Dopo il canto del Gloria, l’assemblea si siede per ascoltare la Parola di Dio. Stare seduti, infatti, è un atteggiamento di ascolto. Le letture sono proclamate dall’ambone, un luogo ben visibile che richiama l’attenzione dell’assemblea, facilita l’ascolto e sottolinea l’importanza della Parola di Dio.
Nelle Celebrazioni solenni, il Lezionario viene portato in processione e incensato. A questo proposito è importante dire che la Parola di Dio non deve essere letta dal foglietto ma sempre dal Lezionario e dall’Evangeliario.
Proprio per l’importanza che riveste la Parola di Dio (Cfr Esortazione Apostolica Verbum Domini), è bene che i lettori abbiano alcune attenzioni: prima della S. Messa dovrebbero leggere la lettura loro assegnata chiedendo chiarimenti in caso si trovino parole o nomi difficili da pronunciare.
Prima dell’inizio della Celebrazione bisogna controllare che il Lezionario sia messo sulla pagina giusta, per non doverla poi cercare al momento in cui bisogna leggere. Chi legge lo deve fare senza correre, scandendo bene le parole, ad una giusta distanza dal microfono, per favorire l’ascolto. I lettori possono dirigersi all’ambone in processione e, arrivati davanti all’altare, fare un inchino con la testa (non una genuflessione), poi andare a leg-
gere. Torneranno al posto insieme. Non bisogna mai leggere l’indicazione “Prima Lettura”, “Salmo Responsoriale”, “Seconda Lettura”, perché l’assemblea sa già in che momento della Celebrazione ci si trova.
Al termine della lettura si dice: “Parola di Dio” e non “è Parola di Dio”, perché la Parola di Dio è già di per sé autorevole, non le si dà autorevolezza aggiungendo “è”.
Tra una e l’altra lettura va osservato un breve silenzio per interiorizzare ciò che si è ascoltato. Prima delle letture l’animatore può dire alcune (poche) parole per richiamare l’attenzione dell’assemblea su ciò che si sta per leggere, esortando all’ascolto e all’apertura del cuore. In risposta alla prima lettura si prega il Salmo responsoriale. È la prima risposta che i fedeli danno alla Parola di Dio, in quanto il modo migliore per rispondere al Signore è farlo usando le sue stesse Parole. L’assemblea risponde al lettore con il ritornello, recitato o cantato.
Prima di leggere il Vangelo ci si alza in piedi (in segno di rispetto e anche per indicare che, con Cristo risorto, siamo risorti anche noi) e si canta l’alleluia, che vuol dire ‘lode a Dio’. Esso è il canto di acclamazione che prepara all’ascolto della Buona Notizia. In Quaresima l’Alleluia viene sostituito con altre acclamazioni come “lode e onore a te, Signore Gesù” o altre.
Il Vangelo è il culmine della liturgia della Parola. L’assemblea si prepara all’ascolto facendo tre croci (sulla fronte, sulle labbra e sul petto) ad indicare il desiderio di accogliere, proclamare e custodire la Parola ascoltata.
Nell’animazione della Celebrazione Eucaristica, è importante il momento della preghiera dei fedeli. In genere le invocazioni sono già preparate, ma chi anima le può preparare tenendo conto che: è la preghiera che il popolo di Dio eleva al Padre attraverso Cristo Gesù, quindi le invocazioni devono essere rivolte a Dio Padre; ci devono sempre essere le quattro intenzioni:
per le necessità della Chiesa; per i governanti e per la salvezza di tutto il mondo;
per quelli che si trovano in difficoltà;
per la comunità locale;
se c’è un’occasione particolare (giornata mondiale della pace, delle missioni, ecc.) va ricordata in questo momento;
le invocazioni dovrebbero tenere conto della Parola di Dio che è stata proclamata.
La preghiera dei fedeli si legge preferibilmente da un microfono laterale, non da quello dell’ambone, che è riservato alla proclamazione della Parola di Dio. Finite le invocazioni si torna al posto solo dopo la preghiera del sacerdote.
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