[...] Voglio partire non da un ragionamento, ma da una testimonianza, una storia vissuta e attualissima. Penso che tutti voi sappiate che sabato 25 settembre scorso, a Roma, è stata proclamata beata una ragazza italiana di nome Chiara, Chiara Badano.Vi invito a conoscerla: la sua vita è stata breve,
ma è un messaggio stupendo. Chiara è nata nel 1971 ed è morta nel 1990,
a causa di una malattia inguaribile. Diciannove anni pieni di vita, di amore, di
fede. Due anni, gli ultimi, pieni anche di dolore, ma sempre nell’amore e nella
luce, una luce che irradiava intorno a sé e che veniva da dentro: dal suo cuore
pieno di Dio! Com’è possibile questo? Come può una ragazza di 17, 18 anni
vivere una sofferenza così, umanamente senza speranza, diffondendo amore,
serenità, pace, fede? Evidentemente si tratta di una grazia di Dio, ma questa
grazia è stata anche preparata e accompagnata dalla collaborazione umana: la
collaborazione di Chiara stessa, certamente, ma anche dei suoi genitori e dei
suoi amici.
Prima di tutto i genitori, la famiglia. Oggi voglio sottolinearlo in modo
particolare. I genitori della beata Chiara Badano sono vivi, erano a Roma per
la beatificazione, io stesso li ho incontrati personalmente – e sono testimoni
del fatto fondamentale, che spiega tutto: la loro figlia era ricolma della luce
di Dio! E questa luce, che viene dalla fede e dall’amore, l’hanno accesa
loro per primi: il papà e la mamma hanno acceso nell’anima della figlia la
fiammella della fede, e hanno aiutato Chiara a tenerla accesa sempre, anche
nei momenti difficili della crescita e soprattutto nella grande e lunga prova
della sofferenza, come fu anche per la Venerabile Maria Carmelina Leone,
morta a 17 anni. Questo, cari amici, è il primo messaggio che vorrei lasciarvi:
il rapporto tra i genitori e i figli, lo sapete, è fondamentale; ma non solo per
una giusta tradizione, so che questa è molto sentita dai siciliani. È qualcosa di
più, che Gesù stesso ci ha insegnato: è la fiaccola della fede che si trasmette
di generazione in generazione; quella fiamma che è presente anche nel rito
del Battesimo, quando il sacerdote dice: “Ricevete la luce di Cristo… segno
pasquale… fiamma che sempre dovete alimentare”.
La famiglia è fondamentale perché lì germoglia nell’anima umana la prima
percezione del senso della vita. Germoglia nella relazione con la madre e con il
padre, i quali non sono padroni della vita dei figli, ma sono i primi collaboratori
di Dio per la trasmissione della vita e della fede. Questo è avvenuto in modo
esemplare e straordinario nella famiglia della beata Chiara Badano; ma questo
avviene in tante famiglie. Anche in Sicilia ci sono splendide testimonianze di
giovani cresciuti come piante belle, rigogliose, dopo essere germogliate nella
famiglia, con la grazia del Signore e la collaborazione umana. Penso alla Beata
Pina Suriano, alle Venerabili Maria Carmelina Leone e Maria Magro, grande
educatrice; ai Servi di Dio Rosario Livatino, Mario Giuseppe Restivo, e a tanti
giovani che voi conoscete! Spesso la loro azione non fa notizia, perché il male
fa più rumore, ma sono la forza, il futuro della Sicilia! L’immagine dell’albero è
molto significativa per rappresentare l’uomo. La Bibbia la usa, ad esempio, nei
Salmi. Il Salmo 1 dice: Beato l’uomo che medita la legge del Signore,”è come
albero piantato lungo corsi d’acqua, / che dà frutto a suo tempo” (v. 3). Questi
“corsi d’acqua” possono essere il “fiume” della tradizione, il “fiume” della fede
da cui si attinge la linfa vitale. Cari giovani di Sicilia, siate alberi che affondano
le loro radici nel “fiume” del bene! Non abbiate paura di contrastare il male!
Insieme, sarete come una foresta che cresce, forse silenziosa, ma capace di
dare frutto, di portare vita e di rinnovare in modo profondo la vostra terra! Non
cedete alle suggestioni della mafia, che è una strada di morte, incompatibile
con il Vangelo, come tante volte i nostri Vescovi hanno detto e dicono!
L’apostolo Paolo riprende questa immagine nella Lettera ai Colossesi, dove
esorta i cristiani ad essere “radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede” (cf Col
2,7). Voi giovani sapete che queste parole sono il tema del mio Messaggio
per la Giornata Mondiale della Gioventù dell’anno prossimo a Madrid.
L’immagine dell’albero dice che ognuno di noi ha bisogno di un terreno fertile
in cui affondare le proprie radici, un terreno ricco di sostanze nutritive che
fanno crescere la persona: sono i valori, ma sono soprattutto l’amore e la
fede, la conoscenza del vero volto di Dio, la consapevolezza che Lui ci ama
infinitamente, fedelmente, pazientemente, fino a dare la vita per noi. In questo
senso la famiglia è “piccola Chiesa”, perché trasmette Dio, trasmette l’amore
di Cristo, in forza del sacramento del Matrimonio. L’amore divino che ha unito
l’uomo e la donna, e che li ha resi genitori, è capace di suscitare nel cuore dei
figli il germoglio della fede, cioè la luce del senso profondo della vita.
Ed eccoci all’altro passaggio importante, che posso solo accennare: la
famiglia, per essere “piccola Chiesa”, deve vivere ben inserita nella “grande
Chiesa”, cioè nella famiglia di Dio che Cristo è venuto a formare. Anche di
questo ci dà testimonianza la beata Chiara Badano, come tutti i giovani santi
e beati: insieme con la famiglia di origine, è fondamentale la grande famiglia
della Chiesa, incontrata e sperimentata nella comunità parrocchiale, nella
diocesi; per la beata Pina Suriano è stata l’Azione Cattolica, ampiamente
presente in questa terra, per la beata Chiara Badano il Movimento dei Focolari;
infatti, anche i movimenti e le associazioni ecclesiali non servono se stessi, ma
Cristo e la Chiesa.
Cari amici! Conosco le vostre difficoltà nell’attuale contesto sociale,
che sono le difficoltà dei giovani e delle famiglie di oggi, in particolare nel
sud d’Italia. E conosco anche l’impegno con cui voi cercate di reagire e di
affrontare questi problemi, affiancati dai vostri sacerdoti, che sono per voi
autentici padri e fratelli nella fede, come è stato Don Pino Puglisi. Ringrazio
Dio di avervi incontrato, perché dove ci sono giovani e famiglie che scelgono
la via del Vangelo, c’è speranza. E voi siete segno di speranza non solo per la
Sicilia, ma per tutta l’Italia. Io vi ho portato una testimonianza di santità, e voi
mi offrite la vostra: i volti dei tanti giovani di questa terra che hanno amato
Cristo con radicalità evangelica; i vostri stessi volti, come un mosaico! Ecco il
dono più grande che abbiamo ricevuto: essere Chiesa, essere in Cristo segno e
strumento di pace, di unità, di vera libertà. Nessuno può toglierci questa gioia!
Nessuno può toglierci questa forza! Coraggio, cari giovani e famiglie di Sicilia!
Siate santi! Alla scuola di Maria, nostra Madre, mettetevi a piena disposizione
di Dio, lasciatevi plasmare dalla sua Parola e dal suo Spirito, e sarete ancora, e
sempre più, sale e luce di questa vostra amata terra. Grazie!