Paolo Giordano Casanova nacque a Porto Maurizio – oggi Imperia – nel 1676, figlio di un capitano di marina, compì i suoi studi a Roma, presso il Collegio Romano. Entrò poi nel Ritiro di S. Bonaventura al Palatino, dove indosserà il saio francescano, come frate minore.
Inviato dal papa in Corsica per ottenere la pace fra i cittadini riuscì a comporre le discordie tanto che i briganti di queste isole tormentate deposero le armi gridando “viva S. Leonardo, viva la pace!”.
Le regioni più percorse nella sua missione furono la Toscana, il Lazio, e ritornerà anche ad Imperia, ma vi rimase poco tempo.
Innamorato di Cristo crocifisso, diede un forte impulso alla pratica della Via Crucis e nel 1750 preparò il clima spirituale per il Giubileo. Consumato dalle fatiche missionarie nel 1750 fu richiamato a Roma dove morì nel 1751 presso il convento di S. Bonaventura al Palatino. Il papa Lambertini (Papa Benedetto XIV, 1740-1758) disse di lui “perdiamo un amico sulla terra, ma guadagniamo un protettore in cielo”. Le sue spoglie riposano nel Duomo di Porto Maurizio dove furono traslate nel 1967. È il santo Protettore della Diocesi di Albenga-Imperia.
S. Leonardo da Porto Maurizio, forse non da tutti conosciuto, è stato una persona di eccezionale fervore di preghiera e un grande comunicatore dell’amore di Cristo. Il centro del suo amore e della sua predicazione è stato Cristo pendente sulla croce. È il santo della Via Crucis e dell’Immacolata di cui propose il dogma; istituendovi la pratica della Via Crucis salvò dalla totale rovina il Colosseo.
Folle immense accorrevano ad ascoltarlo e rimanevano impressionate dalla sua bruciante parola che richiamava alla penitenza e alla pietà cristiana. Seppe ben interpretare i bisogni della gente del suo tempo e ne risvegliò la fede facendo muovere le corde più profonde dell’anima. Spesso l’uditorio, durante le sue prediche, scoppiava in singhiozzi. Non ci meravigliamo molto perché anche ai nostri giorni esperienze profonde di spiritualità strappano le lacrime! “È il più grande missionario del nostro secolo”, diceva S. Alfonso Maria de’ Liguori, insigne moralista e grande santo. Giovane missionario aveva chiesto di andare missionario in Cina; il Cardinale Colloredo gli aveva risposto: la tua Cina sarà l’Italia.
Stralciamo alcune confidenze del suo Epistolario (ed. Porziuncola, 2000) “La mia vocazione per quanto posso conoscere è la missione e la solitudine, la missione stando sempre occupato in Dio e la solitudine stando sempre occupato in Dio, tutto il resto è vanità (12 marzo 1733).
“Quando un’anima è pura innanzi a Dio, è anche disposta per amare Dio ad esercitare tutte le altre virtù” (1738).
“Il maggior bene si fece nelle diocesi di Bologna, Ferrara, Ravenna. Il maggior bene si fece nella nobiltà e negli ecclesiastici, e si affezionarono tanto alla Via Crucis che anche adesso seguitano a radunarsi ogni sera e duecento fra Nobili ed Ecclesiastici e fanno dopo l’Ave Maria della sera il santo Esercizio! Con gran frutto delle anime loro1” (1747).
“Riceviamo quel che Dio per sua infinita misericordia concede, e non ci curiamo di più. Dobbiamo desiderare di essere santi, ma non più di quello che Dio ha stabilito che siamo, compiacendoci più di essere piccoli pigmei per volere di Dio che essere giganti di santità senza il volere di Dio” (1750).
Terminiamo con le parole che il Vescovo di Albenga-Imperia S. Ecc. Mons. Mario Olivieri, ha scritto in occasione della pubblicazione dell’Epistolario “Mi piace ricordare in particolare due aspetti del suo essere e del suo agire. Il primo: la straordinaria forza della missione di S. Leonardo scaturisce dal suo amore ai Ritiri, cioè dal suo amore alla contemplazione e alla preghiera. Il secondo aspetto: il contemplativo e il missionario, che fu altissimamente, gli rese facile la conoscenza dell’uomo del suo tempo ad avvertire con lucida visione i suoi radicali bisogni” (Albenga, 1 novembre, 2000).
Maria Mazzei