Non c’è dubbio: siamo in crisi! Il Card. Bagnasco, presidente della CEI, dice che “il nocciolo della crisi della Chiesa in Europa è la crisi della fede 1” e Benedetto XVI afferma che “se la fede non riprende vitalità, diventando una profonda convinzione ed una forza reale grazie all’incontro con Gesù Cristo, tutte le altre riforme rimarranno inefficaci 2”. Ci troviamo quindi alle porte dell’Anno della Fede consapevoli che l’interrogativo è: come far rinascere in noi stessi e negli altri la nostalgia di Dio e la gioia di viverlo e testimoniarlo? (Card. Bagnasco).
“La Chiesa è sempre stata avvolta nella fede e se noi vogliamo rimanere nella Chiesa dobbiamo vivere di fede, anche oggi abbiamo bisogno, in modo particolare oggi, di una grande fede”: il servo di Dio Guglielmo Giaquinta nel 1971 evidenziava l’esigenza di una fede eroica, che sull’esempio del grande padre Abramo, e poi di Maria, di Pietro, di Paolo, di tutta la Chiesa delle origini, riprendesse vivezza e incisività. Ci attende un evento – l’Anno della Fede – che porterà con sé occasioni preziose per riscoprire e approfondire il Mistero dell’Amore infinito del Padre rivelato in Gesù, opportunità per annunciare il grande dono della fede, in primo luogo con la testimonianza e offrendo ai fratelli l’esperienza di Cristo vivo oggi.
Corriamo un rischio, soprattutto i cristiani, ancor più quelli impegnati: che questo momento di Grazia ci coinvolga a livello organizzativo e in vista degli altri, senza portare nella nostra vita personale e nella comunità ecclesiale la forza di una fede che cresce, diventa eroica, testimonianzamartirio, nel compromettere definitivamente la propria esistenza con Gesù di Nazareth, unico Salvatore del mondo. Si tratta di accorgersi che Dio si è impastato con l’uomo, il Crocifisso Risorto non è estraneo alle vicende dell’uomo del Terzo Millennio: la nostra storia è storia di salvezza e siamo chiamati a CREDERE con tutte le nostre forze. Vivere la vita di Dio – Dio è Amore – significa quindi perseverare nel bene, avere i sentimenti di Cristo Gesù, in definitiva percorrere anche noi la via che i santi hanno percorso.
Chiamati alla fede, chiamati alla santità: questo annuncio chiede la nostra risposta. Nella vita personale, ma anche familiare e sociale. Come non lottare per le ingiustizie, per far sì che tutti abbiano il necessario, che ci sia un posto per Dio nella vita dell’uomo? Come lasciare nel disagio i piccoli del Vangelo? Chiamati alla fede, chiamati alla fraternità vera: un impegno concreto, senza sconti.
In questo numero la Rivista sottolinea l’importanza dell’Anno della Fede, offre un approfondimento, continua a proporre gli aiuti per una formazione della mente e del cuore, per una preghiera viva e partecipata. Con questo desideriamo prepararci a vivere l’Anno della Fede, perché non ci trovi indolenti, desideriamo anche accompagnare i lavori del prossimo Sinodo dei Vescovi sulla Nuova Evangelizzazione 3, e infine desideriamo imparare con i nostri Lettori una vita santa, frutto della nostra docilità all’azione gratuita dell’amore di Dio. Maria, pellegrina nella fede, stella della nuova evangelizzazione, assunta in Cielo, è garanzia della nostra speranza.
Nella semplicità del prato, del bosco, di una spiaggia, forse sul posto del nostro lavoro e nell’intimità della nostra casa, davanti all’icona di Maria e alla presenza di Gesù Eucaristia, accogliamo l’invito della nostra immagine di copertina e rivolgiamoci a Gesù per ripetere con semplicità e umiltà, come un giorno gli Apostoli: “Signore, aumenta la nostra fede” 4.
Teresa Carboni
1 Prolusione Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), 23 gennaio 2012.
2 Benedetto XVI, Porta Fidei.
3 “La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana”, 7-28 ottobre 2012.
4 Cfr Luca 17, 6.