Mary Helen MacKillop nasce il 15 gennaio 1842 a Melbourne in Australia, primogenita degli 8 figli di una coppia di cattolici scozzesi emigrati. Il 15 agosto 1850 all’età di 8 anni fa la sua Prima Comunione; ha avuto una buona istruzione in un collegio di suore ma il peggiorare delle condizioni economiche familiari a 14 anni la costringerà a trovare un lavoro. A 18 anni si reca a Penola, un piccolo paese nell’Australia meridionale, per lavorare come istitutrice. Qui incontra il parroco Julian Tenison Woods nella cui vastissima parrocchia i cattolici erano tutti molto poveri, e non avevano i mezzi per dare un’istruzione ai figli; scoprendo in Mary la vocazione al servizio degli indigenti ed emarginati per amore di Dio, vede in lei la soluzione provvidenziale al problema educativo dei suoi parrocchiani. Nel 1866 Mary aprirà a Penola una scuola cattolica ospitata in una rimessa per cavalli abbandonata. All’inizio è coadiuvata dalle sue sorelle Anna e Alexandra ma ben presto si uniranno a lei altre giovani donne così da garantire l’apertura di altre scuole. Nasce così la congregazione religiosa delle “Suore di San Giuseppe del Sacro Cuore” tra le quali Mary si consacra nel 1867 con il nome di “Maria della Croce”. La sua croce assumerà molteplici forme: i gravi problemi di salute, i frequenti e lunghi viaggi con mezzi primitivi per terra e per mare, le privazioni dell’autentica povertà, l’opposizione umana, la calunnia e la persecuzione.
Nominato responsabile per l’educazione della diocesi di Adelaide, padre Woods chiama Mary col suo piccolo gruppo nella capitale; qui le Suore di San Giuseppe, dette comunemente “Giuseppine” organizzarono scuole, orfanotrofi, case di accoglienza per ragazze in difficoltà, case per anziani, senza mai chiedere rimborso di qualsiasi genere. Scopo principale del nuovo Istituto sarà fornire una istruzione ai poveri, aprendo scuole nelle zone rurali. Le suore si mostrano pronte ad andare al seguito degli operai che costruiscono le ferrovie e pronte a condividere la povertà radicale delle famiglie dei lavoratori nelle miniere dell’entroterra dell’Australia.
Nel 1868 mons. Laurence Sheil, vescovo di Adelaide, approva l’Istituto e le sue Regole, scritte dallo stesso padre Tenison Woods, nelle quali molto si insiste sull’autentico spirito di povertà della vita comunitaria e personale in una totale dipendenza dalla Divina Provvidenza.
Nel 1870 le suore della comunità di Adelaide denunziarono al vescovo un sacerdote con l’accusa di abusi sessuali su bambini, il quale verrà prontamente rimosso. Ma un sacerdote suo amico, divenuto Vicario Generale della diocesi, cominciò a diffamare le suore accusandole di essere delle isteriche convinte di avere visioni e ispirazioni divine e la stessa Mac- Killop venne accusata di essere alcolizzata. Quando, ignara di tutto, la Madre
nel 1871 tornò dopo un anno passato nello Stato del Queensland, il vescovo, sotto l’influsso dei suoi calunniatori, le impose di rimanere isolata dal resto della comunità e pretese la sua approvazione alla modifica della Regola che poneva la Congregazione alle dipendenze dirette dei vescovi e del clero locale. Il suo netto rifiuto venne punito con la scomunica.
Le fu proibito di avere contatti con le consorelle e visse per un anno ospite di una famiglia ebrea. Alcune delle suore scelsero di accettare il controllo diocesano separandosi dalle altre consorelle rimaste fedeli alla Madre MacKillop le cui scuole però vennero chiuse. Sul letto di morte il vescovo Sheil il 21 febbraio 1882 revocherà la scomunica ed una successiva commissione episcopale la scagionerà da ogni accusa. Ma ciò non modificherà
l’ostilità degli altri vescovi australiani nei confronti della Madre Mac- Killop che perciò decide di sottoporre la propria situazione direttamente alla Santa Sede; così nel 1872 intraprende un viaggio in Europa. A Roma è ricevuta dal beato Pio IX che la benedice e la incoraggia. Le autorità vaticane competenti, pur lodando il carisma dell’Istituto, troveranno troppo rigide le norme sulla povertà apportandovi delle mitigazioni. Al suo ritorno in Australia nel 1874 con libri e materiale necessario per le sue scuole, avrà il grande dolore di essere trattata con acredine dal padre Woods che non le perdona di aver accettato le mitigazioni della povertà. Nel 1875 viene eletta Superiora Generale; nel 1883 mons. Moran, arcivescovo di Sidney, rimuove Madre Maria della Croce dalla carica sostituendola con suor Bernard Walsh che assolverà tale ufficio per tredici anni fino alla morte.
L’inettitudine della nuova Madre Generale fu occasione di grande angoscia per la Santa fondatrice. Leone XIII nel 1888 diede l’approvazione definitiva all’Istituto divenuto perciò di Diritto Pontificio e lo liberò dalle interferenze dei vescovi locali. Nel 1899 Madre Mary verrà rieletta all’unanimità Superiora Generale. Nel maggio del 1902 fu colpita da ictus: la sua mente rimase lucida e intatta ma rimase paralizzato tutto il lato destro del corpo; per continuare a compiere la sua missione di madre e guida imparò a scrivere con la sinistra. Continuò ad essere fonte di ispirazione e ad incoraggiare le consorelle che, nonostante la grave menomazione, nel 1905 la rielessero Madre Generale.
È morta l’8 agosto 1909 a Sydney, ove è sepolta nella cappella della Casa Madre delle Suore di San Giuseppe del Sacro Cuore. Beatificata a Sidney da Giovanni Paolo II il 19 gennaio 1995. Canonizzata da Benedetto XVI il 17 ottobre 2010. È la prima santa del quinto continente.
È significativo che Madre Mary MacKillop abbia dato alla sua Congregazione il nome di San Giuseppe, una persona che ha impegnato il suo essere e la sua vita alla Provvidenza amorosa di Dio. Gesù di Nazareth era un uomo di fiducia sconfinata. Solo così ha potuto vivere la chiamata unica che aveva ricevuto da Dio, di diventare lo sposo della Vergine Maria e il custode del Figlio di Dio. Nella storia della Chiesa San Giuseppe è sempre stato uno speciale modello di santità. Senza dubbio, dando il nome di San Giuseppe alla sua Congregazione, la Beata Mary MacKillop esprimeva una qualità della sua vita spirituale, una qualità che poi diventò un carisma per i suoi seguaci e per coloro di noi che oggi imparano dal suo esempio.
[…] I Santi ci insegnano a vedere Cristo presente in Australia, a Sydney. Essi ci insegnano a vedere Cristo come centro e apice del dono generoso di Dio all’umanità.
Per questa ragione la Chiesa li onora, li innalza agli altari e
li propone come modelli da imitare. Essi sono araldi del vero significato della vita umana. Sia benedetto Dio nei suoi santi!
Giovanni Paolo II, 19 gennaio 1995, Sidney