Guida “Amare è restare anche quando la vita ti urla di correre” (A. D’avenia, Cose che nessuno sa). Siamo riconoscenti al Signore che ci ha donato la grazia di lasciare tutto per venire a stare un po’ con Lui. Siamo sempre di corsa, impegnati, ma adesso è il tempo di adorare, di condividere con Lui la nostra vita, di entrare in dialogo e sperimentare la gioia di uno ‘stare’ che ci spingerà poi ad andare ai fratelli a dire: Io ci sono, mi prendo cura di te, perché tu mi interessi.
Canto
Cel Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Tutti Amen.
Cel Vieni Spirito Santo, vieni e parlaci del Padre che ci comunica tutto ciò che è importante nella vita: la carità, il compiere opere buone, il prendersi cura dell’altro come se fosse unico al mondo.
Tutti Vieni e parlaci del Cristo che muore e risorge per noi che dona misericordia e spalanca le porte del Cielo.
Vieni e facci innamorare di Gesù, l’inviato del Padre, l’instancabile annunciatore dell’Amore vero e per sempre.
Cel Combatti con la tua presenza la nostra anestesia spirituale
rendici appassionati di dialogo, di condivisione, di santità
e fa’ che diventiamo, per i nostri fratelli, teneri custodi,
compagni di strada, amici fedeli!
Tutti Vieni e insegnaci a vivere ogni giorno come un tempo di grazia
nel quale donare tutti noi stessi alla preghiera, al silenzio,
alla contemplazione dei misteri redentivi,
a prestare attenzione a coloro che ci vivono accanto,
privandoci anche del necessario per far sorridere chi ha meno di noi
a livello fisico, spirituale e morale. Amen.
(libera ispirazione al Messaggio del Papa per la Quaresima 2012)
Canto di esposizione
1 Lett Sono con voi tutti i giorni sino alla fine del mondo. (Mt 28, 20)
Io sto alla porta e busso. (Ap 3, 20)
Non voi avete scelto me ma io ho scelto voi. (Gv 15, 17)
Solista Signore, se ci innamorassimo di te, così come nella vita ci si innamora di una creatura o di una povera idea, il mondo cambierebbe.
Accresci la nostra tenerezza per la tua Eucaristia, verso la quale la disaffezione di tanti cristiani oggi si manifesta in modo preoccupante.
Siamo diventati aridi, come ciottoli di un greto disseccati dal sole d’agosto.
Lascia che la nuvola della tua grazia si inchini dall’alto sulla nostra aridità.
Signore, in te le fatiche si placano, le nostalgie si dissolvono, i linguaggi si unificano, le latitudini diverse si ritrovano, la vita riacquista sempre il sapore della libertà.
Insegnaci a portare avanti nel mondo e dentro di noi la tua Risurrezione.
Tu sei presente nel Pane, ma ti si riconosce nello spezzare il pane.
Aiutaci a riconoscere il tuo Corpo nei tabernacoli scomodi della miseria e del bisogno, della sofferenza e della solitudine.
Rendici frammenti eucaristici, come tante particole che il vento dello Spirito, soffiando sull’altare, dissemina lontano, dilatando il tuo “tabernacolo”.
(Don Tonino Bello)
Silenzio di adorazione
Guida Il Signore ama chi dona con gioia, chi è attento ai fratelli che hanno il cuore ferito. Il Signore ama e dona il Cielo a chi lo riconosce in coloro che ci interrogano e ci inquietano con la loro povertà.
1 Lett Mt 25, 31-41
2 Lett L’incontro con Dio mi fa intravedere continuamente nuovi spazi d’amore e non mi fa minimamente pensare d’aver fatto abbastanza, perché l’amore mi spinge e mi fa entrare nell’ecologia di Dio dove la sofferenza del mondo diventa la mia bisaccia da pellegrino. In questa bisaccia c’è un desiderio continuo: “Signore, se vuoi manda me. Eccomi, sono pronto a liberare il fratello, a sfamarlo, a soccorrerlo. Se vuoi manda me”. In un mondo così poco umano, dove la gente piange per guerre, per fame, l’incontro con Dio ti trasforma, ti fa avere stampato sul volto le sfumature di Dio, ti fa avere sul volto l’amore incontrato, insieme a un po’ di tristezza per non vedere questo amore realizzato. Io il Signore l’ho incontrato, ma ho incontrato anche le nostre miserie e, davanti alle più grandi ingiustizie, non ho mai voluto dire: “Dio non sei mio Padre”. Ho solo dovuto dire giustamente: “Uomo, uomo non sei fratello”. E ho ripromesso al mio cuore il desiderio di diventare io più fraterno, io più uomo di Dio, io più santo, per far dilagare di più l’amore concreto che ci porta a soccorrere gli affamati, i violentati, quelli che non conoscono nemmeno più i loro diritti, quelli che non si domandano più da dove vengono e dove sono diretti.
