In Cristo offriamoci al Padre per donarci ai fratelli

Adorazione eucaristica – aprile 2012

Canto

Guida Voi invece siete stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere ammirevoli di lui, che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua luce meravigliosa.” (1Pt 2, 9). Le parole di Pietro ci riportano alla radice del nostro Battesimo. I fedeli, infatti, così come viene affermato dal Concilio Vaticano II nella Lumen Gentium (n. 31) “dopo essere stati incorporati a Cristo col Battesimo e costituiti popolo di Dio e, nella loro misura, resi partecipi dell’ufficio sacerdotale, profetico e regale di Cristo, per la loro parte compiono, nella Chiesa e nel mondo, la missione propria di tutto il popolo cristiano”. Essere dunque, attraverso la preghiera e la nostra offerta, intermediari e portatori di Dio nel mondo è la nostra reale vocazione. La gioia, la speranza con cui stiamo proclamando in questi giorni la Risurrezione del Signore, guidano la nostra preghiera e la nostra povera offerta, per parlare, così come Cristo “a Dio degli uomini e agli uomini di Dio”.

Cel Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Ass Amen.

Cel Padre la tua infinita Misericordia ci ha rigenerati

Ass Rendici testimoni veri e zelanti del Tuo Amore.

Cel Gesù, Redentore del mondo, Tu sei l’Eterno Sacerdote

Ass Concedici di conoscerti, amarti e seguirti sempre.

Cel Spirito Santo che unisci e santifichi la tua Chiesa

Ass Donaci la ferma certezza che siamo chiamati alla santità come persone e come comunità.

Preghiamo Padre buono, che edifichi la nostra vita sulla roccia della tua parola di verità, fa’ che sull’esempio del tuo amato Figlio essa diventi perenne offerta e donazione a te. Per Cristo nostro Signore.

Ass Amen.

Canto di esposizione e silenzio di adorazione

1 lett dal Vangelo di Giovanni (17, 1-11)

2 lett Prima di uscire dal Cenacolo e avviarsi all’Orto degli Ulivi Gesù pronuncia una lunga preghiera sacerdotale. Rivolge gli occhi in alto verso il Signore. È un invito a tutti perché alziamo gli occhi da noi stessi, perché usciamo dalla nostra autosufficienza e dal nostro egocentrismo, e dirigiamo la voce, il cuore e i pensieri in alto, appunto, verso Dio. La preghiera è la risorsa dei deboli e di chi non ha forza, è il grido dei poveri e l’unica speranza dei vinti. Nella preghiera di Gesù trapela un’ansia che deve essere anche nostra. Dopo aver reso lode al Padre, Gesù guarda quegli uomini deboli e sprovveduti, ha affidato loro, infatti, il compito non semplice di continuare la sua opera; prega dunque per loro, perché possano continuarla. Proprio per questo non chiede per loro forza o coraggio, ma che possano restare sempre legati a lui, imitatori del suo esempio e discepoli della sua Parola. (Vincenzo Paglia)

Guida L’amore per gli uomini, che Dio ci ha spiritualmente affidato o che hanno posto in noi la loro speranza, deve ravvivare la fede nella nostra vocazione di collaboratori alla missione di Gesù, spingendoci sempre più ai suoi piedi. Con questi sentimenti contempliamo la presenza di Gesù tra noi innalzando insieme la nostra preghiera:

O alto Signore, sei altissimo amore, sei tutto amore per ogni cuore. Sei il nostro Dio: prostràti, ti adoriamo con amore. Nell’Ostia santa sei vivente amore: ricevi, Signore, il nostro amore. Ti adoriamo qui sull’altare e in tutte le chiese del mondo. Accetta, Gesù, il mio amore. Con amore ti offro il mio cuore, guariscilo, Gesù, con il tuo amore. (G. Bulgaro)

Guida “Uno è il mediatore fra Dio e l’uomo, l’uomo Cristo Gesù” (1Tm 2, 5). La prima funzione di Gesù, quindi è di essere mediatore. Egli ha una sua funzionalità, una sua specificità, una sua finalità. Qual è? Parlare con Dio e con gli uomini, agli uomini parla di Dio: ecco quindi la Rivelazione, gli insegnamenti, i doni che Gesù ha dato all’umanità; contemporaneamente parla a Dio dell’umanità e gli offre qualcosa di essa. Questa mediazione è cosa tanto essenziale che i rapporti tra Dio e l’umanità non possono che passare attraverso tale ponte. Comprendiamo allora come per noi sia fondamentale conoscere Gesù, considerarlo, amarlo. (Guglielmo Giaquinta)

