Dal Vangelo secondo Giovanni (9, 1.6-9.13-17.34-38)
In quel tempo, Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita; sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe», che significa “Inviato”. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». Condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!». Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori. Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui.
CRISTO LUCE DEL MONDO
Dal Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI per la Quaresima 2011:
La “domenica del cieco nato” presenta Cristo come luce del mondo. Il Vangelo interpella ciascuno di noi: “Tu, credi nel Figlio dell’uomo?”. “Credo, Signore!” (Gv 9,35.38), afferma con gioia il cieco nato, facendosi voce di ogni credente. Il miracolo della guarigione è il segno che Cristo, insieme alla vista, vuole aprire il nostro sguardo interiore, perché la nostra fede diventi sempre più profonda e possiamo riconoscere in Lui l’unico nostro Salvatore. Egli illumina tutte le oscurità della vita e porta l’uomo a vivere da “figlio della luce”.
- Ci sono circostanze in cui siamo convinti di vedere chiaramente e invece siamo ciechi
- Molte realtà e molte persone, che ci sono vicine, attendono da noi uno sguardo nuovo.
- Solo la luce della fede illumina i nostri occhi «interiori» e ci manifesta le opere grandi di Dio.
Preghiera
Signore, la nostra cecità ci lascia nel buio e nell’incapacità di riconoscere il bene che hai voluto darci. La nostra vista corta ci rende acidi nei giudizi e ci pone addosso una coltre di sfiducia che ha il sapore della morte. La terra mescolata con la tua saliva è medicina che ricrea come nel giorno della nascita dell’uomo. Donaci la tua luce maturata nel rapporto filiale col Padre. Essa consegna la capacità di leggere in profondità e in positivo le realtà della vita. La misteriosa logica dei tuoi pensieri passa attraverso la croce che nella morte ci fa assaggiare la vita. Tu sei luce. Sentirti vicino ci fa sperare. Nel tuo splendore ci trasmetti i lineamenti del tuo volto. Poterli avere in dono da te è il nostro sogno e la nostra speranza. Amen. (Mons. Pio Vigo)
Impegno della settimana
Scopriamo qual è la nostra «cecità» e chiediamo al Signore di guarirci.
Gesù, il tuo pensiero mi illumini, la tua parola mi guidi, i tuoi occhi mi seguano, le tue orecchie mi ascoltino. (Servo di Dio Guglielmo Giaquinta)
O Cuore Immacolato di Maria, vivo modello di ogni santità, dona Tu la fiducia di diventare santi.