Immagini di meravigliosi dolcetti e di ardenti passioni sembrano accompagnare la descrizione della “dolce compagnia”. Ma per noi non è così. O almeno, non è solo così.
Nelle pagine che seguono ci viene regalata la preziosa testimonianza di chi ha saputo vivere in dolce compagnia i suoi giorni, scegliendo, nella libertà, di vivere nel dono continuo agli altri, riconoscendo in loro il volto assetato del Crocifisso.
Rita da Cascia, dopo una intensa esperienza familiare, entra in profonda condivisione con Cristo, fino a riceverne il sigillo nella spina che porterà sulla fronte. Antonio da Padova sceglie con libera consapevolezza la fraternità dei figli di frate Francesco, mette a loro servizio le sue conoscenze, con loro lietamente predica il Vangelo. La beata Alfonsa Clerici esercita il ministero dell’educazione con cuore di madre, in punta di piedi. Padre Messina, ‘pazzo’ di Dio, lo cerca e lo ama negli orfani, negli emarginati, nei sofferenti.
Il nostro percorso è accompagnato da chi ha guardato la vita con speranza, con quell’ottimismo che consente di intravedere nel domani la provvidenza che nasce dal cuore di Dio nostro Padre. È la proposta che ci sta facendo il Servo di Dio Guglielmo Giaquinta con i suoi scritti tutti pervasi di calda umanità, una conoscenza che consente di sentirlo e sentirci vicini.
E siamo alle ultime declinazioni del tema di quest’anno ‘la gioia di vivere il Vangelo’. L’incontro con il Vangelo unisce sempre, tesse trame profonde e durature di amore che costruiscono relazioni vere e ricche di frutti. L’incontro con il Vangelo non chiude, mai. Apre invece a nuovi orizzonti e prospettive, lancia verso aspetti inesplorati, spesso inconsueti, affinché nessun angolo della vita umana e della comunità degli uomini resti privo della Luce gioiosa dell’Evangelo.
Si esprime e si attua la nostra vita a cominciare dal nostro essere in famiglia, la prima dolce compagnia. Per questo la famiglia sta a cuore alla Chiesa, a papa Francesco, nella famiglia cresce l’uomo nuovo, la donna nuova, capaci di vivere e donare l’amore. Una famiglia che dà forma alla Chiesa, che la rende famiglia di famiglie, protesa alla costante, anche se a volte faticosa, ricerca della comunione in tutte le sue componenti. È in questa famiglia che crescono tutti i doni, tutte le vocazioni, tutti gli infiniti modi di vivere il Vangelo come dono per tutti. E non possiamo non considerare proprio ora la vocazione sacerdotale come un germoglio da coltivare, custodire, per il quale pregare, mentre in questi giorni tutti i sacerdoti sono chiamati a considerare la loro chiamata alla santità e a celebrare il giubileo.
Guardiamo al Servo di Dio Guglielmo Giaquinta, nella memoria del suo XXII° ritorno al Padre, e lo scopriamo sempre più sacerdote secondo il cuore di Dio, padre per tutti, vicino in modo speciale ai sacerdoti e alla vita delle famiglie. La vita secondo lo Spirito, che è stata la sua costante attenzione, lo ha portato a vivere per primo ‘la dolce compagnia’ dei Tre verso la quale ha camminato insieme a tante e tanti figli spirituali.
L’Ospite dolce dell’anima, lo Spirito Santo, chiede ogni giorno di più di essere il Signore della nostra vita e noi sentiamo crescere il desiderio di un affidamento totale, fiducioso e sereno, a lui. È lo Spirito che ci aiuta nella comprensione e nella esperienza della Trinità di cui siamo dimora e con la quale siamo chiamati a vivere ‘in dolce compagnia’. Potrebbe sorgere – e sarebbe lecito – l’interrogativo su come si possa vivere questa misteriosa e affascinante familiarità con Dio e una immersione piena e costruttiva, quasi battagliera, nelle cose di ogni giorno spesso tanto travagliate… e ancora la domanda su dove trovare forza e costanza in questa ricerca di armonica sintesi. Celebriamo in questo tempo la memoria liturgica del Corpus Domini e viene alla nostra mente il lento camminare dell’Eucaristia nelle strade degli uomini nell’unica annuale processione liturgica universale. Cristo non solo percorre le strade degli uomini, lo fa nello stile del nascondimento, del silenzio operoso, del dono continuo e ininterrotto. E, lo sappiamo, a prezzo della sua stessa Vita. Non c’è da trarre conseguenze logiche, solo da credere, adorare, imparare l’Amore.
Torniamo al Cenacolo! Dove la Vita è donata, il servizio è lo stile dell’amore, la tenerezza di Cristo è misericordia per tutti. Anche per noi.
Teresa Carboni