Canto e silenzio di adorazione

Per la riflessione personale

Mettersi alla sequela di Cristo, abbandonando tutto per lui e per il Vangelo è l’espressione di un’intenzione radicale della persona che si abbandona integralmente a Cristo, si vota a lui. Nella decisione di seguire Cristo e nel dinamismo che questa decisione comporta, la vita del discepolo diventa vita donata nel senso stretto del termine. Una simile oblazione, un impegno tanto ardente ed assoluto al servizio dell’amore divino, della Chiesa e delle povere anime, non potrà nascere, mantenersi vivo e intensificarsi in noi, senza una profonda unione con Cristo, nostro Salvatore e Redentore, l’Amore e la Misericordia in Persona. Ognuno è chiamato ad essere un altro Gesù che tutto si dona: tutti Oblati, come lo è lui! Il “tutto è compiuto” di Gesù sulla croce è la prova di come l’intera sua vita sia stata un’oblazione di tutto se stesso al Padre e al suo progetto d’amore, fino all’ultimo istante. Così la nostra oblazione: essere uniti al Signore al punto da divenire un altro lui e come lui “vivere” in una costante offerta di sé. (Fabio Ciardi)

Al sacerdote è chiesto di essere esperto in umanità, solidale con le gioie e le sofferenze di tutti, attento e rispettoso verso ciascuno, ed insieme testimone del dono ricevuto dall’alto, segno vivo del Cristo che offre la vita per i suoi e li riconcilia con Dio. Uomo di frontiera, impegnato nella continua intercessione che in unione a Cristo Capo svolge fra gli uomini e Dio, il presbitero è chiamato a vivere la propria esistenza come dono per gli altri, sfida d’amore che sovverte la logica mondana del guadagno e le antepone l’esigente bellezza della gratuità. La forza del prete sta nella sua debolezza: è il suo esistere per gli altri che lo rende credibile. (Bruno Forte)

Guida: Preghiamo insieme, alternandoci al ritornello:

Eccomi, eccomi, Signore io vengo, eccomi, eccomi, si compia in me la tua volontà.

Prendi, Signore, e ricevi tutta la mia libertà, la mia memoria, la mia intelligenza Rit

Tutta la mia volontà, tutto ciò che ho e possiedo; tu me lo hai dato, a te, Signore, lo ridono Rit

Tutto è tuo, di tutto disponi secondo la tua volontà: dammi solo il tuo amore e la tua grazia; e questo mi basta. Rit. (Sant’Ignazio di Loyola)

Silenzio di adorazione

Guida Gesù desidera veramente ricevere da noi tutto quel che siamo e abbiamo, per trasformarlo in un dono splendido per il Padre e per i nostri fratelli. Preghiamo a cori alterni:

1 coro Ricevi, o Signore, le nostre paure e trasformale in fiducia. Ricevi la nostra sofferenza e trasformala in crescita.

2 coro Ricevi le nostre lacrime e trasformale in intimità. Ricevi la nostra rabbia e trasformala in preghiera.

1 coro Ricevi il nostro scoraggiamento e trasformalo in fede. Ricevi la nostra solitudine e trasformala in contemplazione.

2 coro Ricevi le nostre attese e trasformale in speranza. Ricevi le nostre sconfitte e trasformale in risurrezione. Pangrazi)

Canto

Guida Il Signore ascolta con amore l’umile preghiera del suo popolo, preghiamo insieme dicendo:

Ascolta, Signore, la nostra supplica

Sol Per la Chiesa e in particolare per le nostre comunità, perché ognuno collabori, con fraterna operosità alla realizzazione del Regno di Dio, preghiamo.

Sol Per i giovani, perché con docilità si aprano al “Seguimi” del Signore per rispondere, ciascuno per la sua parte, con il loro più fiducioso “Eccomi”, preghiamo.

Sol Per quanti soffrono, perché sostenuti dalle nostre preghiere, possano con serenità offrire la loro sofferenza al Signore che tutto consuma col fuoco del Suo amore, preghiamo.

Sol Per noi, perché l’intima comunione con Gesù che abbiamo appena sperimentato possa riempire il nostro cuore di pace, gioia e speranza, preghiamo.

Cel O Dio ascolta la preghiera che ti innalziamo perché venga il tuo Regno di giustizia e di pace e ogni lingua proclami che Tu sei nostro Padre. Per Cristo Nostro Signore. Amen.

Benedizione eucaristica e canto

O Cuore Immacolato di Maria, vivo modello di ogni santità, dona tu la fiducia di diventare santi.

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