All’inizio di questo nuovo anno, che accogliamo come dono per ciascuno di noi, la Chiesa ci invita a celebrare la giornata della pace con il tema “Vinci l’indifferenza e conquista la pace” e la solennità della Maternità della Santissima Madre di Dio.
Maria ha accolto il progetto di Dio con il suo “si” e si è resa totalmente disponibile. Lei ha dato la vita al figlio di Dio e continua a partecipare agli uomini la vita divina. Per questo viene considerata madre di ogni uomo che nasce alla vita di Dio e insieme proclamata “Madre della Chiesa” (cfr. LG 53, 60-65; Paolo VI, 21-11-1964).
È confortante iniziare il nuovo anno con questa festività: Maria ci accompagna in tutti gli avvenimenti che accadranno nella vita personale e comunitaria e a Lei la Chiesa affida la giornata della pace che, prima di annunciarla agli altri, deve nascere dentro ciascuno di noi.
“Beati gli operatori di pace perché saranno chiamati Figli di Dio” (Mt 5, 9). Operare la pace significa superare la tendenza umana di volere sempre ragione, di non cambiare la propria idea, di non saper ascoltare. Operare per la pace significa mettere in atto gesti di comunione e condivisione.
La liturgia dell’1 gennaio di questo nuovo anno propone, come prima lettura, la benedizione per il popolo di Israele:
“Voi benedirete così gli Israeliti: direte loro:
Ti benedica il Signore e ti protegga.
Il Signore faccia brillare il suo volto su di te e ti sia propizio!
Il Signore rivolga su di te il suo volto e ti conceda pace!
Così porranno il mio nome sugli Israeliti e io li benedirò” (Num 6, 22-27).
Chiediamo di porre il nome del Signore su ciascuno di noi, sul Movimento Pro Sanctitate e sulla Chiesa tutta affinché possiamo far risplendere il Suo volto. Chiediamo una benedizione speciale per questo nuovo anno Santo Straordinario della Misericordia, iniziato l’8 dicembre dello scorso anno, che ci guiderà per svolgere il nostro pellegrinaggio verso la Porta Santa e scoprire che la misericordia di Dio, come afferma Papa Francesco “non è un’idea astratta, ma una realtà concreta con cui Egli rivela il suo amore come quello di un padre e di una madre che si commuovono fino dal profondo delle viscere per il proprio figlio” (MV, 6).
L’anno passato si è chiuso con una serie di avvenimenti, uno più significativo dell’altro, che la Chiesa nel mondo, ed in particolare in Italia, dovrà meditare per mettere in pratica tutti gli insegnamenti ricevuti ed impegnarci a non abbandonare la ricchezza di tutti gli eventi in un libro di “atti” che non leggeremo mai.
Ci riferiamo alla chiusura del Sinodo straordinario sulla famiglia, al V Convegno Ecclesiale Nazionale sul tema “In Gesù Cristo il Nuovo Umanesimo”, e al messaggio “La misericordia fa fiorire la vita” che il Consiglio Episcopale Permanente ha scritto per la 38a giornata nazionale per la vita che quest’anno celebriamo il 7 febbraio.
Qui ci si vuole soffermare su un denominatore comune che lega questi eventi: oggi è tempo di misericordia!
“Proclamare la misericordia di Dio, chiamare alla conversione e condurre tutti gli uomini alla salvezza del Signore” (Papa Francesco, discorso di chiusura del Sinodo).
Siamo chiamati come discepoli di Gesù a porre l’uomo a contatto con la misericordia compassionevole che salva. È un invito costante che dobbiamo ascoltare per questo anno santo straordinario.
La benedizione del Signore, che fa brillare il suo volto su di noi, ci preserverà da due tentazioni: quella della “spiritualità del miraggio”, con il rischio di diventare abitudinari della grazia. E la seconda tentazione è la fede da “tabella”, dove non c’è posto per chi disturba i nostri piani, i nostri programmi e tutti debbono rispettare i nostri tempi. Queste due tentazioni sottolineate da Papa Francesco nell’omelia del 25 ottobre 2015, a conclusione del Sinodo, devono orientare la nostra riflessione. Papa Francesco ci esorta a vivere con Gesù, lavorare per lui ma rimanere vicino al Suo cuore che è proteso verso chi è ferito! Gesù non esclude ma include soprattutto chi è tenuto ai margini e grida a Lui. Solo così “sarà vinta l’indifferenza e regnerà la pace”.
È tempo di metterci in ascolto, di saper intuire i bisogni reali di chi cerca una parola di conforto, un gesto di fraternità, di accoglienza, di condivisione. Lasciamo da parte i nostri problemi e apriamo il nostro orizzonte ai fratelli e agli avvenimenti che viviamo.
Vogliamo sottolineare l’esortazione del servo di Dio Guglielmo Giaquinta:“quanto più si diventa piccoli e poveri e ci si conforma alla pietra scartata, tanto più poi si partecipa alla ricchezza di Cristo e si diventa pietre preziose, occorre cioè, lasciarsi trasformare da Cristo” (Esercizi Spirituali, La Pietra).
Buon anno a tutti i nostri lettori e la Vergine Maria, Madre della Fiducia, accompagni il nostro cammino.
Loretta Angelini