“La gioia del cuore è la vita dell’uomo” (Siracide 30, 22).
Il Vangelo è gioia. Perché è incontro con Colui che è “sorgente” della gioia. Perché indica e compie la più completa liberazione e la più alta pienezza che l’uomo possa pensare e sognare. Come dice Papa Francesco, “la gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù sempre nasce e rinasce la gioia” (Evangelii Gaudium).
Ne consegue che la santità è un cammino di gioia, perché realizza le nostre più alte e profonde aspirazioni.
La Giornata della Santificazione Universale 2015, con il tema Gioia di vivere il Vangelo, vuole dar voce al desiderio di Dio per ogni essere umano: la gioia della santità.
Ma se il Vangelo è gioia, perché le nostre chiese sono così vuote e i cristiani così tristi? Se la santità è un cammino che realizza la vera gioia, perché sono così in pochi a intraprenderla? Due ipotesi: o continua ad essere poco compresa la vera essenza del cristianesimo o il divario tra “conoscenza” ed “esperienza” è sempre troppo alto.
“È necessario fare esperienza di ciò che si ascolta e si apprende, altrimenti si diventa creature che hanno tutta una serie di conoscenze, ma non persone convertite, che hanno assimilato la parola di Dio e se ne sono lasciate coinvolgere. E può accadere che di fronte a delle difficoltà tutto ciò che si è imparato e che è rimasto solo copertura salti via lasciando scoperta la nostra realtà di povere creature umane non trasformate dal divino. Appare chiaro, se si riflette su quanto sto dicendo, la differenza che esiste tra noi e i santi: questi hanno fatto una così profonda esperienza del divino che esso è diventato la “forma” della loro vita” (servo di Dio G. Giaquinta, L’esperienza).
L’uomo, creato per la gioia, sperimenta spesso una profonda tristezza. Papa Francesco ne parla come uno dei più grandi rischi del mondo attuale. Mai come oggi la depressione è una malattia tanto diffusa! Nella società consumistica, dove l’avere è più importante dell’essere e le cose sono più importanti delle persone, dove la ricerca del piacere è il fine ultimo di tante esistenze, dove l’arrivismo è più importante della solidarietà e il denaro è più importante della dignità dell’uomo, dove l’isolamento è la condizione esistenziale di tante persone, dove la comunicazione vera e profonda tra gli esseri umani è sostituita da mezzi virtuali e finti, l’uomo vive in una “implosione”. Cioè, ripiegato su se stesso, insoddisfatto di tutto e di tutti, è alla continua ricerca di una gioia che continuamente gli sfugge tra le mani.
Padre Daniel Ange un giorno disse: “Tra i giovani africani dove ho vissuto tanti anni non ho trovato la tristezza, lottavano ogni giorno per il cibo, ma erano felici. Finché arrivai in Francia dove ho trovato una gioventù sazia e disperata, con tante cose materiali, ma con la morte nel cuore”.
È quest’uomo del nostro tempo che Gesù vuole guarire, salvare, amare.
È quest’uomo che Gesù vuole prendere per mano e condurre per le vie di una profonda trasformazione interiore dove, ritrovato se stesso e il senso di ogni cosa, può diventare una promessa per il cambiamento che il mondo aspetta.
Là dove manca l’amore, la tristezza è di casa. Là dove manca Dio, la gioia non è conosciuta. La gioia, anelito di ogni uomo, è l’esperienza di chi incontrando Dio serve i fratelli. La gioia, desiderio di ogni creatura, è il sigillo dell’incontro dell’uomo con il suo Creatore. Si può essere nella gioia anche nel dolore, si può essere portatori di gioia anche nella tribolazione, si può essere testimoni di gioia anche quando tutto sembra crollare.
Solo l’incontro e la vita in Dio sono la garanzia di una gioia senza fine, di una gioia vera, profonda.
Quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunziamo anche a voi… Perché la nostra gioia sia perfetta (1Gv 1, 3a-4b).
Si tratta di recuperare quel vedere e udire (l’esperienza) e quell’annunciare (evangelizzare).
Il cammino della santità, nasce da un evento: l’incontro con Cristo.
Benedetto XVI, nell’enciclica Deus caritas est, ci ha ricordato che all’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona. Va dunque cercata, vissuta, recuperata l’esperienza con Dio, senza la quale la fede non tocca il cuore e la vita, le scelte etiche non scaturiscono dalle giuste motivazioni e la religione diventa formalismo esteriore senza vera spiritualità.
Comprendere come e perché il Vangelo è gioia e come, nel contempo, rende pienamente umani. Il “nuovo umanesimo”, di cui la nostra umanità così divisa è assetata, passa necessariamente attraverso l’accoglienza di Gesù, l’Uomo Nuovo. Riscoprire che proprio Lui esprime l’umanità che noi siamo chiamati ad essere e lasciarsi salvare da tutto ciò che di “disumanizzante” disturba e inquina la nostra vita e il nostro mondo!
Annunciare, andare verso l’altro, mostrare sensibilità e attenzione nei confronti delle sue necessità, non solo esprime il raggiungimento di una personalità matura e adulta, ma esprime anche il senso del nostro essere Chiesa. La Chiesa vive per evangelizzare. Chi è stato raggiunto dall’amore di Dio e ne è stato guarito, trasformato, non può tenersi per sé un tale tesoro! Soprattutto se ha scoperto che Gesù è la soluzione ai mali dell’umanità.
Evangelizzare la santità è una priorità! Fin quando l’uomo non comprenderà il senso del suo esserci, la mèta alla quale è chiamato, l’evoluzione spirituale che deve realizzare, continuerà a bere presso acque che non potranno dissetarlo. “Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna”. (Gv 4, 13-14)
La gioia che accompagna l’integrità spirituale è il risultato dell’aderire alla Verità.
Sia la Giornata della Santificazione Universale 2015 occasione per riscoprire che la santità è cammino di gioia, a partire dalla forza rivoluzionaria del Vangelo. Sia per tanti l’inizio di un cammino nuovo e l’esperienza di avere come compagno di viaggio Gesù che, con la sua Parola, rivela le sorgenti della vera gioia perché se ne possa diventare testimoni in un mondo che ne è assetato.
Sonia Chiavaroli - Segretaria internazionale Movimento Pro Sanctitate