Il tema ‘Gioia di vivere il Vangelo’ è il nucleo centrale della proposta di formazione permanente 2015-2016 che il Movimento Pro Sanctitate rivolge ai suoi membri e che offre a tutti come strumento di crescita spirituale personale e comunitaria.
La gioia della santità è il desiderio di Dio per ogni essere umano e come dice papa Francesco, “la gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita di coloro che si incontrano con Gesù”. Per questo il percorso formativo declina la chiamata alla santità come incontro con la persona di Gesù che invade e rivoluziona la vita e la proietta verso orizzonti di novità e apertura infinita alle proposte radicali di Dio.
Ai Lettori di Aggancio e a tutti coloro che in questo anno avvicineremo sarà proposta sempre la gioia dell’incontro da condividere.
Passo dopo passo nello scorrere dei mesi, tenendo conto dei misteri dell’Anno liturgico e della celebrazione del Giubileo della Misericordia, la gioia di vivere il Vangelo diventerà patrimonio di ciascuno, atmosfera rassicurante nelle nostre famiglie, frutto dello Spirito condiviso e costruttivo nelle nostre comunità ecclesiali, lievito di pace nella società.
La gioia di vivere il Vangelo è quindi prima di tutto dono da invocare instancabilmente, frutto dell’opera gratuita dello Spirito in noi; cammino da percorrere attraverso l’approfondimento biblico e spirituale che mette in contatto stretto con Gesù Parola; missione da compiere verso una realtà umana e sociale che la gioia della vita in Cristo può e deve poter trasformare in un mondo di tutti santi tutti fratelli.
DONO da invocare
Abbiamo bisogno d’implorare ogni giorno, di chiedere la sua grazia perché apra il nostro cuore freddo e scuota la nostra vita tiepida e superficiale. EG, 264
“La maturazione del mondo verso alcuni ideali è opera dello Spirito: è lo Spirito che agisce nel mondo” (G. Giaquinta)
CAMMINO da percorrere
Ciascun es sere umano ha sempre di più bisogno di Cristo, e l’evangelizzazione non dovrebbe consentire che qualcuno si accontenti di poco, ma che possa dire pienamente: «Non vivo più io, ma Cristo vive in me» (Gal 2, 20). EG, 160
Bisogna formarsi continuamente all’ascolto della Parola. La Chiesa non evangelizza se non si lascia continuamente evangelizzare. EG, 174
“La gioia profonda ci viene dal possesso di Cristo” (G. Giaquinta)
MISSIONE da compiere
Se qualcosa deve santamente inquietarci e preoccupare la nostra coscienza è che tanti nostri fratelli vivono sen za la forza, la luce e la consolazione dell’amicizia con Gesù Cristo, senza una comunità di fede che li accolga, senza un orizzonte di senso e di vita. EG, 49
Gli altri “possano vederci come gioiosi messaggeri di proposte alte, custodi del bene e della bellezza che risplendono in una vita fedele al Vangelo”. EG, 168
“Il mondo… va cercando sguardi che siano pieni di serenità e di gioia: la felicità è la ricerca profonda del cuore umano. Se realmente crediamo in Cristo… dobbiamo emanare, ispirare gioia” (G. Giaquinta)
Novembre 2015
GIOIA DELL’INCONTRO CHE CHIAMA Mc 1, 14-20
È compiuto il tempo dell’incontro, oggi siamo chiamati alla conversione e alla sequela. Seguire Gesù, lasciare le reti, diventare pescatori di uomini… per condividere la gioia di stare con Gesù, Buona Notizia dell’amore del Padre.
Invito ogni cristiano, in qualsiasi luogo e situazione si trovi, a rinnovare oggi stesso il suo incontro personale con Gesù Cristo o, almeno, a prendere la decisione di lasciarsi incontrare da Lui, di cercarlo ogni giorno senza sosta. Non c’è motivo per cui qualcuno possa pensare che questo invito non è per lui, perché «nessuno è escluso dalla gioia portata dal Signore». EG, 3
Dicembre 2015
GIOIA DELL’INCONTRO CON LA DIVINA MISERICORDIA Gal 4, 4-7
Ci fa compagnia la Madonna, Immacolata Madre di Gesù, dolcissima madre di ciascuno di noi che abbiamo bisogno di Misericordia. Ci guida all’incontro con il Figlio e ci accorgiamo di essere figli anche noi, figli liberi, figli amati per sempre.
