Liberi dal potere delle tenebre

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il mese di novembre per tutti i membri del Movimento Pro Sanctitate è un tempo di particolare impegno, caratterizzato dalle iniziative finalizzate a promuovere la Giornata della Santificazione Universale in tutti gli ambiti dove viene accolta la proposta di una intensa preghiera e di dialogo per far conoscere il nostro messaggio.

Il tema di approfondimento dell’anno, “nel deserto semi di speranza” già ampiamente trattato nel precedente numero, è il punto di riferimento e la guida per i nostri passi ma è soprattutto la linfa vitale per le nostre attività di diffusione del messaggio della chiamata alla santità come cammino di speranza.

“Alla luce della speranza, che è lo sguardo della fede nel domani, l’anima si apre alla serenità, alla gioia, alla certezza. La speranza è virtù che dilata le potenze dell’anima e le fibre del cuore” è l’insegnamento del nostro Fondatore, il Servo di Dio Guglielmo Giaquinta, che vogliamo annunciare a tutti e con ogni mezzo.

Anche S. Paolo ci ricorda “un solo corpo, un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione” (Ef 4, 4).

Aprire alla serenità, alla gioia, alla certezza e far dilatare le potenze dell’anima e le fibre del cuore: è il nostro cammino personale da vivere ma soprattutto da annunciare a chi ha fame e sete di giustizia, alla chiesa dei poveri che attende la nostra presenza.

Per metterci in cammino è necessario entrare nel deserto ed ascoltare il vuoto, fare silenzio dentro di noi. “Sono gli uomini silenziosi che fanno le cose. La natura ci ha dato una lingua ma due orecchie, così che dobbiamo ascoltare due volte più di quanto possiamo parlare” (Baden-Powell).

Partire dal vuoto della realtà che ci circonda e rivestirci della ‘armatura di Dio’ per poter resistere alle insidie e restare in piedi dopo aver superato tutte le prove.

“Siate dunque ben fermi, cinti i fianchi con la verità, rivestiti con la corazza della giustizia, e avendo come calzatura ai piedi lo zelo per propagare il vangelo della pace. Tenete sempre in mano lo scudo della fede, prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, cioè la parola di Dio. Pregate inoltre incessantemente con ogni sorta di preghiere e suppliche nello Spirito” (Ef 6, 14-18).

Allora eleviamo la nostra preghiera per chiedere al Signore di liberarci dal potere delle tenebre per non incorrere nell’esperienza del ricco che non vede Lazzaro, coperto di piaghe e che muore di fame davanti alla sua porta, come ci viene ricordato da Papa Francesco nell’omelia pubblicata in questo numero.

Chiediamo al Signore di essere attenti alla cura del creato, come custodi di un giardino che ci è stato affidato, con gesti quotidiani che ci possano liberare dall’egoismo, dall’indifferenza, dallo sfruttamento.

Chiediamo al Signore di poter seguire l’esempio di San Leonardo da Porto Maurizio che affermava: “riceviamo quel che Dio per sua infinita misericordia concede, e non ci curiamo di più. Dobbiamo desiderare di essere santi, ma non più di quello che Dio ha stabilito che siamo”.

Chiediamo al Signore di vivere la festa dell’Immacolata Concezione con gli stessi sentimenti di Maria che ha saputo accogliere la chiamata ad essere la madre di Gesù ed ha cantato nel Magnificat: “ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore, ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili, ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi”.

Chiediamo al Signore di poterci preparare all’Avvento, con le lampade accese e con il desiderio di incontrarlo, accogliendo l’invito di San Paolo nella lettera ai Romani: “Fratelli, è ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché la nostra salvezza è più vicina ora di quando diventammo credenti. La notte è avanzata, il giorno è vicino. Gettiamo perciò le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce” (13, 11-12).

Chiediamo al Signore di vivere il Natale come dono e accoglienza della vita nuova che promana da Gesù Bambino, che viene ad abitare in mezzo a noi: “Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse. Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia” (Is 9, 1-3).

La liturgia della festa di Cristo Re dell’Universo, che celebreremo il 20 novembre prossimo, inizia con la colletta: “O Dio Padre, che ci hai chiamati a regnare con te nella giustizia e nell’amore, liberaci dal potere delle tenebre; fa’ che camminiamo sulle orme del tuo Figlio e, come Lui, doniamo la nostra vita per amore dei fratelli, certi di condividere la sua gloria in paradiso”!

L’augurio per questo tempo forte dell’anno, a partire dal 1° novembre e fino al giorno di Natale è quello di sentirci liberi dalle tenebre per camminare nella luce.

Il mondo attende ancora e sempre più la rivelazione dei figli di Dio: buon cammino!

Loretta Angelini

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