IL TEMA

Narrare Dio

“Ogni cosa è una muta parola che conduce a Dio”.

“Predicate il Vangelo e, se fosse necessario, anche con le parole”.

“Non parlare tanto, ma parlare con la vita: la coerenza della vita”.

Queste incisive frasi di Guglielmo Giaquinta, San Francesco d’Assisi e Papa Francesco ci introducono in modo efficace al tema scelto per la Giornata della Santificazione 2013: NARRARE DIO.

Narrare Dio: due parole semplici e brevi, dietro le quali si potrebbe rintracciare un mondo di richiami, di suggestioni, di riferimenti tematici. Dentro questo slogan, peraltro felicemente e ultimamente spesso usato in altri ambiti di riflessione e cultura cristiana, vogliamo cogliere quanto più direttamente ci riconduce alla vocazione universale alla santità, al cammino che l’uomo fa e può fare su questa terra di instancabile avvicinamento al tutto di Dio.

Dio Padre, attraverso Gesù, ci ha chiesto di vivere a sua immagine, di riconoscerci figli, prossimi e innestati nella sua vita trinitaria, per essere quello per cui ci ha fatto, per essere felici, per portare a compimento la nostra umanità.

Ma la via della santità nell’uomo è anche la strada che Lui più volentieri sceglie nella storia per raccontarsi, per rivelarsi, per farci entrare nel mistero e nella bellezza del suo amore divino, paterno, infinito.

I santi sono i perfetti “ narratori” dell’amore di Dio, non lo devono dimostrare con disquisizioni filosofiche o teologiche: è la loro vita a “spiegare”, a togliere le pieghe, e a rendere visibile e sperimentabile il Vangelo.

“Ogni cosa è una muta parola che conduce a Dio”.

C’è una narrazione sottesa di verità dentro l’esistente, una ricchezza sconfinata di tracce di Dio nel creato, nella natura, negli eventi, nel cuore delle persone, nel dispiegarsi della storia, che attende solamente di essere “letta”, decifrata. E per intendere e lasciarsi colmare da questa muta, eloquente “parola” ci vogliono occhi, orecchi e cuori attenti, allenati.

Camminare verso la santità vuol dire anche uscire dalla superficialità ed essere capaci di affinare la propria sensibilità interiore, acquistare uno sguardo profondo sulla vita, educarsi ad ascoltare i messaggi dell’universo in cui noi siamo piccola cosa, siamo creature, dove il mistero è più forte delle ragioni, e dove infrange i limiti l’infinità di Dio.

“Predicate il Vangelo e, se fosse necessario, anche con le parole”.

Narrare il Vangelo è cosa diversa dal semplice raccontare, e ancor di più dal predicare, convincere con le parole, spiegare, istruire. Veniamo richiamati dalle parole di Francesco a una essenzialità dell’essere, a una grammatica della semplicità da recuperare nel nostro modo di essere cristiani, di essere Chiesa. Cristo lo annunciamo se ci prende tutti, “dalla testa ai piedi”, dal cuore alle mani, dai pensieri alle azioni, se trasmettiamo con la vita, prima che con le parole, il dono della fede e l’esperienza di Dio.

“Non parlare tanto, ma parlare con la vita: la coerenza della vita”.

Papa Francesco ci sta richiamando continuamente alla forza, al coraggio, alla necessità della testimonianza. Dobbiamo ascoltarlo!

Coerenza e santità: quanto è capace di attrarre, di fare da calamita, quanto è esigenza intrinseca dell’uomo, quanto è ancora oggi fortemente reclamata, soprattutto dalle nuove generazioni, una vita autentica, trasparente, una testimonianza limpida di gesti, di comportamenti, di scelte che abbiano il sapore e il gusto buono di “fatti di Vangelo”! Coerenza e autenticità sono il linguaggio più bello della santità. Santità che non vuol dire vite ineccepibili, vite senza errori. La storia di ogni santo, di ogni persona che scommette su Cristo fino in fondo, proprio perché siamo semplicemente uomini, è storia segnata sicuramente anche da tante fragilità, da percorsi ardui, contorti, da strade in salita, di tenebre e luce, di continue conversioni. Parlare di Dio si può e possiamo, se siamo testimoni prima di tutto non dei nostri successi ma di quanto la sua bontà opera in noi, di quante meraviglie di grazia e di misericordia trasformano la nostra piccola vita in un capolavoro!

Narrare Dio non è solo e principalmente usare parole ma… un grande grazie bisogna comunque poterlo dire, a tutti quegli uomini e donne che per ricerca, per dono di Dio, per investimento d’amore, con le loro parole dette e scritte sanno rendere leggibile, comprensibile, prossima la Parola di Dio, sanno scrutare il Mistero e regalarne il riflesso, sanno porgerlo all’intelligenza umana e arricchirla, aprirla al di più.

Un grande grazie al Servo di Dio Guglielmo Giaquinta, che si è fatto narratore della santità di Dio, con i tanti scritti, con la sua semplice vita. A lui, nel centenario della nascita che si inaugura con il 1 novembre 2013, dedichiamo in modo speciale la Giornata della Santificazione Universale di quest’anno, a lui che ne è stato ideatore e appassionato promotore.

Mirella Scalia Segretaria Nazionale del Movimento Pro
Sanctitate.

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