Nasce a Treviso nel 1845, si laurea in giurisprudenza a Padova, dove inizia la sua carriera universitaria come docente di Economia politica. Dal 1879 fino alla morte è cattedratico all’università di Pisa. Nel 1878 sposa Maria Schiratti. Un matrimonio felice nonostante due caratteri profondamente diversi. Il segreto di questa unione è indubbiamente la vita interiore di unione a Gesù nella preghiera e nell’Eucaristia che la coppia condivide totalmente: “Invano l’azione esteriore torna ordinata e feconda (giusta i disegni della Provvidenza) senza che la preceda e accompagni costantemente la vita interiore, l’esercizio cioè delle virtù intime nella quotidiana riforma di sé”. La Messa quotidiana nella chiesa parrocchiale fa da spirituale fondamento alla normale vita di famiglia fatta di gioie, come la nascita di ben sette figli, ma anche di dolori, come il lutto per due bambini morti in tenera età e una figlia suora morta giovanissima. Testimonia la figlia Teresa: “Tutte le domeniche tornati da Messa, ci riuniva nel suo studio e anche le persone di servizio dovevano venire ad ascoltare la spiegazione del Vangelo. Tutte le mattine, dopo ritornati da Messa, facevamo la colazione e prima di dividerci ci leggeva una breve meditazione che ci desse il pensiero per tutto il giorno. Alle sei della sera dovevamo tutti ritirarci in camera per fare un’ora di raccoglimento e di studio; papà ne avrebbe sofferto se non l’avessimo fatto, ed era solito ripeterci: per carità non vi dissipate”.
Toniolo ha cercato di vivere fedelmente la vocazione battesimale nella propria condizione laicale di sposo, di padre, di studioso dei processi politici e sociali, sempre preoccupandosi di mettere i propri talenti al servizio dell’avvento del regno di Dio: “Oh mio Dio! Dunque la conoscenza e l’adempimento della vostra volontà è il fine della nostra vita quaggiù, è il compendio di tutti i nostri doveri; è l’obiettivo e il termine di ogni giustizia e di ogni perfezione; è l’argomento d’ogni nostra gloria e d’ogni nostra felicità. Oh! Mio Dio, lasciate dunque che io vi faccia una preghiera che tutte le altre riassume, la preghiera che voi mio sovrano, mio padre, mio maestro, mi avete insegnato: fìat, fìat voluntas tua!”. Il fondamento della sua vita spirituale è la contemplazione del Risorto trionfatore sulla morte e sul peccato: a Lui incorporato nel battesimo, il cristiano non deve abbattersi di fronte al fallimento umano (anche fallimento economico) perché unito a Cristo sperimenta la speranza viva del Risorto. Caparra di questa speranza è la reale presenza di Gesù nell’Eucaristia: fermento di unità, pace e fraternità sociale.
Studioso dell’economia della Firenze medievale, in cui i lavoratori erano uniti in corporazioni e dove parte del capitale ricavato era per la realizzazione di opere di carità a vantaggio della comunità, vi trova un esempio e un modello dell’azione civilizzatrice del cristianesimo nell’ambito economico da contrapporre al socialismo. Distingue però tra l’ideologia socialista e il reale problema dello sfruttamento dei lavoratori. Pertanto ritiene necessario per una coerente azione politico-economica un’adeguata conoscenza dei fenomeni sociali, introducendo nel mondo accademico italiano lo studio della Sociologia, fondando l’Unione Cattolica per gli Studi sociali (1889), la Rivista internazionale di scienze sociali (1893), la Società cattolica italiana per gli studi scientifici (1899). In un’epoca in cui era preclusa ai cattolici la partecipazione politica a causa dello scontro tra Stato e Chiesa, prospetta un’azione del laicato cattolico in ambito sociale: “Al di sopra degli stessi legittimi beni ed interessi delle singole nazioni e Stati vi è una nota inscindibile che tutti li coordina ad unità, vale a dire il dovere della solidarietà umana, con l’interesse di cooperare tutti armonicamente, con eguale, libera e meritoria emulazione, al comune incivilimento”. Nella fedeltà alla dottrina sociale della Chiesa espressa nell’enciclica Rerum Novarum (1891) di papa Leone XIII, Toniolo propone: una riforma agraria che metta fine al latifondismo assegnando le terre ai contadini proletari; di rivitalizzare le antiche confraternite e opere pie i cui patrimoni siano di garanzia per istituti di credito cooperativo; associazioni cattoliche per la tutela dei diritti degli operai e la partecipazione agli utili delle imprese da parte degli operai stessi: “Noi non abbiamo alcuna intenzione – scriveva Toniolo – né sentiamo il bisogno di puntellare un ordine sociale, che, appunto perché anticristiano, crolla da ogni parte”. “Noi credenti sentiamo nel fondo dell’anima, ed è urgente proclamarlo: chi definitivamente salverà la società non sarà un diplomatico, non un dotto, non un eroe, bensì un santo, anzi una società di santi”.
Muore a Pisa il 7 ottobre 1918. È stato solennemente beatificato il 29 aprile 2012.
a cura di Francesco Costa