace.
Sapete perché? Perché la “guerra fredda” del giorno dopo è pericolosissima. Quanti matrimoni si salvano se hanno il coraggio, alla fine della giornata, di non fare un discorso, ma una carezza, ed è fatta la pace! Ma è vero, ci sono situazioni più complesse, quando il diavolo si immischia e mette davanti all’uomo una donna che gli sembra più bella della sua, o quando mette davanti a una donna un uomo che le sembra più bravo del suo. Chiedete aiuto subito. Quando viene questa tentazione, chiedete aiuto subito.
È questo quello che tu Irina dicevi, di aiutare le coppie. E come si aiutano le coppie? Si aiutano con l’accoglienza, la vicinanza, l’accompagnamento, il discernimento e l’integrazione nel corpo della Chiesa. Accogliere, accompagnare, discernere e integrare. Nella comunità cattolica si deve aiutare a salvare i matrimoni. Ci sono tre parole: sono parole d’oro nella vita del matrimonio. Io domanderei ad una coppia: “Vi volete bene?” – “Sì”, diranno. “E quando c’è qualcosa che uno fa per l’altro, sapete dire
grazie? E se uno dei due fa una diavoleria, sapete chiedere scusa? E se voi volete portare avanti un progetto, ad esempio passare una giornata in campagna, o qualsiasi cosa, sapete chiedere l’opinione dell’altro?”. Tre parole: “Cosa ti sembra? Posso?”; “grazie”; “scusa”. Se nelle coppie si usano queste
parole: “Scusami, ho sbagliato”; “Posso fare questo?”, o “Grazie di quel bel pasto che mi hai fatto”; “Posso?”, “grazie”, “scusa”, se si utilizzano queste tre parole, il matrimonio andrà avanti bene. È un aiuto.
Tu, Irina, hai menzionato un grande nemico del matrimonio, oggi: la teoria del gender. Oggi c’è una guerra mondiale per distruggere il matrimonio. Oggi ci sono colonizzazioni ideologiche che distruggono, ma non si distrugge con le armi, si distrugge con le idee. Pertanto, bisogna difendersi dalle colonizzazioni ideologiche. Se ci sono problemi, fare la pace al più presto possibile, prima che finisca la giornata, e non dimenticare le tre parole: “permesso”, “grazie”, “perdonami”.
E tu, Kakha, hai parlato di una Chiesa aperta, che non si chiuda in se stessa, che sia una Chiesa per tutti, una Chiesa madre – la mamma è così. Ci sono due donne che Gesù ha voluto per tutti noi: sua madre e la sua sposa. E queste due si assomigliano. La madre è la madre di Gesù, e lui l’ha lasciata come madre nostra. La Chiesa è la sposa di Gesù ed è anch’essa nostra madre. Con la madre Chiesa e la madre Maria si può andare avanti sicuri. E lì troviamo ancora una volta la donna. Sembra che il Signore abbia una preferenza per portare avanti la fede nelle donne. Maria, la Santa Madre di Dio; la Chiesa, la Santa Sposa di Dio – pur se peccatrice in noi, suoi figli – e la nonna e la mamma che ci hanno dato la fede.
E sarà Maria, sarà la Chiesa, sarà la nonna, sarà la mamma a difendere la fede. I vostri antichi monaci dicevano questo – sentite bene: “Quando ci sono le turbolenze spirituali, bisogna rifugiarsi sotto il manto della Santa Madre di Dio”. E Maria è il modello della Chiesa, è il modello della donna, sì, perché la Chiesa è donna e Maria è donna.
Incontro con sacerdoti, religiosi, religiose, seminarsti e aagenti di pastorale. Viaggio apostolico del Santo Padre Francesco in Georgia e Azerbaijan - Chiesa dell’Assunta – Tbilisi Sabato, 1 ottobre 2016 - ©Editrice Vaticana -
a cura di Paola Assenza