Misericordia: è la via che unisce Dio e l’uomo, perché apre il cuore alla speranza di essere amati per sempre nonostante il limite del nostro peccato. MV, 2
Il pensiero ora si volge alla Madre della Misericordia. La dolcezza del suo sguardo ci accompagni in questo Anno Santo, perché tutti possiamo riscoprire la gioia della tenerezza di Dio. Nessuno come Maria ha conosciuto la profondità del mistero di Dio fatto uomo. Tutto nella sua vita è stato plasmato dalla presenza della misericordia fatta carne. La Madre del Crocifisso Risorto è entrata nel santuario della misericordia divina perché ha partecipato intimamente al mistero del suo amore. MV, 24
Gennaio 2016
GIOIA DELL’INCONTRO CHE GUARISCE Lc 5, 17-26
«Uomo, i tuoi peccati ti sono rimessi»: queste parole Gesù Misericordia rivolge anche a noi e ci dice ancora: «alzati, prendi il tuo lettuccio e va’ a casa tua». Tutta la nostra storia – il nostro lettuccio – è coinvolto nella guarigione del corpo, del cuore, dell’anima. La gioia diventa glorificazione e testimonianza, impariamo da Gesù l’ascolto, la prossimità, il camminare insieme verso il SI che sviluppa pienamente la nostra vita.
La prima cosa, nella comunicazione con l’altro, è la capacità del cuore che rende possibile la prossimità, senza la quale non esiste un vero incontro spirituale. L’ascolto ci aiuta ad individuare il gesto e la parola opportuna che ci smuove dalla tranquilla condizione di spettatori. Solo a partire da questo ascolto rispettoso e capace di compatire si possono trovare le vie per un’autentica crescita, si può risvegliare il desiderio dell’ideale cristiano, l’ansia di rispondere pienamente all’amore di Dio e l’anelito di sviluppare il meglio di quanto Dio ha seminato nella propria vita. EG, 171
Febbraio
GIOIA DELL’INCONTRO CON DIO NEL SILENZIO Mt 4, 1-11
‘Questo è il momento favorevole per cambiare vita! Questo è il tempo di lasciarsi toccare il cuore’ (MV, 19): così papa Francesco vede la Quaresima di quest’anno e noi siamo condotti con Gesù nel deserto e chiamati a riconoscere la tentazione e a vincerla nel silenzio, nella preghiera, nell’umiltà adorante.
Senza momenti prolungati di adorazione, di incontro orante con la Parola, di dialogo sincero con il Signore, facilmente i compiti si svuotano di significato, ci indeboliamo per la stanchezza e le difficoltà, e il fervore si spegne. La Chiesa non può fare a meno del polmone della preghiera, e mi rallegra immensa mente che si moltiplichino in tutte le istituzioni ecclesiali i gruppi di preghiera, di intercessione, di lettura orante della Parola, le adorazioni perpetue dell’Eucaristia. EG, 262
Marzo
GIOIA DELL’INCONTRO CHE REDIME Ef 1, 3-14
L’incontro con il Signore Gesù è incontro con il Crocifisso sorridente. L’amore fa fiorire il sorriso e coinvolge nella redenzione, fino a renderci figli, santi, lode di gloria della Trinità.
Lasciamoci incontrare, guardiamo con coraggio alle nostre croci di ogni giorno, alla cima del Monte Cristo ci aspetta per rivelarci l’Amore ed insegnarci ad amare.
Riceviamo dignità e gioia.
Il donarsi di Gesù sulla croce non è altro che il culmine di questo stile che ha contrassegnato tutta la sua esistenza. Affascinati da tale modello, vogliamo inserirci a fondo nella società, condividiamo la vita con tutti, ascoltiamo le loro preoccupazioni, collaboriamo materialmente e spiritualmente nelle loro necessità, ci rallegriamo con coloro che sono nella gioia, piangiamo con quelli che piangono e ci impegniamo nella costruzione di un mondo nuovo, gomito a gomito con gli altri. Ma non come un obbligo, non come un peso che ci esaurisce, ma come una scelta personale che ci riempie di gioia e ci con ferisce identità. EG, 269
Aprile
GIOIA DELL’INCONTRO CHE TRASFORMA Col 3, 1-17
La santità è novità di vita, gioia contagiosa.