(E. Olivero, Amare con il cuore di Dio)
Guida Preghiamo a cori alterni il salmo 145
Alleluia. Loda il Signore, anima mia:
loderò il Signore finché ho vita, canterò inni al mio Dio finché esisto.
Non confidate nei potenti, in un uomo che non può salvare.
Esala lo spirito e ritorna alla terra:
in quel giorno svaniscono tutti i suoi disegni.
Beato chi ha per aiuto il Dio di Giacobbe:
la sua speranza è nel Signore suo Dio,
che ha fatto il cielo e la terra, il mare e quanto contiene,
che rimane fedele per sempre,
rende giustizia agli oppressi, dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri, il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto, il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri, egli sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre, il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione.
Alleluia.
Canto e silenzio
Guida Pregare è capacità di dire al Signore: io sono affamato di te, dei tuoi sentimenti, desidero che entrino in me e mi facciano essere per gli altri dono di amicizia, di dialogo, di condivisione, di amore incondizionato.
1 Lett Rm 12, 15-18.21
2 Lett Cristo è dono e anche noi dobbiamo diventare dono agli altri, ai fratelli. E prima ancora, dono di amore al Padre, allo Spirito, al Verbo incarnato. Dono. Se riuscissimo a comprendere questa parola, avremmo ucciso l’egoismo, l’ego centrismo, quelle forme che tante volte ci invischiano nella nostra miseria, nella nostra povertà, perché siamo portati a prendere, ad arraffare, a portare dentro di noi e non siamo dono per gli altri.
Che il Cristo “dono” ci dia la grazia di diventare dono per gli altri. Ma il dono è ancora qualcosa di distaccato, non è noi stessi! Cristo si è fatto non semplicemente dono per noi, ma Uno di noi, carne e sangue come noi. Saper diventare noi, nel nome di Gesù, carne e sangue dei fratelli. Quante volte i nostri fratelli, le nostre sorelle hanno bisogno di noi e noi non diciamo niente, perché non ci interessa, perché non siamo diventati carne e sangue degli altri.
Se nelle nostre case ci fosse questa unità e non la ricerca del proprio io, del proprio sentimento, della propria affermazione, delle proprie vedute… Che cosa importano il nostro pensiero, il nostro programma, le nostre vedute? Ve l’assicuro, non molto.
Dilatiamo cuore e apriamolo in modo tale che gli altri entrino dentro e diventino padroni di noi. Non dobbiamo pretendere che gli altri si adattino a noi, ma desiderare che entrino dentro di noi. (Servo di Dio Guglielmo Giaquinta, Omelia)
Guida Ripetiamo insieme Cristo Signore, Santo di Dio, rendici tutti fratelli, nell’amore del Padre
Cel Cristo Signore, fratello di tutti gli uomini, che nel testamento di amore ci hai parlato di unità e di fraternità, guarda a questo nostro mondo diviso dalle discordie e ferito dalla violenza. Solo tu, Fratello universale, puoi dare la pace e l’amore che tutti vogliamoma, purtroppo, non riusciamo a possedere. Rit.
Cel Dona alle famiglie, alle nazioni, all’umanità tutta, il desiderio e il fermo proposito di camminare verso la fraternità. Rendi la tua Chiesa – fedeli e sacerdoti in unità con il Pontefice Sommo tuo Vicario in terra – ideale visibile che tutti attragga verso l’amore e la fraternità. Rit.
Cel Ci impetri tale dono Maria, madre tua e nostra, e ci mostri, essa, il cammino verso l’augusta e indivisa Trinità, fonte prima e perenne dell’unità fraterna del genere umano. Così sia. (Servo di Dio Guglielmo Giaquinta, A Cristo fratello universale) Rit.
Benedizione Eucaristica e canto