Siamo creature pasquali, rinnovate dal Risorto, rivestite dallo Spirito di sentimenti nuovi e dalla carità. Com’è concreto il Vangelo! Ha il volto di Gesù, uomo vero, mite e misericordioso, pronto al perdono e costruttore di pace. Viviamo con gioia la rivoluzione della tenerezza: a casa, in parrocchia, nel lavoro, con tutti, come Gesù.
Il Vangelo ci invita sempre a correre il rischio dell’incontro con il volto dell’altro, con la sua presenza fisica che interpella, col suo dolore e le sue richieste, con la sua gioia contagiosa in un costante corpo a corpo. L’autentica fede nel Figlio di Dio fatto carne è inseparabile dal dono di sé, dall’appartenenza alla comunità, dal servizio, dalla riconciliazione con la carne degli altri. Il Figlio di Dio, nella sua incarnazione, ci ha invitato alla rivoluzione della tenerezza. EG, 88
Maggio
GIOIA DELL’INCONTRO CHE UNISCE Gv 17, 11-25
È esperienza comune che nella gioia cresce l’amicizia, la bella complicità, la voglia di comunicare.
L’ultima preghiera di Gesù è stata per l’unità, è il suo desiderio più vivo, una consegna da vivere in ogni ambito. Vivere la gioia del Vangelo è fermento di unità nella società e in ogni sua cellula. Coltiviamo la cultura dell’incontro e viviamola senza sosta.
In ogni nazione, gli abitanti sviluppano la dimensione sociale della loro vita configurandosi come cittadini responsabili in seno ad un popolo, non come massa trascinata dalle forze dominanti. Ricordiamo che «l’essere fedele cittadino è una virtù e la partecipazione alla vita politica è un’obbligazione morale». Ma diventare un popolo è qualcosa di più, e richiede un costante pro cesso nel quale ogni nuova generazione si vede coinvolta. È un lavoro lento e arduo che esige di volersi integrare e di imparare a farlo fino a sviluppare una cultura dell’incontro in una pluriforme armonia. EG, 220
Giugno
GIOIA DELL’INCONTRO CHE INVIA Gv 4, 5-15. 19b-26. 39a. 40-42
Al pozzo della vita Gesù ci aspetta, ci incontra, ci manda.
Un incontro che ci rivela la nostra identità, che ci libera dalla paura, che ci abilita all’adorazione, un incontro che ci consegna una missione. E impariamo da Gesù ad essere creature dell’incontro, con lo sguardo carico di amore.. vicine a tutti…
La prima motivazione per evangelizzare è l’amore di Gesù che abbiamo ricevuto, l’esperienza di essere salvati da Lui che ci spinge ad amarlo sempre di più. Però, che amore è quello che non sente la necessità di parlare della persona amata, di presentarla, di farla conoscere? Se non proviamo l’intenso desiderio di comunicarlo, abbiamo bisogno di soffermarci in preghiera per chiedere a Lui che torni ad affascinarci. EG, 264
Gesù stesso è il modello di questa scelta evangelizzatrice che ci introduce nel cuore del popolo. Quanto bene ci fa vederlo vicino a tutti! Se parlava con qualcuno, guardava i suoi oc chi con una profonda attenzione piena d’amore: «Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò» (Mc 10, 21). Lo vediamo aperto all’incontro… EG, 269
Molte e ricche le sollecitazioni che ci raggiungono dalla Parola e dal Magistero, fa eco nel nostro cuore l’invito di papa Francesco (EG, 120): Anche san Paolo, a partire dal suo incontro con Gesù Cristo, «subito annunciava che Gesù è il figlio di Dio» (At 9, 20). E noi che cosa aspettiamo?
a cura di Mirella Scalia e Teresa Carboni